Il limite di età
Il limite di età
Testata:
Data: 28/04/2002
Pagina: 13
Autore: un giornalista
Titolo: Gli imam pregano:mai più piccoli kamikaze
il giornalista pone l’accento su un problema estremamente preoccupante; evidenziare in modo corretto le cause è il primo passo per cercare di porvi rimedio.

Dopo aver inneggiato alla Jihad nei loro sermoni, dopo aver invitato i giovani ad uccidere ogni ebreo "ovunque si trovi", dopo aver lanciato appelli a proseguire sulla strada intrapresa della violenza, gli imam si accorgono che il loro perverso gioco di morte gli è sfuggito di mano.

Scrive il giornalista

"L’allarme è scattato dopo la morte di tre adolescenti, dai 13 ai 15 anni, uccisi dai soldati israeliani mentre tentavano di penetrare in un insediamento ebraico, quello di Netzarim, per compiere un’operazione di martirio. Nei loro zainetti furono rinvenuti 4 coltelli e dell’esplosivo ……."

L’operazione di martirio (come la chiama il giornalista), se portata a termine, avrebbe causato la morte di altre persone, forse bambini loro coetanei e, pur tenendo conto della giovane età dei terroristi, non si può sottovalutare la gravità del loro gesto.

I coltelli, l’esplosivo non fanno di loro dei ragazzini in gita domenicale !!

All’affermazione del Responsabile dei servizi segreti palestinesi Amin Al-Hindi: "Dobbiamo lavorare insieme per fermare questo fenomeno" il giornalista commenta che si tratta di "un fenomeno che cresce nella disperazione e nell’odio che permea i campi profughi della Striscia. Quei bambini sono le prime vittime di una sporca guerra che si alimenta di odii antichi e di umiliazioni recenti, di sofferenza ed assenza di futuro".

L’importante è non dimenticare che "queste vittime" crescono in un clima di odio verso gli ebrei, odio che fin dalla nascita viene instillato loro dalle madri, orgogliose quando un figlio diventa "shahid". In questo ambiente l’assenza di futuro e la sofferenza, citati dal giornalista, sono innanzitutto la tragica conseguenza della politica corrotta dei governanti palestinesi: gli aiuti economici provenienti dalla Comunità Europea sono serviti a stampare libri inneggianti all’odio contro gli ebrei e ad arricchire i loro conti bancari anziché creare strutture educative e sanitarie per la popolazione.

Ancora

Le immagini di guerra rilanciate martellantemente dalle tv arabe, stanno esercitando sui piccoli palestinesi un irresistibile richiamo alla vendetta"

Non vi sono solo immagini di guerra alla televisione araba; è’ soprattutto la continua campagna di incitamento alla violenza che si esprime in ripetuti filmati - sono ripresi bambini che abbandonano in terra i loro giochi e, felici e sorridenti, prendono in mano un kalashnikov - che incide in modo drammatico sulle menti dei piccoli palestinesi.

E’ un vero e proprio "richiamo alla violenza".


"Stiamo promuovendo una campagna di sensibilizzazione nelle scuole, nelle famiglie e nelle moschee – dice Ismail Abu Shanab, uno dei leader di Hamas a Gaza – stiamo spiegando a tutti che la jihad non deve riguardare i ragazzini al di sotto dei 16 anni".
Una campagna dunque che non ha l’obiettivo di educare alla tolleranza, alla pacifica convivenza, alla rinuncia all’odio, all’accettazione del principio "due popoli, due stati": una campagna che intende solo porre un limite di età: vietato uccidere al di sotto dei 16 anni dopo, via libera alle stragi!

I ragazzini che fanno il gioco dello Shahid, che desiderano emulare i loro compagni devono solo attendere il loro sedicesimo compleanno; mentre gli adolescenti di tutto il mondo avranno al massimo diritto al motorino, loro potranno entrare nelle fila di coloro che al grido di "Allahu Akbar" sacrificano la loro vita per uccidere quanti più ebrei possibile.


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