Testata: Data: 14/04/2002 Pagina: 3 Autore: Umberto De Giovannangeli Titolo: QUANDO SI INTERPRETA LA STORIA A SENSO UNICO
L'intervista che l'intellettuale palestinese, Hanna Siniora, più volte ospite del quotidiano l'Unità, rilascia il 4 aprile a De Giovannangeli con il titolo "Senza la pace aumenterà l'esercito dei kamikaze" a pag. 3 solleva diversi punti di riflessione. Vediamone alcuni nel dettaglio. 1) Afferma l'ex Direttore di Al Fajir: " Sharon decise a freddo la provocazione alla Spianata delle Moschee. Da allora ogni sua dichiarazione, ogni suo atto sono andati nella stessa direzione: delegittimare l'ANP, mettere in un angolo Arafat....." Il giornalista evita accuratamente di ricordare a Siniora che la passeggiata di Sharon, da lui definita "provocazione", in realtà era stata preventivamente concordata con le Autorità Palestinesi e non è stato il motivo scatenante l'Intifada (come molta un'opinione pubblica ottusa ritiene); lo stesso Ministro dell'Informazione palestinese ha pubblicamente dichiarato che da tempo i palestinesi si stavano preparando a quella violenza di cui tutto il mondo sarebbe stato testimone. 2) "Gli attacchi suicidi sono l'effetto della sua politica di chiusura. L'ANP ha sempre condannato gli attacchi suicidi contro i civili inermi" Se non fosse tragica questa affermazione sarebbe ridicola. Perchè il giornalista non sottolinea che, invece, la maggior parte degli attentati sono stati commessi proprio dalle Brigate Al Aqsa - incluse dall'America fra le formazioni terroristiche - che appartengono ad Al Fatah (partito di Arafat) e dai Tanzim, altra organizzazione vicina al Raiss ? Inoltre il richiamo alla "politica di chiusura di Sharon" è fuori luogo perchè l'unica chiusura a qualsiasi proposta di pace è venuta dal leader palestinese che, fino agli ultimi giorni, ha risposto negativamente al mediatore americano Zinni che lo sollecitava a chiedere apertamente ed in arabo la cessazione degli attentati terroristici. 3) Finalmente De Giovannangeli ricorda che una parte dell'opinione pubblica ritiene che Arafat abbia compiuto un errore storico nel rifiutare gli accordi di Camp David. E con una sfrontatezza senza limiti Siniora risponde che "a Camp David si definirono le linee generali di una pace possibile". Non è vero. A Camp David fu offerto ad Arafat un pacchetto di proposte chiare e definite che prevedevano oltre all'immediata costituzione dello Stato Palestinese, il ritiro dai Territori (che pare oggi la conditio sine qua non per la cessazione di tutti gli attentati!!), lo smantellamento degli insediamenti e Gerusalemme Est capitale del nascente stato palestinese. A queste generose offerte Arafat ha opposto un secco rifiuto senza offrire peraltro proposte alternative (ne avrebbe avute?) e, pensando di ottenere il consenso dell'opinione pubblica internazionale, ha scatenato una violenza della quale ha pagato le conseguenze in termini di sangue e morti non solo gli israeliani ma lo stesso popolo palestinese. Ancora. "Il governo di Barak era a pezzi" Anche questa affermazione è falsa. Il popolo israeliano era entusiasta di vedere la pace così vicina: "pareva quasi di toccarla" - mi ha detto alcuni giorni fa un'amica giornalista. Il consenso a Barak è venuto meno solo DOPO il rifiuto di Arafat perchè Israele si è sentita tradita come non mai ed è stato proprio quel rifiuto che ha consentito l'ascesa al potere di Sharon.
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