La prossima guerra
Israele, giĆ  in guerra contro l' Intifada, si prepara ad affrontare, per la seconda volta, Saddam Hussein, nel caso che ci riprovi.
Testata:
Data: 12/02/2003
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: La prossima guerra
Ci stiamo preparando, con calma, alla prossima guerra. E' comico dire "la prossima" visto che siamo ancora in pieno dentro l'attuale.
La prossima pero' ci costringe gia' a fare dei preparativi: Saddam fa paura, i 39 scud caduti su Israele nel 1991 sono piu' che un ricordo quindi siamo tutti molto attenti a seguire le direttive di chi ne sa piu' di noi semplici cittadini e leggiamo con molta attenzione l'opuscolo che il Ministero della Difesa ha appena mandato ad ogni famiglia di Israele " In caso di vero allarme, guida al comportamento di aiuto alla famiglia".
Uno si mette a leggerlo, controlla in quale zona si trova, la zona A e' la piu' pericolosa, poi ti raccontano come suoneranno le sirene, quanti minuti hai per andare in rifugio, sette, e pagina dopo pagina vedi tanti bei fumetti con mamme, papa, bambini, nonni, zii tutti colla loro bella maschera antigas, come si mette, cosa devi aprire per non morire soffocato indipendentemente dalla guerra. Ti raccontano anche come devi schiaffarti l'ago per la puntura antiantrax nella coscia nel caso i missili contenessero l'antrace. Il guaio e' che se ti buchi perche' sei isterico per la paura e non c'e' l'antrace nell'aria allora muori comunque.
Nel mio palazzo stiamo sistemando il rifugio comune, una bella pulizia, ognuno porta qualche sedia, qualche mobile, anche un vecchio divano e la signora del primo piano ha portato persino un vasetto di fiori. La incontro per le scale e mi chiede "cosa dici, sara' in febbraio? Ma niente paura, andra' tutto bene anche stavolta " . Tutto bene? Anche stavolta?
Infine sul famoso opuscolo si trova la lista del cibo che uno deve avere da parte in caso di guerra ma a quel punto uno si ribella e non legge piu'. Cibo? Acqua ? Rifugio? Antrax? Basta. Basta!
Mentre noi ci prepariamo con calma a ricevere i regalini di Saddam, leggiamo sui giornali che in Italia alcuni professori di Ca' Foscari hanno deciso di boicottare i loro colleghi israeliani.
Allora uno pensa che non c'e' limite al razzismo, all'odio, all'antisemitismo, che niente e' cambiato, che da una parte ci ammazzano e dall'altra ci perseguitano perche' siamo duri a morire e gli fa rabbia.
E leggiamo che il presidente dell'Unione delle Comunita' ebraiche esclama: " Ma cosi' fanno il gioco di Sharon".
Ohibo', allora uno pensa, c'e' qualcosa che non va, non e' questo che avrebbe dovuto dire. Che si sia sbagliato? Un ebreo dovrebbe infuriarsi di fronte a una simile bruttura, dovrebbe ricordarsi di qualche annetto fa, diciamo il 1933, e dovrebbe proprio incazzarsi di brutto e non tirare in ballo Sharon.
C'e' qualcosa che non funziona in Italia, qualcosa che va storto, forse qualche virus, vai a sapere. Chissa', il virus dell'odio che genera il virus della paura che rende pusillanimi e allora invece di infuriarsi con gli antisemiti di Ca'Foscari si lancia un grido contro Sharon.
Funziona sempre.
Chiunque odi Sharon viene visto di buon occhio, significa che sta dalla parte della Pace insieme a Saddam Hussein, la Francia della Costa d'Avorio, il Belgio dei pedofili, la Germania di...beh stendiamo un velo per non cadere nell'ovvio, la Russia della Cecenia, tutti bravi, sinceri e convinti pacifisti.
Altro che Sharon!
Evviva l'Europa pacifista.
L'Italia poi, per ricordare ai distratti che la Pace e' importante e che bisogna mettere la bandiere arcobaleno su tutti i balconi della penisola, organizzera' una marcia il 15 febbraio, La solita MARCIA DELLA PACE, per Saddam, per i palestinesi adorati, contro gli Stati Uniti e contro Israele, paesacci imperialisti e guerrafondai.
Chissa' quante bandiere da bruciare, bandiere amerikane e bandiere sioniste, anzi , come le chiamano loro " nazi-sioniste". Chissa' che divertimento per i cari ragazzi pacifisti. Saranno gli stessi che hanno gioito quando e' esploso il Columbia?

Mah, vai a capire!

Noi in Israele continuiamo ad occuparci di cose serie: la nostra sopravvivenza, nonostante TUTTI.