Periscopio 16/11/2022
A cura di Diego Gabutti
Autore: Diego Gabutti
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 16/11/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Kherson, trattative, ritiro russo. Cosa vuole Putin? - Formiche.net
Kherson liberata

Il ragazzo che saltava tra i proiettili, punito perché «avevo acceso il forno»; la contadina fucilata perché «urlava di dolore per la sua mucca saltata in aria»; la signora che «ma che gli vi aveva fatto il mio barboncino per sparargli così?». Il viaggio nella terra degli Orchi, qui nei paesi liberati dalla ritirata russa a Kherson, è un pieno d’emozioni e orrore. Paolo Brera, la Repubblica.

Dostoevskij (I demoni) da meditare: «I demoni esistono indubitabilmente, ma il modo di comprenderli può essere diversissimo». C’è anche il dimenticarsene; e tutto il mondo ne è preda. Guido Ceronetti, Pensieri del tè.

[Kherson]. Arriva il presidente Zelensky, saluta i civili increduli. Il ritiro delle truppe russe da Kherson «è l’inizio della fine della guerra – dice – siamo pronti per la pace, la pace per tutto il nostro Paese», lasciando intendere che non si siederà al tavolo delle trattative finché non vi sarà il ritiro di tutte le truppe russe dal territorio ucraino e il ripristino dell’integrità territoriale della nazione. La folla acclama il suo nome a gran voce. Rick Mave 1, La Stampa.

Perché gli ucraini sono così accaniti contro i russi? Perché non dimenticano i loro milioni di morti per fame voluti da Stalin (Holodomor). Inoltre il comportamento dei russi in questa guerra ha confermato i peggiori pregiudizi. Francamente, la magnanimità con un simile Paese (vorace, aggressivo e spietato) è sprecata [...] e proprio non si vede che interesse si possa avere a «salvargli la faccia». Gianni Pardo, Italia Oggi.

Sul tavolo un iPhone ultimo modello, al polso quello che sembra un Apple Watch e addosso una maglietta del compianto artista statunitense Jean-Michel Basquiat: nel video girato per smentire i suoi problemi di salute alla vigilia del G20 di Bali, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov sfoggia i simboli di quell’Occidente che a più riprese ha definito corrotto e detestabile. Adalgisa Marrocco, HuffPost.

[All’inizio dell’invasione] l’orientamento di Pechino traeva forza dalla convinzione che la Russia avrebbe vinto e che lo avrebbe fatto in tempi ristretti. Poi le cose sono cambiate e Xi, a più riprese, ha spiegato a Putin di non essere contento della piega che la guerra stava prendendo. Ian Bremmer (Francesco Semprini, La Stampa).

Ieri l’Assemblea delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede alla Russia di pagare le riparazioni per i danni causati all’Ucraina. Rick Mave 2, La Stampa.

[Vi] sia noto che il massacro di Kherson potrebbe avvenire più avanti, purtroppo, poiché i russi hanno i cannoni puntati sulla città. Dia tempo al tempo: la [vostra] parte politica [...] potrebbe pentirsi presto della sua sicumera. Alessandro Orsini, un evergreen.

I tanti che pensano che nella guerra in Ucraina l’unica cosa che conta davvero sia il braccio di ferro fra la Nato e Putin [...] considerano irrilevanti le idee e le volontà delle persone comuni: le trattano come burattini o pulci ammaestrate. L’inconsistenza di queste posizioni è dimostrata dal fatto che mai i loro sostenitori si sognerebbero di pensare a se stessi in quei termini: i burattini sono soltanto gli altri. Angelo Panebianco, CorSera.

Si registrano grandi baruffe in Italia per la maglietta della X-mas con cui l’attore Enrico Montesano si è presentato m tv. Voi chiederete: e che diavolo c’entra? Niente, non c’entra assolutamente niente. Come al solito. Mattia Feltri, La Stampa.

La notizia della telefonata tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed il presidente francese Emmanuel Macron è stata resa nota con un comunicato congiunto, diffuso dalla due presidenze e messo in home page sul sito del Quirinale e su quello dell’Eliseo. Ansa.

Proprio mentre il presidente della Repubblica prova a stemperare le tensioni con la Francia, il presidente del Senato Ignazio La Russa getta benzina sul fuoco: «L’interesse nazionale va mantenuto ad ogni costo. Troppo comodo immaginare che sia solo l’Italia Paese di prima accoglienza». Et voilà: il cortocircuito istituzionale è servito. Dagospia.

Nella lunga crisi italiana, che si avvia a compiere trent’anni, un esplicito dissenso tra la prima e la seconda carica dello Stato non s’era ancora visto. Marcello Sorgi, La Stampa.

Brutte notizie per Meloni. Quattro navi pronte a salpare a breve: le Ong non si fermano. Titolo di HuffPost.

«Verrà un giorno che l’uomo si sveglierà dall’oblio...» Verrà il #RedditoUniversale! Beppe Grillo, un tweet.

Beppe Grillo torna in scena con Io sono il peggiore. Uno show presentato come «lo spettacolo delle rivelazioni, tutti coinvolti, nessuno escluso. Dalla religione alle guerre economiche, passando per il metaverso, fino al lato oscuro dell’ambientalismo». repubblica.it

[Povero Elevato, bisogna capirlo]. Lo scorso 25 settembre, per abilità insospettata e purissimo caso, Giuseppe Conte gli ha portato via il giocattolo. E ora? Se vi resta voglia di Beppe Grillo, dovete andarvelo a cercare in qualche teatro. Troverete un vecchio comico, con un repertorio noioso. Fabrizio Roncone, CorSera.

Piero Ottone, allora direttore del Corriere della sera, durante la campagna elettorale del 1976 scrisse un editoriale nel quale affermò che bisognava riconoscere che il marxismo aveva vinto su tutta la linea. Quella d’Ottone era la totale capitolazione della cultura liberale di fronte all’ideologia comunista. Gli fece eco il comunista Lucio Lombardo Radice con un articolo pubblicato su Rinascita, nel quale il marxleninismo era descritto come l’orizzonte teorico entro il quale tutti coloro che si volevano progressisti e democratici erano obbligati a muoversi. Luciano Pellicani, La battaglia culturale contro il comunismo.

Il buon giornalista racconta quel che vede; il cattivo, quello che vogliono vedere gli altri. Roberto Gervaso.

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