MEA CULPA DI ARAFAT
MEA CULPA DI ARAFAT
Testata:
Data: 16/05/2002
Pagina: 11
Autore: un giornalista
Titolo: "Autocritica di Arafat: voglio cambiare".
Il contenuto dell'articolo tuttavia non corrisponde al messaggio sottinteso dal titolo.
Esaminiamone alcuni punti.
Ha provato la strategia della violenza e del terrore ma non gli è andata bene come sperava. Ora cambia registro e fa un mea culpa, almeno in apparenza (in questi ultimi tempi sono molto frequenti i mea culpa!). E con il tono di chi annuncia un cambiamento epocale De Giovannangeli scrive

Ammette di aver commesso alcuni errori di cui si dichiara interamente responsabile, annuncia una rifondazione totale dell'ANP. Yasser Arafat si confessa davanti al Consiglio legislativo palestinese riunito in parte dei suoi 88 membri a Ramallah e in videoconferenza per chi non ha potuto superare i posti di blocco israeliani".
1) "Alcuni errori" dice Arafat, quasi si trattasse di inezie. E a cosa si riferisce? Le collusioni con il terrorismo? Finanziamenti ai kamikaze, propaganda antisraeliana nelle scuole, stampa a contenuto antisemita ? Il giornalista non pare interessato a porsi il quesito.
2) E non poteva mancare il richiamo ai "cattivi" israeliani che impediscono con i loro posti di blocco a tutti i "bravi" palestinesi di assistere alle rinnovate promesse (mai mantenute) del loro Raiss.

Che guastafeste questi israeliani, magari riescono pure ad evitare un'altra strage!!
Ancora.

"Pressato da Israele, sollecitato da USA ed Europa, contestato dall'ala riformatrice dell'ANP, l'anziano Raiss prova a farsi garante di un processo di transizione"
Davvero un'autocritica spontanea e convincente!

"Nonostante l'aggressione militare israeliana quella del negoziato rimane una scelta strategica".

E allora, avrebbe potuto commentare il giornalista, perché ha permesso che venissero sterminati centinaia di civili inermi nei bar, nelle pizzerie, nelle discoteche senza muovere un dito?
Propone nuove elezioni senza definire una data, annuncia la lotta alla corruzione facendosi interprete di esigenze di trasparenza ed efficienza ma non intende diminuire i ministeri e, soprattutto, non fa alcun riferimento alla nomina di un eventuale premier che lo possa sostituire"Il popolo palestinese ha bisogno di vedere delle misure concrete e immediate che diano corpo seriamente a questa dichiarazione" dice la deputata palestinese Hanna Ashrawi.
Anche il popolo israeliano, avrebbe dovuto precisare il giornalista, vuole "vedere misure concrete" perché da troppi mesi ascolta promesse che fanno andare in sollucchero il mondo occidentale ma che non vengono mai tradotte in fatti concreti.
Il terrore deve cessare totalmente e definitivamente. Solo in questo modo sarà possibile dare credito alle "buone intenzioni" e ai "mea culpa" di Arafat.


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