Speciale guerra 26 marzo 2003
Ricordando i prigionieri israeliani
Testata:
Data: 26/03/2003
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: Speciale guerra 26 marzo 2003
Non si puo' trattenere un brivido di paura guardando i volti spaventati dei prigionieri americani in mani irachene. Anche una donna fra i prigionieri, una giovane mamma di una bimba di due anni, palesemente terrorizzata mentre risponde alle domande dei suoi carcerieri.
Mi chiedo perche' mandino le donne in prima linea quando la guerra e' contro un paese arabo, il pericolo e' grande, un pericolo terribile che si chiama stupro e torture inenarrabili e assoluta mancanza di rispetto dell'essere umano specialmente se donna.
Israele non ha mai mandato in prima linea le sue soldatesse, non perche' fossero meno brave e coraggiose degli uomini ma per evitare che, una volta catturate, fossero violate e violentate da interi battaglioni di soldati affamati di sesso e colmi di odio antisionista e antisemita.
Quello che gli arabi, durante le tante guerre contro Israele, hanno fatto ai prigionieri israeliani e' tristemente noto: torture, uccisioni, e esecuzioni in piazza davanti a folle urlanti. Soldati prigionieri legati a corde tese che poi venivano tagliate e il soldato si spezzava a meta'.
Ricordiamo tutti anche Ron Arad e gli altri israeliani catturati in Libano, gli ultimi quattro, solo un anno fa.
Nessuno sa niente di loro, di Ron Arad si ha una lettera e una fotografia e degli altri niente del tutto, dal 1985, e tutti ci auguriamo che siano morti senza soffrire troppo. Forse se lo augurava anche la mamma di Ron Arad, morta disperata senza aver mai saputo niente del proprio figlio.

Un modo barbaro quindi di trattare i prigionieri di guerra che nulla ha a che vedere con le convenzioni di Ginevra, per questo motivo gli occhi terrorizzati dei soldati americani catturati, ci sono penetrati nel cuore e l'unica speranza e' che avere l'attenzione del mondo puntata addosso impedisca agli iracheni di comportarsi con la stessa crudelta' dei siriani.
Intanto in Israele la tensione e' diminuita, Il Ministro Mofaz raccomanda di non uscire senza le maschere antigas ma ormai pochi lo ascoltano e , se non obbligati (studenti, insegnanti ecc.) gli israeliani non se la portano piu' dietro quella scatola marrone.
Voglia di normalita', basta , basta, basta, ancora non abbiamo superato 30 mesi di intifada-guerra feroce che non e' finita, esiste ancora la paura di attentati ed ecco che ci dicono di fare stanze sigillate e di portare le maschere perche' qualcun altro, non Israele, sta facendo la guerra all'Iraq.
Basta, ma dobbiamo sempre pagare per tutti? Gli israeliani sono stufi e lo dimostrano ribellandosi ingenuamente e lasciando a casa, ma pronta all'uso, quella orrenda maschera nera.