Mondiali 2022: dal più ipocrita politicamente corretto allo schifo totale 22/11/2022
Commento di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait
Mondiali 2022: dal più ipocrita politicamente corretto allo schifo totale
Commento di Deborah Fait

Decidere di fare i Mondiali 2022 in Qatar è stata una pessima idea che si può capire ma non giustificare solo pensando a quanto sarà costato in soldoni, oltre alla morte di 6500 operai durante la costruzione dello stadio. I calciatori di tutto il mondo, o quasi, sono andati a giocare nel paese che sostiene il terrorismo internazionale, che lo finanzia al pari dell’Iran, e che ospita nei suoi migliori alberghi e nel lusso più sfrenato gli uffici e gli appartamenti dei capi del terrorismo di Hamas. Questi mondiali sono incominciati all’insegna dell’ipocrisia con le parole del presidente della FIFA Gianni Infantino che senza la minima vergogna ha pronunciato queste parole “"Oggi provo sentimenti molto forti. Oggi mi sento del Qatar, mi sento arabo, mi sento africano, mi sento gay, mi sento disabile, mi sento un lavoratore migrante", e ha proseguito “Naturalmente non sono un lavoratore del Qatar, arabo, africano, gay, disabile o migrante. Ma io mi sento come loro perché so cosa significa essere discriminati e molestati come stranieri in un Paese straniero". Non pago ma anche temerario perché dire di “sentirsi gay” in un paese che impicca gli omosessuali, non è stata proprio un’ideona. Il presidente ha poi continuato con il solito gne gne dei buonisti autolesionisti, il peggio del peggio, “"Per le cose che gli europei hanno fatto al mondo negli ultimi 3.000 anni, dovrebbero scusarsi per altri 3.000 anni prima di dare lezioni morali alla gente", e ha continuato con questi toni per più di un’ora. Io lo ascoltavo perché il monologo è stato trasmesso da tutti i canali delle TV e mi vergognavo per lui.


Un ex calciatore qatariota lo ha asfaltato con questa dichiarazione che è il sentimento comune in quel paese “Essere gay è mentalmente dannoso”. Ecco, caro Infantino, come si dice prendi su e porta a casa! Il politicamente corretto è sempre pericoloso e nauseante ma quando è legato a interessi, vale meno di zero. Il governo del Qatar aveva promesso alla FIFA che avrebbe provveduto cibo kasher per i tifosi israeliani presenti ai Mondiali ma si è già rimangiato la promessa, niente kasherut e proibite le preghiere in nome della democrazia islamica. Il presidente del Congresso ebraico Ronald Lauder ha espresso la sua indignazione ma dovevano prevederlo trattandosi del Mondiale in un paese nemico di Israele e odiatore degli ebrei. Pensavano che i qatarioti avrebbero mantenuto le promesse? Il termine Taqiyya: possibilità di mentire quando serve, è molto presente nella cultura musulmana. L’unica nota veramente bella di questo Mondiale deciso nel segno del cinismo legato ai soldi, è stato il comportamento della squadra iraniana che è andata in campo e non ha cantato l’inno nazionale dell’Iran mentre i calciatori europei non hanno avuto il fegato di mettersi il bracciale arcobaleno che avrebbe provocato qualche cartellino rosso o giallo. Eh, purtroppo il coraggio non è da tutti, c’è chi ce l’ha e c’è chi non ce l’ha. Gli iraniani, a rischio forse della vita, ne hanno avuto tanto e sono stati muti dall’inizio alla fine per esprimere la loro solidarietà a tutti quei giovani compatrioti, ragazze e ragazzi, che stanno morendo per la libertà in quella che è diventata una vera e propria rivoluzione. La polizia dei pretacci in turbante ne ha già ammazzati quasi 500 e ieri sono state arrestate due attrici famose che hanno rifiutato il velo davanti alle telecamere. Chapeau ai calciatori iraniani che, se torneranno a casa, se la vedranno molto brutta ma il coraggio vale più di ogni altra cosa. Hananya Naftali, un influencer israeliano che si batte per i diritti civili, contro l’antisemitismo e il BDS, che ha lavorato anche nel governo di Benjamin Netanyahu, ha scritto sui social:



Uniamoci tutti al suo entusiasmo per questi coraggiosi ragazzi che, come potevano, a modo loro, si sono uniti alla rivoluzione dei veli contro gli ayatollah. Mi viene in mente una bella canzone di Fabrizio De Andrè “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”. Ecco, dal letame delle dittature, sono nati migliaia, milioni di fiori.

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Deborah Fait

"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"