L’invasione dell’Ucraina sarà fatale per Putin?
Analisi di Antonio Donno
Vladimir Putin
Il governo israeliano è stato da alcuni criticato per non aver assunto una netta posizione contro l’invasione russa dell’Ucraina. In primo luogo, quest’affermazione è falsa; dopo un iniziale atteggiamento di sospensione del giudizio e di invio solo di aiuti umanitari, Israele avrebbe deciso di inviare armi agli ucraini, soprattutto dopo la disgustosa affermazione di Lavrov, cui sono seguite le scuse di Putin. In secondo luogo, i rapporti tra i due Paesi hanno un significato ben preciso, in considerazione della situazione mediorientale, mai stabile, e a causa dell’azione dei gruppi terroristici che insidiano quotidianamente la società israeliana. Come è noto, un numero considerevole di terroristi organizzati ha sede in Siria, la cui situazione politica è gestita da Putin, essendo ormai Assad un fantoccio di Mosca. Ogni volta che Israele colpisce questi gruppi terroristici situati in Siria deve, in primo luogo, avvisare Mosca e, in qualche modo, avere il suo
placet. È una situazione, questa, non molto piacevole per gli israeliani, ma dettata da una necessità di difesa continua e vigile di Gerusalemme nei confronti dei terroristi sistemati nel sud del Libano e della Siria.
I recenti omicidi, per quanto opera di individui isolati, o apparentemente tali, dimostrano che Israele deve conservare e incrementare le sue difese contro i suoi nemici.
I rapporti tra Russia e Israele sul problema del terrorismo proveniente dai confini siriani si colloca all’interno di un’instabilità sistemica del Medio Oriente. Quest’instabilità ha assunto oggi, nel quadro della guerra in Ucraina, dei connotati apparentemente privi di una spiegazione logica. Infatti, al momento dell’attacco russo all’Ucraina, tutti i gruppi terroristici presenti nel Medio Oriente e nemici di Israele hanno esultato per l’azione di Putin contro l’ebreo Zelensky: Hamas, Hezbollah, Jihad islamica, per non parlare dell’Iran, si sono associati nell’approvazione dell’invasione russa dell’Ucraina. Tutte queste formazioni vedono in Putin il loro protettore e il futuro gestore dell’area mediorientale a loro favore. Questa è la situazione e queste sono le prospettive dopo il ritiro degli Stati Uniti dallo scacchiere mediorientale.
Nello stesso tempo, però, Putin è ben consapevole che il ruolo che la Russia gioca a favore di Israele nella sua lotta ai gruppi terroristici di stanza nel sud della Siria – ruolo che è stato concordato tra Netanyahu e Putin nei numerosi incontri tra i due – è fondamentale per conservare un punto fermo strategico nella regione. Ma a questo v’è da aggiungere l’importanza che la florida economia israeliana ha per la stabilità economica della Russia, o meglio per allentarne l’instabilità. L’invasione dell’Ucraina non fa altro che aumentare le spese militari di Mosca e diminuire il livello di vita della popolazione russa. Ciò che Putin permette a Israele nella lotta ai gruppi terroristici presenti in Siria ha come contropartita la fornitura di tecnologie israeliane avanzate indispensabili per un’economia, come quella russa, in declino (a questo proposito, sulla crisi economica e sociale russa, è importante leggere l’eccellente articolo di Giulio Meotti pubblicato sul “foglio” di sabato-domenica scorsi). Un altro aspetto altrettanto importante delle relazioni russo-israeliane è la presenza in Israele di un gran numero di ebrei provenienti dalla Russia che hanno un peso politico rilevante nella continuità della collaborazione tra i due Paesi.
È difficile dire quanto potrà durare il doppio gioco di Putin. La crisi economica della Russia ha un incremento tale da superare l’evoluzione dei progetti egemonici del dittatore russo a livello internazionale. L’invasione dell’Ucraina potrebbe essere fatale per Putin. Se la Cina resterà a guardare, la situazione si evolverà negativamente per Mosca. Se l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia dovesse dimostrarsi un passo falso di Putin, dal punto di vista politico come da quello economico, il riflesso sulla situazione del Medio Oriente potrà avere dei risvolti imprevedibili.