Periscopio 14/10/2022
A cura di Diego Gabutti
Autore: Diego Gabutti
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 14/10/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Vacuum Bomb Ukraine: What are the Thermobaric Bombs in Ukraine? | Marca

[Grazie al] telescopio Hubble sappiamo che una volta non c’era assolutamente nulla – un nulla così perfetto che non c’era neanche il nulla o «una volta». Ve lo immaginate? No, non ve lo immaginate perché non c’è nulla da immaginare. Kurt Vonnegut, Ricordando l’apocalisse.

Non c’è stata una sola protesta nemmeno da parte dei tanti russi che vivono all’estero e non rischiano nulla. Nessun presidio davanti alle ambasciate del loro paese. Zero, soltanto la fuga da casa per evitare d’essere arruolati e mandati al fronte. I russi rimasti in patria schiacciano bottoni che lanciano missili sugli ospedali, sulle fermate degli autobus, sui parchi-giochi, sulle scuole, sui centri commerciali durante l’ora di punta. Sono cittadini russi quelli che uccidono a sangue freddo nelle zone occupate, quelli che buttano i corpi nelle fosse comuni, quelli che stuprano le ragazze e fanno razzia nelle case ucraine, mentre i loro connazionali a casa si lamentano di non poter più accedere a Netflix e per questo chiedono al boia del Cremlino d’intensificare le stragi. Christian Rocca, Linkiesta.

Anrji esita, filtra i pensieri, poi dice che non augura il male né la morte a nessuno, ma vorrebbe che «loro, quelli dall’altra parte, potessero sentire la nostra pena». […] Poi scuote la testa. «Però non capiranno, perché quando vedono i nostri morti alla televisione si limitano ad applaudire, è questa la loro idea di pace. Ma più rideranno sulle ceneri dei nostri morti, più noi saremo motivati a combattere». Francesca Mannocchi, La Stampa.

Subito dopo il conflitto, lo stato maggiore dell’Upa, l’esercito ribelle ucraino, emanò un comunicato rivolto a tutti gli ucraini in esilio o rinchiusi nei campi: «Ovunque siate, nelle miniere, nelle foreste o nei lager, continuate a essere ciò che eravate, comportatevi da veri ucraini e continuate la nostra lotta». Anne Applebaum, Gulag.

[Siamo] compatti e decisi a fornire a Volodymyr Zelensky «tutto quello che serve per il tempo che serve». [Così] il segretario della Difesa Usa Lloyd J.  Austin nella conferenza stampa finale al quartier generale Nato di Bruxelles. Angela Mauro, HuffPost.

Gli ultimi giorni hanno continuato a mettere in evidenza la natura barbarica della guerra della Russia contro l'Ucraina. […]Uno dei fatti più sorprendenti di quest'ultima ondata di attacchi è che molti obiettivi non avevano alcun valore militare. Un altro è che questi attacchi hanno coinciso in gran parte con l'ora di punta del mattino, massimizzando le vittime civili. […] L'ex presidente russo Medvedev si è vantato del fatto che questo «è solo l'inizio», mentre il presidente Putin ha elogiato gli attacchi come una missione compiuta. Michael Carpenter, ambasciatore Usa presso l'Osce, la Repubblica.

Obama irritò tremendamente Putin quando disse in un’intervista d’aver conosciuto Putin e di non esserne stato particolarmente colpito salvo per il fatto che gli sembrava il bullo dell'ultimo banco che a scuola t’aspetta fuori per prenderti a pugni. Corrado Guzzanti, il Riformista.

Se l'alternativa è il carbone, non spegniamo le centrali nucleari. Greta Thunberg (Sandra Maischberger, La Stampa).

Da 27 giorni a Teheran si balla contro tirannia e ingiustizia. Il ballo si sta diffondendo come un’epidemia tra giovani e anziani, dai maggiori centri abitati, dalle università ai licei. Le ragazze camminano per le strade, nelle piazze e in ogni angolo dell’Iran, dando fuoco ai loro veli e ballando intorno alle fiamme. Ballare in pubblico è una pratica considerata peccaminosa in Iran: è ḥarām, un comportamento vietato dalla fede islamica. Mariano Giustino, HuffPost.

Khamenei: «Studenti da correggere». 201 morti in un mese. Titolo del Manifesto.

Ci sono due rive, quella dei nazionali e quella dei mondialisti, e Meloni si trova incontestabilmente sulla nostra stessa riva. Marine Le Pen (Stefano Montefiori, CorSera).

Giorgia Meloni definisce [il suo futuro governo] di rottura con il passato: «Niente sarà più come prima». Il che, in soldoni, ha un solo, unico significato: la leader di Fratelli d’Italia pensa e spera di trasformare un cambio di maggioranza in un cambio di regime, realizzato con le procedure democratiche previste dalla Costituzione, ma non per questo meno eversivo rispetto al passato. I limiti di questo cambiamento non sono prevedibili ma – si vera sunt exposita – potrebbero coinvolgere alcune liberà civili e politiche, nel senso realizzato, per esempio, da Victor Orbán nella civilissima Ungheria. Domenico Cacopardo, Italia Oggi.

Giorgia Meloni rimane proiettata verso Palazzo Chigi, ma come al rallentatore. Lega e Forza Italia hanno cominciato ad allineare richieste nella scelta dei presidenti delle Camere e dei ministri, tali da rendere possibile la sintesi della candidata premier solo a una condizione: essere accontentati. Massimo Franco, CorSera.

Al di là dei dettagli […] la questione aperta è il rifiuto dei leader di Forza Italia e Lega di riconoscere a Meloni, vincitrice delle elezioni, il ruolo di nuovo capo del centrodestra. Marcello Sorgi, La Stampa.

Forza Italia non cede su Ronzulli. La Russa e Molinari o Molteni per la presidenza delle Camere. Titolo della Stampa.

Salvini: «C’e ottimismo». Viminale alla Lega (ma Salvini alle infrastrutture). Titoli del Giornale.

Voglio ministri seri. Giorgia Meloni.

Letta ai dem: «Questi non durano…» Titolo del Manifesto.

L’universo è un posto semplice. È vero, contiene cose complicate come le galassie, le otarie e le commissioni parlamentari, ma se lo guardiamo in media, ignorando le idiosincrasie locali, su scale molto grandi l’universo ha praticamente lo stesso aspetto ovunque. Sean Carroll, Dall’eternità a qui.

[E ovunque] nessun amore è più corrisposto di quello per noi stessi. Roberto Gervaso.

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