Il governo israeliano che non va bene ai palestinesi
Umberto De Giovannangeli intervista Hanan Ashrawi, dirigente del partito palestinese
Testata:
Data: 27/02/2003
Pagina: 10
Autore: Umberto De Giovannageli
Titolo: Ashrawi: è una coalizione razzista che non aiuterà il processo di pace
L'Unità pubblica un’intervista a Hanan Ashrawi, una dirigente palestinese.
Riportiamo ampi stralci dell’intervista sottolineando l’estrema faziosità delle affermazioni della Ashrawi ed il fatto che, contrariamente a quanto dichiarato in passato, anche i leader palestinesi esprimono "critiche" al governo israeliano, un governo eletto democraticamente ed espressione della volontà di un popolo.

E’ accaduto in diverse occasioni che ministri israeliani, i quali "osavano" esprimere la loro opinione sulla corruzione, sull’incitamento alla violenza di Arafat e della sua leadership, nonché sulla necessità di procedere ad elezioni democratiche venissero "invitati" ad occuparsi delle questioni interne israeliane.

La situazione ora è ribaltata e si assiste ad una critica durissima nei confronti della nuova composizione del governo israeliano.

Eppure quello che vale per gli israeliani dovrebbe valere anche per i palestinesi e, dunque, perché Hanan Ashrawi non si occupa dei problemi interni palestinesi che non sono certo di poco conto?

"Cosa penserebbe lei se fosse palestinese, di un governo israeliano di cui fanno parte una forza politica che teorizza l’espulsione di massa dei palestinesi dai Territori, e un altro partito che ha chiesto e ottenuto da Sharon l’ampliamento degli insediamenti? Il minimo che si possa dire è che si tratta di un governo estremamente pericoloso e che certo non aiuterà a rilanciare il processo di pace". A parlare è una delle figure più rappresentative e indipendenti della dirigenza palestinese, Hanan Asrawi.

D. Ariel Sharon ha varato il nuovo governo. Qual è la sua valutazione?

R. Estremamente negativa. Come valutare altrimenti un governo di cui fa parte un partito razzista (l’Unione nazionale) che non ha mai smesso di sostenere l’espulsione di massa dei palestinesi? Per non parlare poi dell’altro partito della coalizione (il Partito Nazional Religioso) che ha ottenuto di inserire nel programma di governo l’ampliamento degli insediamenti a Gaza e in Cisgiordania. Non mi ero mai illusa sulle reali intenzioni di Sharon e la formazione di questo governo conferma il mio pessimismo.

D. Cosa la preoccupa maggiormente?

R. Lo spirito di questa coalizione, l’humus culturale che la permea, la storia personale di molti dei suoi esponenti. Una cultura colonizzatrice al servizio di una logica militarista che punta ad annientare la causa palestinese e a distruggere l’identità stessa del popolo palestinese. Questo governo non aiuterà certo ad aprire la strada al processo di pace.
Il governo Sharon ha tutte le intenzioni di portare avanti il processo di pace ma chi sta annientando la causa palestinese non è la sua "logica militarista" bensì la devastante catena di attentati suicidi che oltre a provocare la morte di civili inermi delegittimano dinanzi al mondo quello che è un legittimo diritto del popolo palestinese: avere uno Stato.

Ed è lo stesso Stato che Arafat ha rifiutato a Barak più di due anni fa; la violenza che ne è seguita per volere del leader palestinese è storia nota a tutti.

D. Il tutto alla vigilia di una sempre più probabile guerra all’Iraq.

R. Una guerra che avrà ricadute devastanti sulla crisi israelo-palestinese, perché verrà utilizzata dal nuovo governo per realizzare quel disegno che Ariel Sharon ha perseg

uito tenacemente dal primo giorno della sua ascesa alla guida di Israele: annientare i palestinesi, distruggere l’ANP, annettere allo Stato ebraico parti consistenti della Cisgiordania.
La fantasia della Ashrawi è davvero sfrenata!

Sharon non ha mai voluto annientare i palestinesi, semmai è vero il contrario e gli attentati dei kamikaze lo hanno ampiamente dimostrato; come non ha mai cercato di "distruggere" l’ANP ma solo di allontanare il suo leader corrotto e voltagabbana.

Il "disegno" di Sharon era di tornare al tavolo delle trattative ma i terroristi di Arafat glielo hanno sempre impedito.

D. Qual è la pace sognata da Hanan Ashrawi?

R. Una pace tra pari. Una pace fondata sul riconoscimento del diritto dei palestinesi a vivere da donne e uomini liberi in uno Stato indipendente.
E allora perché lo avete rifiutato nel luglio del 2000 a Camp David quando Ehud Barak ve lo aveva offerto?

La domanda, la cui risposta sarebbe stato interessante conoscere, non viene posta dal giornalista.

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