La giustizia in versione belga
L' incriminazione di Sharon e il racconto di come è andata a Sabra e Chatila
Testata: L'Opinione
Data: 13/02/2003
Pagina: 3
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: Sharon, Sabra e Chatila, la vera storia
Giornali e TV hanno dato ampio risalto alla decisione della Corte Suprema belga di ammettere un processo a Sharon per crimini contro l'umanità. In merito a questo argomento riportiamo l'articolo di Dimitri Buffa pubblicato su L'Opinione giovedì 13 febbraio 2003 e rinviamo il lettore anche alla nostra analisi del pezzo dell'Unità del 13-02-2003.
La corte suprema del Belgio avrebbe dovuto mettere la parola fine ad un improponibile processo contro il premier israeliano Ariel Sharon promosso da alcuni cittadini arabo libanesi per presunti crimini contro l'umanità relativi alla strage di profughi palestinesi dei campi di Sabra e Chatila perpetrata nella notte tra il 16 e il 17 settembre 1982.
Al vero colpevole circa un anno fa i siriani hanno chiuso la bocca per
sempre usando il metodo che lui stesso aveva brevettato in Libano.
Elie Hobeika, l'uomo che guidò le stragi di inermi palestinesi nei campi
profughi di Sabra e Chatila il 16 settembre del 1982, era stato infatti
dilaniato da una carica di esplosivo a Beirut nella propria abitazione,
iperprotetta dai servizi segreti siriani, nel quartiere Hazmiyeh.
Hobeika stranamente non era stato citato neppure come testimone nel processo
farsa.
Come sono invece andate veramente le cose a Sabra e Chatila chi vuole può
leggerselo nei capitoli 7 e 8 del libro "From Israel to Damascus", scritto
dalla ex guardia del corpo di Hobeikah, Robert Hatem, in codice "Cobra",
pubblicato integralmente su internet nel sito "fromisraeltodamascus.com".
Il tutto su licenza dell'editore "Pride international publications" di La
Mesa in California. Quel libro fu infatti bandito in Libano e lo stesso
Hobeikah è riuscito a non farlo pubblicare nemmeno in Francia pagandosi i
migliori avvocati con i soldi dell'attuale governo fantoccio di Beirut,
telecomandato dal sanguinario dittatore di Damasco Assad.
Ci si dimentiche che Hobeikah in Libano è stato fino a due
anni orsono un ministro molto importante: prima a capo del dicastero
dell'elettricità, poi di quello per la sistemazione dei profughi (visti i
precedenti, ndr), infine responsabile dell'aiuto agli handicappati.
Secondo il suo ex braccio destro, che adesso vive in luogo segreto, gli
eventi di quel maledetto 16 settembre 1982, all'indomani dell'attentato che
aveva fatto secco il presidente Bashir Gemayel, "uno che doveva durare 6
anni e che invece restò in carica 20 giorni", sarebbero andate così: "erano
stati gli uomini di Maroun Mashaalani, sconvolti dal loro uso regolare e non
modico di eroina e cocaina, quella mattina a perpetrare uno dei peggiori
macelli che la storia ricordi nel campo di Sabra e Chatila."
L'ordine sarebbe partito per iniziativa di Hobeika, che faceva il doppio
gioco tra Israele e la Siria. Hobeikah aveva convinto Sharon che in quei
campi profughi c'erano "almeno 2000 terroristi dell'Olp".
Sharon aveva dato ordine di evacuare i civili e di arrestare i terroristi,
se del caso ricorrendo alla forza.
Lui invece trasmise al suo sicario e alla banda di miliziani drogati che
quest'ultimo comandava un altro comando: "cancellare tutti dalla faccia
della terra".
Sharon, avuta notizia della strage, alle 6 del mattino - racconta Cobra -
"convocò immediatamente me e Hobeikah al quartiere generale".
"Lo raggiungemmo - dice oggi Hatem - sul terrazzo di quell'alto edificio
prospiciente l'ambasciata del Kuwait... gli ufficiali israeliani intorno a
Sharon erano furiosi con Hobeikah, attribuendogli l'iniziativa della strage.
Lui rispose che tutto era successo per via dell'oscurità. Sharon urlò:
nessuno ti aveva detto di fare questa carneficina, se avessi voluto potevo
procedere da solo con i miei carrarmati... qualche minuto dopo, Hobeika ebbe
un messaggio sul proprio walkie talkie da uno che disse di essere Paul. Gli
chiedeva istruzioni: ci sono donne e bambini che devo fare? E Hobeika
rispose, senza sapere che potevo sentirlo, è un problema tuo, non mi
chiamare più."
"Vista la mala parata e le insignificanti scuse di Hobeikah, Sharon ordinò
agli israeliani di aprire il fuoco da quel momento su chiunque si fosse
avvicinato a quei campi profughi, ma ormai era troppo tardi."
Così finisce il racconto di "Cobra", il guardaspalle di Hobeiklah.
"Non posso provarlo - dice oggi "Cobra" - ma per me il piano diabolico era
stato concepito dai siriani per fare cadere il governo di Begin in cui
Sharon era ministro della difesa". Cosa che puntualmente accadde.
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