Periscopio 18/08/2022
A cura di Diego Gabutti
Autore: Diego Gabutti
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 18/08/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Les ventes des Versets sataniques augmentent depuis l'attaque contre Salman  Rushdie | Radio-Canada.ca
Salman Rushdie

Hadi Matar, il 24enne di origini libanesi che venerdì scorso, a New York, ha pugnalato Salman Rushdie, si è dichiarato «non colpevole». Mazza e Olimpio, CorSera.

[Dopo la fatwa di Khomeini, nel 1989,] un tale Marco Pannella gli aveva offerto una candidatura al parlamento europeo. E non era mancata la solidarietà di molti colleghi, a cominciare da Martin Amis e Christopher Hitchens, suoi vecchi amici. [Ma non tutti i colleghi lo amavano]. Kingsley Amis, padre di Martin, aveva commentato la sua situazione dicendo: «Se vai in cerca di guai, non puoi lamentarti quando li trovi»; per Germaine Greer era un «megalomane»; secondo Al Alvarez «l’aveva fatto apposta per diventare lo scrittore più famoso del mondo»; John Le Carré gli aveva dato del «cretino». Salman Rushdie, Joseph Anton. Un memoir.

Baciamo le mani di colui che ha strappato il collo del nemico di Dio con un coltello. Kayhan (quotidiano conservatore di Teheran).

Khomeini elaborò il grandioso disegno di porre l’Islam alla testa del «proletariato esterno», sostituendo in tale ruolo rivoluzionario il comunismo sovietico. Questo programma fu espresso con la massima chiarezza nella lettera che egli, poco prima di morire, inviò a Gorbaciov. In essa il leader del fondamentalismo islamico chiese al segretario del Pcus di riconoscere che il comunismo aveva fallito nel suo tentativo di distruggere la materialistica civiltà capitalistica e che, pertanto, sulla scena mondiale non restava che una sola forza spirituale in grado di perseguire l’obiettivo di liberare i popoli che si trovavano nella «prigione dell’Occidente e del Grande Satana»: l’Islam. Luciano Pellicani, Jihad: le radici.

Il bolscevismo può essere per i russi quel che l’Islam è stato per gli arabi. Bertrand Russell, Teoria e pratica del bolscevismo (1920).

In Ucraina venimmo a sapere dell’incidente di Chernobyl […] solo molti giorni dopo la fusione del reattore e per giunta da fonti occidentali. Mosca nascondeva, mentiva, e intanto la nube radioattiva si spandeva nell’aria, inquinava l’acqua, i campi coltivati, entrava negli ospedali, gravava sui nostri bambini. (Lorenzo Cremonesi, CorSera).

Tutto il mondo teme l’incidente nucleare, che partendo dal gigantesco impianto di Enerhodar (il più potente d’Europa), investirebbe con una nube radioattiva tutta l’Europa, e forse anche più in là. Quindi, [i russi] sparano. A ogni sparo, il mondo fa un salto sulla sedia, e partono i comunicati di condanna [e] il terrore della contaminazione radioattiva spinge migliaia di persone che vivono in quell’area a scappare, e si creano nuove masse di profughi disperati. L’esercito ucraino è schierato sull’altra sponda del Dnieper, ma può solo guardare le torri e i reattori, e contare i colpi di mortaio che partono da lì per raggiungere non loro ma le città alle loro spalle. Brunella Giovara, la Repubblica.

A Zaporizka si sta subordinando la sicurezza nucleare a fini politici [come] accadde in Iraq nel 2002, quando i paesi occidentali imposero le ispezioni ai siti nucleari iracheni. [Stavolta,] in Ucraina, gli stessi paesi non vogliono l’ispezione a Zaporizka per evitare che questa finisca per scagionare la Russia dalla tesi precostituita di voler provocare una catastrofe nucleare. Giorgio Ferrari, il Fatto.

La rete [filorussa] coinvolge social network, tv, giornali e ha come obiettivo il condizionamento dell’opinione pubblica. Si attiva nei momenti chiave del conflitto, attaccando i politici schierati con Kiev e sostenendo quelli che portano avanti le tesi favorevoli alla Russia. Guerzoni e Sarzanini, CorSera.

Neppure quando vengono rivelati tutti i trucchi e i sotterfugi certa gente si convince di essere stata presa in giro. Piero Angela, scomparso il 13 agosto 2022.

Per [i futuri ministeri] di rilievo tutto è ancora in alto mare soprattutto perché [Giorgia Meloni] dovrà avere l’ok del Quirinale [e] il Colle potrebbe avere qualcosa da ridire [per esempio su un eventuale] ritorno di Matteo Salvini all’Interno. Marco Antonellis, Italia Oggi.

Il sonno della ragione produce ministri. Alberto Arbasino.

«Se anche tu pensi che si debbano investire più risorse per la sicurezza, il 25 settembre devi votare per il partito comunista», dice a sorpresa Berlusconi in chiusura della clip. Poi finge di trasalire per il lapsus e si corregge sorridendo: «Ho sbagliato, devi votare per noi. Per Forza Italia». HuffPost.

Si accende lo scontro tra bastian contrari e bastian favorevoli. Altan, L’Espresso.

Lo spettacolo delle liste elettorali dopo il taglio dei parlamentari è molto istruttivo. La competenza non conta nulla, l’esperienza di gestione amministrativa nemmeno. Conta solo il posizionamento nel partito, la fedeltà al leader e la certezza che non ci possa essere il leggendario cambio di casacca. Purtroppo con questi partiti e con queste regole non si va da nessuna parte. Giovanni Cagnoli, Linkiesta.

«Mossa a sorpresa della sinistra italiana! Per scongiurare il pericolo “fascismo” – ha scritto Giorgio Longobardi, 38 anni, consigliere comunale a Napoli per Fratelli d’Italia – il programma di Pd e soci sarà di trasmettere, fino al 25 settembre, ogni giorno a reti unificate, i seguenti film», e sotto una lista di capolavori del cinema di denuncia dello sterminio nazista degli ebrei [dal Pianista a Schindler’s List]. La Stampa.

[Sospeso dal partito,] «volevo solo evidenziare i mezzucci della sinistra, nessuna ironia», si è difeso il consigliere. CorSera.

In politica ci sono creature sempliciste, tutte per un’idea, a prescindere dagli uomini. Io non sono tra queste. Basta un uomo a disgustarmi in eterno d’un partito o d’una fazione; la sua presenza mi prova che nell’idea c’è un vizio d’origine, o una stortura presente. Arrigo Cajumi, Pensieri di un libertino.

Il peggior nemico dell’uguaglianza è chi la proclama. Roberto Gervaso.

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