Muhamad Bakri denunciato per calunnia
Cinque riservisti israeliani denunciano il regista del documentario
Testata: Tempi
Data: 07/03/2003
Pagina: 1
Autore: Angelica Calò Livnè
Titolo: Il pacifista col kamikaze in casa
Riportiamo un articolo di Angelica Calò Livnè pubblicato si Tempi venerdì 7 marzo 2003.
Cinque riservisti israeliani che hanno combattuto a Jenin, hanno denunciato per calunnia Muhamad Bakri, l’attore regista arabo-israeliano, autore del "documentario" "Jenin Jenin".
I riservisti israeliani hanno aperto ed esaurito il loro conto in banca per chiedere un risarcimento di 2,5 milioni di shekel per le false accuse all'esercito israeliano presentate nel "documentario". «Non abbiamo potuto sopportare le calunnie raccontate in quel film, i fotomontaggi e le immagini dei nostri compagni uccisi in un tranello, che nel film appaiono come criminali di guerra. I nostri compagni, padri di famiglia, sono morti proprio perché sono stati troppo attenti a non colpire i civili e a non recare danni durante l’operazione "Muro di difesa"! Quel documentario è un oltraggio, un altro modo per demonizzare Israele». Proprio in questi giorni Bakri, che è considerato uno dei migliori e stimati attori del teatro israeliano, è nell’occhio del ciclone. Qualche mese fa due membri della sua famiglia furono condannati dal governo israeliano per aver aiutato il terrorista che si fece saltare nell’attentato suicida sull’autobus a Meron, nella Galilea del Nord. Muhammad Bakri esordì con una grande catilinaria contro i servizi segreti israeliani asserendo che questa condanna era dovuta ai pregiudizi degli ebrei verso gli arabi israeliani. Oggi si deve amaramente ricredere e molti israeliani che ancora cercano disperatamente un dialogo devono ricredersi insieme a lui. Ibrahim e Yassin Bakri hanno confessato: sono stati loro ad aiutare il terrorista che ha causato la morte di 9 persone e il ferimento di decine di altri. L’hanno ospitato nei giorni prima dell’attentato, dopo averlo aiutato a camuffarsi da turista l’hanno aiutato a scegliere un autobus particolarmente affollato. Ancora una volta la democrazia israeliana è colpita nello spirito. Ancora una volta quella sensazione di sconforto al pensiero di non potersi fidare dei propri vicini. Ancora una volta l’esigenza di rimanere lucidi, razionali e convincersi che un punto nero non può oscurare tutto!

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