Una notizia confusa (volutamente?)
Se le informazioni vengono accorciate e distorte, la percezione del lettore verrà compromessa.
Testata: La Repubblica
Data: 26/02/2003
Pagina: 23
Autore: un giornalista
Titolo: Arafat attacca:
Riportiamo una frase dell'articolo all'attenzione dei nostri lettori:
L’esercito apre il fuoco sui dimostranti, un bambino palestinese di 13 anni è ucciso, in un campo profughi una misteriosa esplosione trancia le gambe a un dirigente di Hamas.
Una lunga frase, che riguarda due eventi totalmente diversi e legata solo da due virgole. Non si capisce nè a quali dimostranti il giornalista faccia riferimento, né il motivo per cui è stato aperto il fuoco, né tantomeno come sia morto il bambino e perché si trovasse lì.
Di quale campo profughi si tratta? A tranciare le gambe di un terrorista (anziché dirigente!) di Hamas è stata un'esplosione causata da soldati israeliani o forse un "incidente sul lavoro" di alcuni terroristi che preparavano un nuovo ordigno da far esplodere in mezzo alle strade di città israeliane?
L’astuzia del giornalista nell’"accorciare" ai minimi termini le informazioni, distorcendole, compromette (volutamente, in questo caso) la percezione del lettore nei confronti della situazione israelo-palestinese. E’ questo il modo di fare giornalismo?

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