Il petrolio della discordia o la vendetta del Principe 12/10/2022
Analisi di Michelle Mazel
Autore: Zvi Mazel/Michelle Mazel
Il petrolio della discordia o la vendetta del Principe
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)

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mohammed bin salman | ISPI
Mohammed Ben Salman

Il cielo si sta oscurando sulla vecchia Europa, minacciata da una crisi energetica di proporzioni senza precedenti. Le sanzioni contro la Russia sono un'arma a doppio taglio. Privati ​​della fornitura di gas e petrolio russi, un governo dopo l'altro sta adottando misure che una volta erano impensabili. Limitazioni dell’illuminazione pubblica, restrizioni sul riscaldamento e, chissà, sull'erogazione del gas. Dall'altra parte dell'Atlantico, gli Stati Uniti non hanno questo problema, ma sono duramente colpiti dal rialzo del prezzo del petrolio che sta alimentando una pericolosa deriva inflazionistica a poche settimane dalle cruciali elezioni di medio termine. Che fare ? Potrebbe essere auspicabile, allora, un aumento della produzione mondiale di oro nero che comporterebbe una riduzione dei costi. Guarda caso, i Paesi del Golfo e l'Arabia Saudita, detentori di immense riserve, sono gli alleati privilegiati dell'Occidente. Perché non chiedere loro un piccolo aiuto in questo periodo difficile? Dopotutto, l'Arabia Saudita gode di un prospero benessere economico. A maggio poteva vantare un tasso di crescita eccezionale, il 10% in più rispetto all'anno precedente. A luglio, senza alcun pudore, il Presidente Joe Biden è andato a Canossa, cioè a Jeddah, per fare appello ai buoni sentimenti del sovrano saudita. Il Presidente francese lo aveva preceduto nel dicembre del 2021 e successivamente ha ricevuto all'Eliseo il Principe ereditario Mohammed Ben Salman. Ahimé! Lungi dal soddisfare le loro aspettative, l'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio, l’OPEC, ha appena reso pubblica una decisione completamente diversa. Non solo non aumenterà la sua produzione, ma la ridurrà di due milioni di barili al giorno! Una misura che farà salire i prezzi alle stelle. Secondo Le Figaro, si tratta niente di meno che di “uno schiaffo da Riyadh all'Occidente.” Per il quotidiano, questo è un regalo offerto su un piatto d’argento alla Russia, che, dall'invasione dell'Ucraina, avrebbe incamerato 116 miliardi di euro grazie alle sue esportazioni di petrolio.”  Sempre secondo Le Figaro, “Adottata sulla spinta di Riyadh, questa decisione dell'OPEC Plus mostra che al di là dell'Arabia Saudita, i Paesi del Golfo sono solidali con Mosca e rifiutano di prendere le distanze dal loro alleato russo, membro dal 2016 dell’OPEC Plus.  “Non è solo un matrimonio di circostanze”,  ha affermato il Principe saudita e Ministro dell'Energia, Abdelaziz Ben Salman, fratellastro di MBS.”   Quello che non si dice  è che il Principe ereditario, che ora è anche Primo Ministro, ha la memoria lunga. Non ha dimenticato l'ostracismo a cui è stato sottoposto durante l'affare Khashoggi, le condanne da parte del Presidente francese e soprattutto i commenti sprezzanti del candidato Biden, che si era permesso di trattarlo da paria, lui che è il discendente del re Saud, e che si è impegnato a rivedere i rapporti privilegiati del suo Paese con il regno. Eletto Presidente, Biden credeva di non dover scusarsi e di dover solo recarsi di persona a Gedda e stringere la mano al paria di ieri.                                 
Significa che non conosce la realtà del Medio Oriente.

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