Mai una notizia "pulita"..
.. da Guido Olimpio!
Testata: Corriere della Sera
Data: 28/01/2003
Pagina: 13
Autore: Guido Olimpio
Titolo: Sharon teme il vento dell’estrema destra
Guido Olimpio scrive:
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME - Vignetta sul quotidiano Haaretz . Il leader laburista Amram Mitzna è in camera da letto e chiede alla moglie: «Per chi voterai?». Un graffio alla sinistra abbandonata dai sostenitori. Oggi gli israeliani vanno alle urne per il rinnovo della Knesset ma conoscono già il risultato. La conferma di Ariel Sharon alla guida del governo. Un premio a un personaggio che è riuscito a trasformare la sua disastrosa gestione
questo giudizio da chi viene formulato? Se è un'opinione personale di Guido Olimpio, in questo contesto francamente non ci interessa
in un successo costruendo, blitz dopo blitz, l’immagine di «Scudo di Israele».

Più che altro rispondendo ad attentato dopo attentato. E neanche a tutti.
Nella notte l’ultima operazione, ancora su Gaza: elicotteri hanno aperto il fuoco su Beit Hanun. Non è chiaro se l’esplosione di una casa, nella vicina zona di Beit Lahia, che ha provocato tre morti e nove feriti, sia dovuta a un missile israeliano.
La formulazione "non è chiaro se" dovrebbe presupporre due ipotesi: come mai manca la seconda?
Molti pensano che Sharon, 74 anni, non li porterà lontano. Ma sanno pure che Sharon, per ora, non cederà di un’unghia ai palestinesi.
Ai terroristi.
A meno che non tornino mansueti e accettino le condizioni imposte da Israele.
Ossia la cessazione del macello di civili israeliani. Ossia la rinuncia al programma di distruggere Israele. Ossia la fine dello sperpero dei nostri soldi per ingrassare i satrapi e lasciare la popolazione nella miseria: condizioni che a Olimpio, a quanto pare, sembrano ignobili.
Questo basta per dare, secondo i sondaggi, 30-33 seggi al suo Likud. Un ottimo risultato rispetto ai 19 del Parlamento uscente. In piena crisi il partito laburista: 18-19 seggi (ne aveva 25). Terzi e in grande crescita i laici dello Shinui, «Cambiamento», (15-16 seggi), pronti a sorpassare i nemici dello Shas (religiosi). A seguire una ventina di partiti. Se i sondaggi troveranno conferma, la Knesset (120 seggi) avrà una maggioranza di centro-destra. Ma non la stabilità. La domanda è: riuscirà Sharon a riformare il governo di unità nazionale con i laburisti? O dovrà ripiegare sull’alleanza naturale, ma a lui sgradita, con l’estrema destra? I consiglieri del premier rivelano che Sharon ha già preparato «il discorso dell’incoronazione», incentrato su un forte appello ai laburisti perché dicano sì alla coabitazione. Il premier ha bisogno della loro «foglia di fico» per portare avanti un disegno diplomatico ambiguo.
In che cosa consisterebbe questa ambiguità? Olimpio potrebbe chiarire? E "ambiguo" a giudizio di chi? Noi paghiamo il giornale per essere informati, non per sentire i commenti e commentini del primo che capita.
Mitzna, con orgoglio e disperazione, replica che resterà fuori dalla maggioranza, a meno che il premier non accolga il cosiddetto Piano Clinton che prevede ampie concessioni ai palestinesi. Oggi, nel tentativo di strappare gli ultimi seggi, il leader laburista telefonerà personalmente a 500 mila persone.
Cerchiamo di non essere ridicoli, per favore: 500 mila telefonate, a dieci secondi l'una compreso il tempo di digitare il numero, richiederebbero 1389 ore!
Mitzna si gioca il tutto per tutto. Se contiene i danni, potrà respingere l’assalto dei rivali interni che sono pronti a farlo fuori politicamente. Il suo disegno è di restare all’opposizione spingendo Sharon nelle braccia degli ultrà.
E questo sì che è un programma non ambiguo!
Gli ottimisti della sinistra ritengono che dopo la guerra in Iraq gli americani torneranno a occuparsi del dossier israeliano-palestinese spingendo Gerusalemme ad affrontare il nodo delle colonie.
Che era già stato affrontato da Barak: e abbiamo visto con quali risultati.
E se Sharon avrà le mani legate dai partner della destra la sua posizione diventerà difficile. C’è chi prevede nuove elezioni entro un anno. Ma sullo scenario pesano troppi «se».
Mai come oggi l’israeliano guarda al presente: 698 morti, attacchi-kamikaze, sicurezza. In tutto il Paese è stato decretato lo stato d’allerta con migliaia di agenti nelle strade: i terroristi potrebbero votare con le bombe. Un clima che porta il Paese verso destra. Lo si desume anche dal comportamento del rabbino Ovadia Yossef, guida spirituale di Shas. In passato aveva difeso le scelte di pace, ieri, preoccupato dal calo del partito, ha sentenziato: «Gli accordi di Oslo sono nulli».
Non esattamente. Le parole del rabbino sono state queste: "Intendo chiarire la mia posizione circa Giudea, Samaria e Gaza. Alla luce dei recenti sviluppi, la norma halachica da me emessa circa i "territori in cambio di pace" non è più valida. Era mia intenzione riferirmi soltanto alla vera pace, cioè a quella che avrebbe dovuto portare sicurezza, tranquillità e serenità a Gerusalemme e dintorni. Ora però possiamo chiaramente vedere che le cose stanno esattamente al contrario: CEDERE TERRITORI DELLA NOSTRA TERRA SANTA NON FA CHE ESPORRE LE VITE A ULTERIORI RISCHI. Non è questa la pace che desideravamo e per la quale abbiamo pregato. Di conseguenza, l'Accordo di Oslo è nullo e privo di valore." Di questo si preoccupa il rabbino: delle vite umane, non di calcoli elettorali come bassamente insinua il signor Olimpio.
I palestinesi, con i territori rioccupati e 1.802 vittime, se ne erano già accorti.
Certo che se ne sono accorti: sono stati loro ad annientarli fin dal primo giorno! Abbiamo già dimenticato i quasi quotidiani attentati terroristici seguiti immediatamente agli accordi di Oslo, con decine di morti ogni volta? Abbiamo dimenticato la sistematica violazione di TUTTI gli accordi firmati? E abbiamo dimenticato che Israele ha sempre soprasseduto perché "stiamo facendo la pace"?

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