Chi falsifica la storia causa l'antisemitismo
Un panorama preoccupante dalle scuole italiane
Testata: Libero
Data: 26/01/2003
Pagina: 18
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: Chi falsifica la storia causa l'antisemitismo
Riportiamo un articolo di Angelo Pezzana pubblicato su Libero domenica 26 gennaio 2003.
Il 27 gennaio è la giornata della memoria. In quel giorno, nel 1945, i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz venivano spalancati dalle truppe di liberazione. Di fronte al mondo si apriva un abisso di orrore che ancora oggi ci chiediamo con sgomento come sia potuto accadere.
Ricordare è un dovere, e nel nostro paese si sono forse chiusi troppo in fretta i conti con il passato. Ritornare con la memoria a quegli anni, non solo per chi li ha vissuti ma soprattutto per le generazioni successive, aiuta non solo a ricordare ma a capire.
Nessuna critica di principio, quindi.
Ma l'esperienza che ho vissuto in questi giorni, invitato in diverse scuole dove le normali attività di studio sono sostituite dalla autogestione, mi ha confermato che per combattere l'antisemitismo che sta tornando purtroppo a rialzare la testa non è più sufficiente il ricordo di quanto avvenuto. Semplificando, vorrei dire che nessuno contesta il fatto che i "cattivi" fossero i nazisti e che i "buoni" fossero gli ebrei. Di fronte al massacro di sei milioni di innocenti sono per fortuna pochi coloro che oggi se la sentono di difendere il terzo Reich. Ma se l'uccisione di sei milioni di ebrei (soltanto sessant'anni fa) è oggi oggetto di memoria non polemica, l'esistenza di altrettanti sei milioni di ebrei vivi in Israele è affare di pochissima rilevanza politica.
Perchè di questo mi sono reso conto,nell'affrontare la crisi mediorientale nelle varie assemblee dove sono stato invitato a parlare.
Nell'immaginario dei nostri giovani Israele ha sostituito la Germania nazista e il comportamento
degli israeliani viene di fatto equiparato a quello dei tedeschi "volonterosi carnefici di Hitler",come li aveva giustamente definiti Daniel Goldhagen. Anni e anni di lavaggio del cervello messo in opera da libri di testo, giornali,TV, propagandisti che da almeno vent'anni girano tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado, ha prodotto come risultato generazioni di giovani che di fronte ad un problema così complesso come il rapporto fra israeliani e palestinesi, ragiona come se avesso perduto la facoltà di critica.
Se uno studioso come Asor Rosa arriva a scrivere quello che ha scritto,come ha fatto notare su questo giornale Iuri Maria Prado, è ovvio che non dovrei stupirmi di quello che ho visto e sentito nelle aule che ho frequentato. Gli ebrei, gli israeliani, sono responsabili di quanto avviene in Medio Oriente. A meno che non si dissocino dalla politica del governo di Israele in Italia non ci possono essere ebrei "buoni". Condannino Israele, critichino furiosamente Sharon. Altrimenti poco importa che siano cittadini italiani, teoricamente non avendo nulla a che vedere con le vicende israelo-palestinesi. Sono corresponsabili. La storia d'Israele viene raccontata in maniera così falsa e manipolata da produrre anche nel nostro paese il diffondersi di quell'erba gramigna che va sotto il nome di antisemitismo.
Consiglio, per capire, un antidoto sotto forma di libro. E'appena uscito da Bompiani un piccolo libro scritto da Elena Loewenthal, "Lettera agli amici non ebrei", nel quale, senza fare nomi altisonanti, l'autrice mette sotto accusa tutti coloro che accampano spesso e volentieri l'amicizia con "l'amico ebreo",per sfogare poi astio e veleni sia contro gli ebrei che Israele. E in virtù di questa amicizia si ritengono autorizzati a dire e scrivere cose che mai l"amico ebreo" si sognerebbe di sottoscrivere. Va da sè che l'imputato per eccellenza è Israele, le cui presunte colpe non possono fare a meno di ricadere sugli ebrei in quanto tali. Loewenthal non fa nomi, ma chiunque ha un po'di memoria può recitarli uno dopo l'altro in bella fila. Tranne Asor Rosa, che è inciampato imprudentemente, godono tutti di ottima fama. Si ritengono -e sono ritenuti- "amici degli ebrei". Ai quali si rivolgono ogniqualvolta devono sparare a zero contro Israele, quasi a chiedere una assoluzione preventiva. Purtroppo sovente l'ottengono. E il risultato è quello che ho toccato con mano nelle assemblee di autogestione. Non lo si ripeterà mai abbastanza ed il 27 gennaio è l'occasione giusta. Ricordare quanto è accaduto e ristabilire la verità su quanto accade in Medio Oriente.
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