Intervista a Yasser Abed Rabbo
Il giornalista dell'Unità non commenta le affermazioni gravissime rilasciate da Yasser Abed Rabbo, ministro dell’Informazione palestinese
Testata:
Data: 14/01/2003
Pagina: 14
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Solo i negoziati possono fermare l’odio
A pagina 14 dell’Unità Umberto De Giovannangeli firma un’intervista al Ministro dell’Informazione palestinese, Yasser Abed Rabbo.

L’intervista a Rabbo riprende accentuandoli i toni di precedenti interviste che esponenti dell’Autorità nazionale palestinese – intellettuali e politici - hanno rilasciato all' Unità.

Ma in questo caso è ancora più marcata la condanna al primo ministro israeliano, al suo operato ed alla sua politica: il terrorismo, le violenze, l’occupazione dei Territori hanno un unico responsabile: SHARON.

Il tutto senza una parola di commento del giornalista.



Commentiamo alcuni stralci dell’intervista.

Oggi a Londra si svolgerà la Conferenza sul Medio Oriente fortemente voluta da Tony Blair. Alcune sedie però resteranno vuote: quelle dei rappresentanti palestinesi.
Troppo occupati a sostenere il terrorismo e a delegittimare la leadership israeliana attuale.
Ma la nostra voce e le nostre proposte saranno presenti alla Conferenza. Sharon può impedire i nostri movimenti
Così, per capriccio
Tenerci in ostaggio, come l’intero popolo palestinese dentro città trasformate in prigioni a cielo aperto
Non troppo sicure visto che i kamikaze riescono ad entrare in Israele e a sterminare civili israeliani
Ma non riuscirà mai a ridurci al silenzio
Sharon vuole ridurre al silenzio solo chi fa a pezzi i suoi cittadini.
Con quali proposte sarete presenti, seppur in videoconferenza a Londra?

Diremo che il tempo non lavora per la pace e che per questo occorre dar subito attuazione a quel tracciato di pace elaborato dal quartetto.
Che i palestinesi si sono ben guardati dal seguire.
Solo riaprendo uno spazio negoziale sarà possibile porre un argine alla violenza.
Solo cessando le stragi, le violenze, gli attacchi terroristici sarà possibile riaprire il negoziato.
Quel tracciato vincola le due parti ad impegni precisi, fissa scadenze e verifiche, delinea uno sbocco finale del negoziato: quello della creazione di uno Stato palestinese accanto ad Israele.
Al momento si sta operando per creare uno Stato palestinese "al posto" di quello israeliano.
L’importante è iniziare e perché ciò accada è fondamentale la pressione internazionale su Israele, senza la quale la ripresa del dialogo sarà impossibile.
La pressione internazionale su Israele purtroppo non manca e va dal boicottaggio dei suoi prodotti (ancor più grave e vergognoso considerando le difficili condizioni economiche in cui versa la popolazione) alla aperta condanna di tutto l’operato del primo ministro.

Riterremmo invece più opportuno che la comunità internazionale facesse pressione sui gruppi armati – Hamas, la Jihad, le Brigate dei Martiri di Al-Aqsa ecc. ecc. affinché ponessero fine alla loro criminale azione. Solo in quel momento sarà realmente possibile tornare al tavolo negoziale e riprendere i colloqui che avranno come risultato finale due Stati per due popoli, obiettivo che lo stesso Sharon ha sempre tenacemente perseguito.

Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com a scrivere all'Unità per far presente che un commento da parte del giornalista sarebbe stato necessario a simili affermazioni.
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