Israele è cattivo, ma lo shekel non puzza.
Israele paga sussidi familiari a circa 20.000 uomini arabi e musulmani di cittadinanza israeliana, pluribigami e con prole infinita. E'rispetto per la diversità o sopruso inaccetabile ?
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Data: 06/02/2003
Pagina: 2
Autore: un giornalista
Titolo: La poligamia in Israele
Il Ministero dell' Interno d'Israele ha redatto un rapporto intitolato "La poligamia in Israele", nel quale sottolinea che lo stato d' Israele sta pagando sussidi familiari a circa 20.000 (ventimila) uomini arabi e musulmani di cittadinanza israeliana, che hanno sposato molte donne provenienti da altri stati.
"Lo stato d' Israele, per le note ragioni, è una destinazione prediletta da immigranti non di religione ebraica, provenienti da vari stati e specialmente da nazioni arabe e dai territori dell' Autorità Palestinese. Questa ondata di immigrazione costituisce un serio pericolo per la sicurezza nazionale d' Israele, sotto il profilo sia politico sia della criminalità, ed è non meno insidiosa sotto il profilo demografico, oltre a rappresentare un ingente peso economico".
Il rapporto, firmato da Herzl Gedz, esemplifica questi concetti.
Un arabo ha sei mogli e 54 figli, ed ogni mese riceve un sussidio di 25.000 shekel (circa 12.500.000 lire italiane). Un altro arabo che vive nella regione dello Sharon ha 5 mogli e 35 figli, e percepisce un sussidio mensile di 16.500 shekel (oltre 8 milioni di lire).
"Si tratta - prosegue il rapporto - di persone che violano le leggi dello stato, si sposano secondo il rito islamico con il consenso delle autorità religiose musulmane a loro volta stipendiate ed assistite dallo stato d' Israele".
Maariv, il quotidiano che riferisce questa notizia, cita una fonte autorevole del governo: "Non solo si tratta di una minaccia contro la nostra sicurezza nazionale e demografica, è anche un costo spaventoso per lo stato. Nel rispetto delle sue regole democratiche, Israele dilapida miliardi di shekel".