Putin e Kirill a braccetto 03/06/2022
Analisi di Antonio Donno
Autore: Antonio Donno
Putin e Kirill a braccetto
Analisi di Antonio Donno

RUSSIA Gli auguri di Kirill e di Putin per i Mondiali di calcio
Putin e Kirill

L’era di Putin è un “miracolo di Dio”. Così ha affermato Kirill, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, di cui l’Ucraìna, sempre secondo Kirill, è parte integrante, essenziale, per quanto la Chiesa ortodossa ucraìna sia autocefala dal 2018. L’affermazione del patriarca russo è stato il momento culminante di un processo che ha portato la Chiesa ortodossa russa a condividere e sostenere a ogni livello la politica interna e internazionale di Putin e a dichiarare scismatica quella ucraìna. Religione e nazionalismo sono venuti, così, a fondersi e giustificarsi vicendevolmente. Chiesa e Stato convergono unitariamente a sostenere la gloria di Madre Russia. Sotto la guida di Kirill, “la Chiesa ortodossa russa è diventata uno dei principali alleati e sostenitori del governo russo e, in particolare, della sua propaganda patriottica, ottenendo in cambio il riconoscimento di uno stato privilegiato” (p. 18). È, questo, l’incipit dell’assai interessante libro di Massimo Rubboli, già professore di Storia dell’America del Nord e di Storia del Cristianesimo nell’Università di Genova, La guerra santa di Putin e Kirill. Il fattore religioso nel conflitto russo-ucraìno (Chieti, Edizioni Gbu, 2022, con 19 importanti documenti, prefazione di Paolo Naso), che analizza il processo che ha portato, negli anni di Kirill, la Chiesa ortodossa russa a divenire il braccio religioso del regime autocratico di Putin, sino all’attuale invasione russa dell’Ucraìna.

     Rubboli mette in luce come il fattore religioso, nella Russia attuale, abbia acquisito la funzione di canalizzazione del consenso verso la politica di Putin, che si propone di operare al fine di portare il proprio Paese “alla riconquista della Russia imperiale” (p. 11), ignorando il diritto internazionale e il principio dell’autodeterminazione dei popoli, come nel caso, appunto dell’Ucraìna, che rappresenta, nella visione di Putin, erede del pensiero di Ivan Ilyin, un fondamentale terreno di confronto e di scontro tra la Russia e l’Occidente. È proprio il pericolo dell’Occidente che l’autocrate russo vede incarnato nell’Ucraìna di Zelensky, dopo il crollo elettorale del suo predecessore suddito di Mosca e, dal canto suo, Kirill sostiene il progetto egemonico di Putin, dichiarando la civiltà ortodossa russa portatrice di un’“universalità dei suoi valori e principi che vanno al di là dei confini geografici del ‘mondo russo’” (p. 17), e attribuendole la storica funzione di difendere i valori del Cristianesimo dalla lobby gay che sta conquistando il mondo. Questo intreccio politico-religioso è assai ben descritto da Rubboli, che in questo modo supera la carenza di analisi su tale fondamentale questione che si è registrata in gran parte della stampa italiana che si è occupata della guerra di Putin contro l’Ucraìna.

     Insomma, procedendo di pari passo con il progetto egemonico di Putin, Kirill “reintroduce il legame bizantino tra Chiesa e Impero” (p. 19), scrive Rubboli, e “la legittimazione della guerra identificata con la Madre Russia” (p. 21) e, di conseguenza, l’invasione dell’Ucraìna da parte di Mosca. La Chiesa ortodossa russa è divenuta l’agente del potere politico di Putin, mentre le due principali Chiese ortodosse ucraìne hanno accostato l’azione del dittatore russo all’uccisione di Abele da parte di Caino. Anche in seno alla Chiesa ortodossa russa si sono avute posizioni di aperto dissenso nei confronti di Putin, così come in molte altre Chiese e organismi religiosi in ogni parte del mondo. Particolarmente pungente è stata la Dichiarazione dell’Alleanza Evangelica Mondiale e dell’Alleanza Evangelica Europea del 24 febbraio 2022, nella quale si legge senza mezzi termini: “‘L’invasione dell’Ucraìna è ingiustificata e non provocata. Si è affermato che l’attacco era necessario per proteggere l’etnia russa nell’Ucraìna e per fermare l'Ucraìna dalle minacce nei confronti della Russia. Queste affermazioni sono false. Il disastro è stato provocato dal presidente Putin per scopi geopolitici più ampi’” (p. 67. Il corsivo è mio).

     Il libro di Rubboli è un contributo prezioso per comprendere a fondo il pericoloso declino religioso della Chiesa Ortodossa russa, che vede il patriarca Kirill farsi portatore del progetto egemonico di Putin, un progetto fondato sulla guerra e sull’omicidio di massa.

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