Le Sue Prigioni
Le Sue Prigioni
Testata:
Data: 29/04/2002
Pagina: 10
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Le mie prigioni insieme a Yasser
De Giovannangeli riporta la testimonianza del governatore di Ramallah, Mustafa Issa, con un titolo piuttosto singolare "Le mie prigioni insieme a Yasser".
Posto che Silvio Pellico si sarebbe rivoltato nella tomba a leggere siffatto titolo, esaminiamo alcuni punti nel dettaglio. Scrive il giornalista: "La sua è una testimonianza straordinaria di giorni che hanno comunque segnato la storia del popolo palestinese e del conflitto mediorientale".
Duramente "segnato" è rimasto anche il popolo israeliano che non ha mai visto nell'arco di quattro mesi decisive prese di posizione da parte di questo "eroe" del popolo palestinese (Arafat) contro il terrorismo che devastava le strade di Israele, anzi in più di un'occasione ha incitato al martirio, offrendosi lui stesso come shahid!
La parola a Mustafa Issa: " La situazione che si vive dentro il quartiere generale è drammatica. I carri armati sono fermi a quindici metri dalla porta dell'ufficio del presidente????si vive sotto il tiro di 35 cecchini piazzati sui piani più alti".
Nonostante tutte queste restrizioni non è mai stato torto un capello ad Arafat e neppure ai suoi collaboratori.
"Ogni varco di accesso al quartiere generale ? prosegue il governatore di Ramallah ? è controllato da quindici militari e la zona è circondata da decine di mezzi blindati".
Un sistema di controllo non troppo rigido se ha consentito al presidente palestinese di ricevere capi di stato e tremebonde delegazioni pacifiste preoccupate che il regime alimentare a base di pane e lenticchie lo debilitasse.
Invece le telecamere che lo riprendevano ad ogni occasione ne davano l'immagine di un leader in ottima salute e, soprattutto, consapevole di aver vinto la gara dei media assicurandosi la loro costante presenza ed attenzione.
" Lui ? conclude Mustafa Issa ? non è più solo il nostro presidente. E' divenuto il simbolo di un intero popolo che non ha mai smesso di battersi per il proprio diritto a vivere in uno Stato indipendente".
Ecco un inno al "valore" di Yasser Arafat, un leader dalla doppia faccia, spudorato nelle sue menzogne, che ha fatto credere ad Israele, all'America, al mondo intero di combattere il terrorismo ed invece finanziava con cospicue "parcelle" le cellule del terrore.
Proprio un simbolo di cui andare fieri.


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