Porto Alegre: il primo Social Forum anti israeliano
A Porto Alegre si raggruppano manifestanti tutt'altro che pacifisti
Testata: L'Opinione
Data: 08/02/2003
Pagina: 3
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: PORTO ALEGRE: IL FORUM SOCIALE DEGLI ANTISEMITI
Riportiamo un articolo di Dimitri Buffa pubblicato sull'Opinione sabato 8 febbraio 2003.
T-shirt con stelle di Davide che diventano svastiche, cartelli in cui si
invita all'azione contro "nazisti, ebrei e yankee" con l'auspicio che "non
ci siano mai più popoli eletti", altri che indicano gli ebrei americani come
"i veri responsabili dell'11 settembre".
Nell'assoluta indifferenza dei media italiani, quello di Porto Alegre passerà forse alla storia come il primo, ma forse non l'ultimo dei Social Forum anti israeliani se non antisemiti.
La denuncia viene dal Simon Wiesenthal Center che in una lettera al
presidente brasiliano Luiz Ignacio Lula Da Silva negli scorsi giorni ha
fortemente denunciato la circostanza lamentando altresì aggressioni ai suoi
militanti, gli unici presenti tra le ong ebraiche a Porto Alegre, e
dichiarando che anche le comunità ebraiche locali si sono sentite minacciate
da questa risorgente ondata di antisemitismo terzo mondista e pacifista. E
che le motivazioni fossero anti ebraiche lo dimostra il fatto che, quando uno
speaker brasiliano ha proposto che i palestinesi adottassero la non violenza
gandhiana, in uno dei tanti meeting del Palestinian social forum, la polizia ha dovuto scortare lo speaker perchè non fosse linciato. Lo stesso è successo ai collaboratori del Simon Wiesenthal Center che hanno provato ad
alzare una bandiera in cui era scritto "due popoli e due stati", slogan cui
ormai nemmeno i filo palestinesi che lo hanno inventato evidentemente
credono più.
La lettera suddetta è stata inoltrata per conoscenza anche al sindaco di
Porto Alegre, Joao Verle, e alla responsabile organizzativa del Social Forum
Alessandra Ceregatti. A firmarla sono stati i due responsabili del SWC
spediti al World social forum: il responsabile delle relazioni internazionali Shimon Samuels e il rappresentante per l'America Latina, Sergio Widder.
Particolarmente anti ebraici sono stati ritenuti i manifesti con cui è stata
tappezzata Porto Alegre, manifesti che mostravano il solito soldato israeliano con il mitra puntato al posto di blocco contro la madre e il bambino palestinesi. Sotto una scritta in inglese, francese e portoghese spiegava che : "L'occupazione israeliana rapina l'infanzia della speranza e del futuro". Neppure ovviamente una parola sui suicide bombers cui l'infanzia invece la rubano e sui capi delle fazioni terroristiche coordinate da Arafat anche con l'indottrinamento scolastico pagato con i fondi Ue.
La lettera a Lula e al sindaco di Porto Alegre si conclude così: "il
presidente Luiz Inacio Lula da Silva, nel suo messaggio inaugurale del WSF,
poneva in rilievo il fatto che che il Forum non dovesse essere
strumentalizzato per interessi di parte.. signor sindaco lei non può che
prendere alla lettera le parole del suo presidente e alzare la sua voce per
condannare l'antisemitismo che ha invaso Porto Alegre.."
Neanche a dirlo, sembra che i responsabili delle provocazioni anti ebraiche
al WSF siano stati ancora una volta quelli del Palestinian Social Forum. Sui loro siti internet in questi giorni si leggono messaggi di giubilo per la morte del primo astronauta israeliano. Infine il centro Wiesenthal in questi giorni tiene sotto pressione il Brasile e il suo presidente per un'altra nefandezza: la pubblicazione di un libro che nega l'esistenza della Shoah e il cui autore ha chiesto alla suprema corte brasiliana di annullare la condanna che ne ha fatto ritirare tutte le copie in commercio, in quanto "l'incitazione all'antisemitismo non può essere un crimine razzista poichè gli ebrei non sono una razza".
Veramente due brutte gatte da pelare per il presidente brasiliano eletto dai
no global a santo patrono vivente in terra.
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