Periscopio 18/06/2022
A cura di Diego Gabutti
Autore: Diego Gabutti
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 18/06/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.


Volodymyr Zelensky

Questo popolo d’automi è come la metà d’una partita a scacchi: un uomo solo fa giocare tutte le pedine, e l’avversario invisibile è la specie umana. Astolphe de Custine, Lettere dalla Russia.

Non è dato conoscere la fonte di questa informazione, ma l’immagine – mostrata durante i preparativi del Forum economico di San Pietroburgo – è poi stata pubblicata su Telegram da Aleksandr Kotz, corrispondente di guerra per il quotidiano russo Komsomolskaja Pravda: una cartina dell’Ucraina che ne traccia una divisione amministrativo-territoriale in distretti russi dopo quella che viene definita «la liberazione». Antonella Scott, il Sole 24 Ore.

Una fotografia che diventerà storica: il presidente del Consiglio italiano, il cancelliere tedesco e il capo dell’Eliseo insieme in un vagone dal confine polacco verso la capitale ucraina. Linkiesta.

Cento colpi sulla fiancata di una Hyundai sventrata, il cofano accartocciato, il sangue rappreso dell’Ucraina sul volante. Olaf Scholz rompe il protocollo. Infila la testa nel finestrino, sfiora le schegge con il collo. In questo abitacolo sono morti donne e bambini. Hanno provato a fuggire e li hanno finiti con una sventagliata di mitra. […] «Che vergogna», sibila in italiano Mario Draghi. Tommaso Ciriaco, la Repubblica.

L’Europa sarà con Kiev «fino alla vittoria», promette il presidente francese Emmanuel Macron. HuffPost.

L’Italia vuole l’Ucraina nell’Ue e vuole che abbia lo status di candidato, e sosterrà questa posizione nel prossimo Consiglio europeo. […] Siamo a un momento di svolta nella nostra storia: il popolo ucraino difende i valori di democrazia e libertà del progetto europeo. Non possiamo indugiare e ritardare il processo, dobbiamo creare una comunità di pace e di diritti. Mario Draghi a Kiev.

Grazie al cielo, e grazie soprattutto a Mario Draghi, il titolo di apertura scelto ieri dalla Stampa – «L’Europa da Zelensky: “Adesso tratti con Putin”» – si è dimostrato quanto meno azzardato. Francesco Cundari, Linkiesta.

«I fan europei di rane, salsicce di fegato e spaghetti» amano visitare Kiev «con zero utilità». Dmitry Medvedev, ex presidente russo, insulta Draghi, Macron e Scholz con metafore culinarie. «I leader europei prometteranno all’Ucraina l’adesione all’Ue e vecchi obici, si leccheranno i baffi con l’horilka – una vodka ucraina – e torneranno a casa da Kiev in treno» [come ci sono arrivati, e senza aver concluso niente]. Ansa.

Non è vero che alla fine entrambi i belligeranti saranno perdenti. La Russia avrà perso moltissimo, ma potrà dire di aver conquistato le parti essenziali, industrializzate, dell'Ucraina. L'Ucraina invece sarà uno Stato fallito, grazie alle armi occidentali che hanno rovinosamente prolungato la guerra. Barbara Spinelli, il Fatto quotidiano.

L’Eni ha fatto sapere che «Gazprom ha comunicato una riduzione delle forniture di gas». Nuovo stop anche per Berlino. lastampa.it.

A chiudere il rubinetto del gas non è l’Europa, ma Putin. Sì, Putin. [Ciapa su, come si dice a Bèrghem]. Maurizio Belpietro, La Verità.

Beppe Grillo domenica scorsa non è andato a votare alle elezioni comunali. Nel seggio 617 di Genova, dove si recano i residenti della collina a ridosso del mare di Sant’Ilario, tra gli otto voti ai 5 Stelle (il 2,5 per cento delle preferenze in quella sezione) non c’era il suo. Il comico era fuori città. Macor e Pucciarelli, la Repubblica.

È vero che il Movimento 5 Stelle non ha mai brillato alle elezioni amministrative, ma è anche vero che non siamo mai andati così male. Luigi Di Maio, HuffPost.

Prima Di Maio era dannoso e inutile. Adesso è soltanto inutile. Carlo Calenda, L’aria che tira.

Draghi dice che Di Maio è migliorato? Peggiorare era impossibile... Matteo Renzi, L’aria che tira.

[Campo largo.] Calenda mette il veto su Conte, Conte mette il veto su Calenda, Calenda non va d’accordo con Renzi, Renzi nemmeno a parlarne di Calenda, rispunta anche il verde Angelo Bonelli per dire che «Calenda manipola i voti e i veri vincitori siamo noi», e poi ora c’è Di Maio e magari, se si sfascia tutto, Conte metterà il veto su Di Maio, Di Maio su  Conte e Calenda su entrambi. Alessandro De Angelis, HuffPost.

L’azzeccagarbugli di Volturara Appula […]  è all’ultima spiaggia e forse si trascinerà appresso chi lo cantò come leader dei progressisti italiani. Mario Lavia, Linkiesta.

A Matteo Renzi hanno arrestato mamma e papà e a Maria Elena Boschi hanno martoriato il padre per sette lunghi anni. […] Non c’è mai stato bisogno di leggere i capi d’imputazione, e adesso nemmeno le sentenze d’assoluzione, per capire che si trattava di accuse-spazzatura prodotte dalla più fetida delle campagne reazionarie degli ultimi trent’anni. Christian Rocca, Linkiesta.

Se i giudici italiani sostituiscono lo Stato e la sua amministrazione […] cosa potrà accadere quando l’intera classe dirigente sarà caduta? Chi assicurerà le funzioni dello Stato? I giudici? La mafia? Daniel Soulez Larivière, Il circo mediatico giudiziario.

La riforma [Cartabia] non è un male minore, e non è inutile come dice Matteo Renzi. È un passo non irrilevante nella direzione giusta. Il Foglio.

Alcuni dicono: «Bella cosa, la libertà di parola. Ma se nessuno mi ascolta, che me ne faccio?» L’obiezione è di peso, e tuttavia non vale niente. È come dire: «A me piace fare sesso con le donne, ma le donne mi dicono di no. Come posso costringerle?» E la risposta è ovvia: «Non puoi». […] Io non nego ad Alessandro Orsini il diritto di dire come la pensa, ma mi riservo il diritto di andare a fare due passi, finché lui parla. Gianni Pardo, Italia Oggi.

Libertà è la libertà di dire che due più due fa quattro. Garantito ciò, il resto consegue. George Orwell, 1984.

 Tutte le volte che ho dato la mia parola a qualcuno non l’ho più rivista. Roberto Gervaso.

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