Ci risiamo
Come se Sharon non fosse già stato considerato non responsabile per l'eccidio di Sabra e Shatila, la Corte belga riapre il caso su pressione di alcuni palestinesi
Testata:
Data: 13/02/2003
Pagina: 6
Autore: Umberto De Giovannageli
Titolo: Sabra e Chatila, la Corte belga riapre il fascicolo su Sharon
Se si esamina la storia dello Stato di Israele è difficile trovare un altro
primo ministro tanto "bersagliato" quanto Sharon.
Da quando è stato eletto due anni fa il suo nome è sempre stato associato
agli epiteti di "guerrafondaio", "oppressore", "falco" per citare solo i
più miti.
E, come se non bastasse, alcuni mesi fa il Belgio, su pressione di alcuni
palestinesi residenti in quel paese, ha deciso di incriminare Sharon per i
massacri compiuti nei campi profughi di Sabra e Chatila nel 1982.
Quegli orrendi crimini furono materialmente commessi dalle milizie
falangiste di Eli Hobeika e nessun militare israeliano si macchiò di quel
sangue innocente. Una Commissone appositamente costituita per indagare sui
fatti (la Commissione Kahan) accertò che Sharon non fu direttamente
responsabile di quell'eccidio.

Quello che stupisce maggiormente è che dopo vent'anni l'accanimento contro
Sharon non dia segni di cedimento e se una prima sentenza emessa da un
tribunale belga nel giugno dello scorso anno aveva deciso che il primo
ministro israeliano non poteva essere giudicato per quei fatti, è solo del
mese scorso l'adozione da parte del Senato belga di alcuni emendamenti alla
"legge di giurisdizione universale" del 1993 che consente ai tribunali del
Paese di perseguire chiunque sia accusato di aver commesso crimini di
guerra indipendentemente dal luogo in cui sono stati commessi ed anche se
l'accusato non è di nazionalità belga.

Riportiamo alcuni stralci dell'articolo nel quale il giornalista si limita
a riportare la notizia senza alcuna precisazione storica o commento.

E' crisi tra Gerusalemme e Bruxelles. A determinarla è la decisione della
Corte di Cassazione belga di annullare la sentenza che stabilisce
l'irricevibilità della denuncia per crimini contro l'umanità depositata
contro il premier israeliano Ariel Sharon, aprendo di fatto la strada ad un
eventuale processo. La Cassazione ha però stabilito l'impossibilità di
procedere fino a quando Sharon sarà coperto dall'immunità di cui gode per
la propria funzione. Questo vuol dire che le accuse potranno essere
rilanciate il giorno in cui "Arik" non sarà più al governo. A dare l'avvio
alla procedura sono stati alcuni palestinesi residenti in Belgio che
accusano Sharon ? a quei tempi ministro della Difesa ? di essere alla base
dei massacri perpetrati nei campi profughi di Sabra e Chatila nel 1982 in
Libano. L'accusa contro Sharon è pesantissima: quella di essersi macchiato
di crimini contro l'umanità.
La decisione della Corte di Cassazione belga ? afferma Netanyahu ? è uno
scandalo, una provocazione, che legittima il terrorismo: il Belgio non fa
del male solo a Israele, ma all'intero mondo libero. E la risposta
israeliana sarà molto severa.
Di segno opposto è la reazione degli avvocati dei sopravissuti di Sabra e
Chatila. Si è trattato di una grande vittoria per la giustizia
internazionale e per le vittime dell'orrendo massacro compiuto a Sabra e
Chatila dai falangisti libanesi con il sostegno delle forze armate
israeliane guidate da Ariel Sharon, dichiara l'avvocato Chibli Mallat.
La decisione assunta dalla Corte di Cassazione ? prosegue l'avvocato Mallat
? riconosce che la legge belga può esercitare una giurisdizione universale
di fronte a crimini contro l'umanità perpetrati fuori dai confini
nazionali.
Rilevando ancora una volta l' assenza di un qualsiasi commento da parte del
giornalista viene da chiedersi se il legislatore abbia valutato
attentamente le ricadute sul piano politico, giuridico e sociale di una
tale legge.

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