Periscopio 13/07/2022
A cura di Diego Gabutti
Autore: Diego Gabutti
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 13/07/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

RILETTURE: TOTALITARISMO, QUELLO VECCHIO E QUELLO NUOVO

I nuovi corsi scolastici sono mirati a insegnare l’amore e la riconoscenza dei giovani per i combattenti della Grande Guerra Patriottica e di tutte le guerre combattute dal nostro popolo. Testo di legge approvato dal parlamento russo.

Insegneremo il patriottismo nelle scuole e il rispetto per la nostra bandiera. Donald Trump.

Dove sta il totalitarismo? Nell’appropriazione della sfera privata. Azar Nafisi, Quell’altro mondo.

C’è inoltre una strana cosa, a proposito del patriottismo: è un sentimento che non viaggia da un paese all’altro. W. Somerset Maugham, Taccuino di uno scrittore.

La Russia ha voluto spaventare il mondo ma ha provocato più orrore che spavento. Nelle cancellerie più serie ed informate nessuno dimentica che la Russia è una potenza regionale di seconda categoria. Il suo prodotto interno lordo pro capite è meno della metà di quello degli italiani e la sua industria e la sua tecnologia sono incapaci di competere sul mercato internazionale. […] A chi pensa di fare paura, se in Ucraina conduce una guerra d’attrito e fino ad ora non ha intimidito nemmeno gli Stati Baltici? Gianni Pardo, Italia Oggi.

Le divisioni nell’opinione pubblica sulla guerra in corso riflettono quelle entro le élite. C’è anche nel nostro Paese, come in tutto il mondo occidentale, la tendenza di una parte consistente degli intellettuali a considerare l’Occidente di cui fanno parte il vero nemico, a ritenerlo la causa di tutti i mali (aggressione russa in Ucraina compresa). Ma ci sono anche le specificità italiane. Vorrà pur dir qualcosa quella percentuale che, secondo i sondaggi, sfiora il trenta per cento di italiani «sensibili» alle ragioni di Putin. [Quando] lo spirito comunitario è forte, di fronte a una minaccia incombente, le élite tendono a fare fronte unico trascinandosi dietro l’opinione pubblica quasi per intero. Non è il nostro caso. Angelo Panebianco, CorSera.

[Srebrenica, 11 luglio 1995.] Ventisettesimo anniversario. Ottomila maschi, compresi fra i dodici e i settantasette anni di età, vennero ammazzati e sepolti in fosse comuni per la colpa di essere musulmani. Della peggiore carneficina in terra d’Europa dopo la Seconda guerra mondiale (ma l’Ucraina è già oltre) conservo una t-shirt acquistata a Sarajevo con scritto UN – United Nothing. Riproduce la scritta su un muro di un soldato olandese delle Nazioni Unite, costretto come tutti a girarsi dall’altra parte e a lasciar fare. […] Pensavamo non ci riguardasse, e invece era la prima guerra del Terzo millennio. […] Fa impressione che molti, di nuovo oggi, chiedano all’Occidente di girarsi dall’altra pane, nell’illusione, ancora una volta, che non ci riguardi. Mattia Feltri, La Stampa.

C’è una verità che nessuno ha il coraggio di dire: la guerra in Ucraina va finita il prima possibile. Non so come, con quali concessioni o penalizzazioni nei confronti di Mosca, ma ormai è evidente per chiunque voglia guardare in faccia la realtà: a questo conflitto si deve porre fine perché nessuno è disposto a subirne le conseguenze. Maurizio Belpietro, La Verità.

Le masse ci sostengono non perché avanziamo uno slogan di guerra, ma uno slogan di pace. G.E. Zinov’ev e L.V. Kamenev, capi bolscevichi, 1917.

Fin dall’inizio presi in antipatia la parola «masse», che mi aggrediva da ogni pamphlet. Ogni volta che la vedevo o la sentivo immaginavo un interminabile gregge di pecore, un mare ondeggiante fatto di schiene curve e teste chine e del monotono movimento di mandibole masticanti. Heda Margolius Kovály, Sotto una stella crudele.

Se il comunismo e il nazismo sono messi al bando, il pacifismo merita di accompagnarli. Nella linea che va da Gandhi a Luther King, da Russell a Capitini, non violenza e democrazia politica [sono] sinonimi. Marco Pannella.

Un pacifista è colui che nutre un coccodrillo, sperando d’essere mangiato per ultimo. Winston Churchill.

Il giudice Samuel Alito – autore della majority opinion [sul diritto all’aborto in America] – ha basato il suo verdetto sull’asserzione secondo cui il XIV emendamento protegge solo i diritti riconosciuti nel 1868, ovvero quando l’emendamento fu ratificato. Quest’argomentazione mette in pericolo molti altri diritti che sono stati riconosciuti a partire da allora come il diritto alla contraccezione, ai matrimoni tra persone dello stesso sesso e i diritti Lgbtq. Arrivando alla sua conclusione logica, una simile linea di pensiero potrebbe finire col permettere agli Stati di vietare il matrimonio tra etnie diverse, come avveniva in alcuni Stati del sud fino al 1967. George Soros, Il Sole-24 ore.

Meloni può essere l’argine all’avvento dell’uomo forte. Antonio Padellaro (Gianluca Veneziani, Libero).

Non mi dà alcun fastidio se i miei ministri parlano, purché facciano quello che dico io. Margaret Thatcher.

Donne ed elefanti non dimenticano mai. Dorothy Parker.

Una prosecuzione della sostanziale guerriglia, o guerra di nervi, di Conte contro il governo [renderebbe] forse più facile o meno difficile – mi risulta che lo pensino anche al Quirinale – convincere Draghi a proseguire il suo lavoro senza i grillini nella maggioranza, e persino col famoso «Draghi bis» escluso sinora dall’interessato, ma ventilato per qualche ora, nei giorni scorsi, anche dal segretario del Pd Enrico Letta. Francesco Damato, graffidamato.com

«Basta con questa tarantella indecorosa. Se Conte ha qualcosa da fare lo faccia», attacca Matteo Renzi, sempre tenero con l’ex premier, bollato come «un clown a fine carriera che non fa più ridere». Carlo Bertini, La Stampa.

Non ci sono parole, ma solo parolacce, per commentare i ricatti tentati da Draghi e dalle sue cheerleader per trattenere i 5Stelle. Marco Travaglio, il Fatto.

Nessuno mi fa più paura di chi finge d’aver coraggio. Roberto Gervaso.

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