Terroristi o turisti?
Terroristi o turisti?
Testata:
Data: 11/05/2002
Pagina: 10
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: I palestinesi lasceranno Cipro da uomini liberi"
De Giovannangeli riporta la cronaca degli eventi che hanno seguito il rilascio dei 13 palestinesi dalla Basilica della Natività a Betlemme.

Due i principali temi di riflessione: 1) lo status dei palestinesi coinvolti nell’assedio

2) la decisione di Israele di non effettuare rappresaglie in risposta all’attentato di Rishon Letzion del 7 maggio.

All’inviato dell’UE Moratinos in visita a Cipro che aveva affermato: " ……….noi non possiamo essere precisi circa lo "status" finale, ma dovrà essere loro garantito in ogni caso che non saranno arrestati o imprigionati" risponde da Roma Shimon Peres.

Scrive De Giovannangeli

"Ed è una replica piccata, dura nei contenuti e nel tono"

In realtà la risposta è molto equilibrata e ragionevole visto il tema dibattuto: "Sono persone macchiatesi di crimini. Non intendiamo assumere iniziative immediate nei loro confronti, ma teoricamente rimangono sulla lista dei terroristi".

L’accusa rivolta dagli israeliani ai 13 palestinesi è molto grave e logica vorrebbe che, a prescindere da ogni considerazione preconcetta, non venissero trattati come turisti che

"trascorrono le loro giornate nelle confortevoli camere del Flamingo Beach Hotel di Larnaca" , ma con le doverose precauzioni che si riservano agli indiziati per i quali esistano elementi tali da far pensare alla possibilità di fuga o reiterazione del reato.

La decisione quindi sullo status giuridico che verrà riconosciuto ai palestinesi non è argomento da sottovalutare.

Al di là delle dichiarazioni di "carità cristiana" che si sono udite nei giorni scorsi, al di là dei proclami pacifisti, non dimentichiamo che si tratta di terroristi pericolosi e, compito precipuo degli Stati che li accoglieranno, dovrà essere la tutela dei singoli cittadini con i quali potrebbero venire in contatto.

Il loro "curriculum" non garantisce infatti che, una volta giunti nello Stato di destinazione, non tenteranno di attivare contatti con esponenti dell’integralismo islamico (che, almeno in Italia, non mancano di sicuro!!).

Prosegue De Giovannangeli:

" Dall’attesa di Larnaca a quella, ben più angosciante, di Gaza. Israele ci ripensa e rinvia la sua fin troppo pubblicizzata operazione militare contro i "covi di terroristi" nella Striscia di Gaza".

E’ a dir poco sconcertante che il giornalista non faccia alcuna menzione dell’attentato di Rishon Letzion nel quale hanno perso la vita 16 israeliani e 57 sono rimasti gravemente feriti.

Chi leggesse per la prima volta l’articolo non sarebbe in grado di collegare i fatti e capire che "l’operazione militare" di cui si parla, era la risposta all’ennesima strage che ha sconvolto Israele nei giorni scorsi.

Ancora. La decisione di rinviare le azioni militari nella Striscia di Gaza, come al solito, viene interpretata in modo fazioso.

Secondo il giornalista sono soltanto questioni di "carattere militare", "pressioni internazionali" che avrebbero spinto Israele a congelare la fase due di Muraglia di Difesa".

Forse le motivazioni sono molto più complesse ed è semplicistico ridurle a questioni "di mera convenienza".

Sharon potrebbe semplicemente decidere di non rispondere, come avvenne dopo l’attentato al Dephinarium, la discoteca a Tel Aviv nella quale persero la vita 21 ragazzi.

In ogni caso la speranza che alberga nel cuore di ogni israeliano è che la risposta alla mano tesa di Sharon non sia la stessa: una nuova strage!!


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