L’Europa e la narrativa palestinese 03/09/2022
Analisi di Michelle Mazel
Autore: Zvi Mazel/Michelle Mazel
L’Europa e la narrativa palestinese
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)

https://israel247.org/2022/09/leurope-et-la-fiction-palestinienne/

il-presidente-dello-stato-di-palestina-mahmoud-abbas - Ambasciata  Palestinese
Mahmoud Abbas

L’Autorità palestinese, così dicono, si prepara a rinnovare la sua richiesta di vedere finalmente riconosciuto lo Stato di Palestina dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite durante la settantasettesima sessione di questa augusta istituzione, che si terrà tra il 13 ed il 27 settembre.

Mahmoud Abbas avrebbe intenzione di andare di persona per presentare questa richiesta. Non c'è dubbio che verrebbe accolto con tutti gli onori dovuti a un Capo di Stato, anche se il suo titolo di Presidente è discutibile. Il suo mandato presidenziale è scaduto ormai da tempo e lui non ha alcuna fretta di indire nuove elezioni che, a quanto risulta dai sondaggi, sicuramente perderebbe. Inoltre, le autorità di Ramallah non esercitano più alcun potere sulla Striscia di Gaza di cui, secondo gli Accordi di Oslo, loro sono comunque le legittime rappresentanti. Ancora peggio, Hamas, che le ha scacciate con un sanguinoso colpo di Stato nel 2007, sta compiendo notevoli sforzi per destabilizzare i territori sotto il controllo dell'Autorità Palestinese per prendere il potere anche lì. In questa impresa è assistito dalla Jihad islamica, saldamente radicata in particolare a Jenin. Soprannominata “capitale del terrorismo” per via del campo profughi che si trova dove la polizia palestinese non osa più avventurarsi, questa zona è teatro di scontri quasi quotidiani con le forze di sicurezza israeliane. È da lì che sono partiti molti attentati mortali contro dei civili israeliani all'interno di Israele ed è lì dove i terroristi tornano a rifugiarsi. Una situazione simile si osserva in altre città e villaggi. In ogni manifestazione possiamo vedere una maggioranza di uomini incappucciati e pesantemente armati. C'è un clima da Far West. Le ingenti somme concesse all'Autorità Palestinese da varie organizzazioni internazionali, dall'Unione Europea e dai Paesi arabi cosiddetti fratelli, per contribuire allo sviluppo delle infrastrutture e al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni, vengono dirottate dalla loro destinazione. I media ed i social network locali parlano di una corruzione diffusa e di leader che si riempiono le tasche. Comunque sia, l'unico elemento in comune tra tutte queste correnti, e la Striscia di Gaza e Ramallah, è la retorica anti-israeliana e antiebraica unita alla negazione del diritto di esistere dello Stato ebraico. C'è da dire che sia l’una che l’altra trovano un'accoglienza gradita presso i sostenitori del BDS su entrambe le sponde dell'Atlantico, come dimostra il loro slogan “dal fiume – il Giordano – al Mare - Mediterraneo – la Palestina sarà libera.”  Ovviamente, non si pongono la domanda di quale Palestina si tratti. Il che di per sé non è sorprendente, dato che gli stessi palestinesi hanno difficoltà a rispondere. Ovviamente non importa. Se Abu Mazen, nome di battaglia di Mahmoud Abbas, si presenta alla tribuna dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, non c'è dubbio che sarà accolto da un grande applauso; applausi che si ripeteranno ad ogni suo sfogo. E la fine del discorso di questo vecchio antisemita che non rappresenta più granché, sarà salutata da una standing ovation. E poi si cambierà argomento.

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