Periscopio 20/04/2022
A cura di Diego Gabutti
Autore: Diego Gabutti
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 20/04/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.


Joe Biden

Il delirio e l’orrore dell’Est. La catastrofe polverulenta dell’Asia. Qui nulla cresce tranne i baffi. Iosif Brodskij, Fuga da Bisanzio.

C’è un’Europa – oltre a Finlandia e Svezia, Repubbliche baltiche, Norvegia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia – che assiste al martirio della costa del mare d’Azov nella crescente convinzione che il terrore inflitto dai russi non si fermerà alle frontiere ucraine. Paolo Mieli, Corsera.

Questo è un romanzo russo. Siamo al terzo capitolo. La cattiva notizia è che ce ne sono altri 57. Dan Baer, ex ambasciatore Usa presso l’Organizzazione per la sicurezza europea (Massimo Gaggi, Corsera).

Borodianka, Ucraina. Una squadra di soldati ceceni ha sfondato il cancello [dell’ospedale psichiatrico]. Scesi dalle jeep, i soldati hanno ordinato ai 500 pazienti e al personale della casa di cura di radunarsi nel cortile. La maggior parte dei pazienti piangeva. «Pensavamo d’essere uccisi», ha detto Maryna Hanitska, direttrice dell’ospedale. Un soldato, tirata fuori una videocamera, ha abbaiato alla signora Hanitska di dire a voce alta: «Grazie, Vladimir Vladimirovich Putin». Lei è riuscita a dire: «Grazie per non averci ucciso». Poi è svenuta. nytimes.com.

«Lo stesso nome di ucraini è una vergogna, un insulto per un popolo che è russo». Il talk show di Vladimir Solovyov apre un nuovo capitolo nella propaganda russa. Per bocca d’un ospite particolarmente infervorato, cstabilisce che l’accusa di genocidio del popolo ucraino lanciata a Vladimir Putin da Joe Biden è «un’idea geniale: se si tratta di cancellare l’idea stessa d’essere ucraini, sono d’accordo». Anna Zafesova, La Stampa.

[Agosto 2014). È evidente che il governo ucraino, che andrebbe processato per crimini contro l’umanità, non vuole fare arrivare gli aiuti alle popolazioni che sta bombardando. È altrettanto evidente che cerca ogni pretesto per aprire un conflitto armato con la Russia. È infine ancora più evidente che gli Stati Uniti, con l’accordo più o meno sofferto dell’Ue, sono i burattinai del governo nazista di Kiev. Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’Anpi (Luciano Capone, il Foglio).

Perché c’infischiamo da otto anni del Donbass massacrato dagli ucraini? Marco Travaglio, il Fatto quotidiano.

Qualcuno ha la sana idea di invitare in collegamento Zoja Svetova, giornalista russa di un giornale chiuso per lesa maestà: la Novaya Gazeta che fu di Anna Politkovskaja, uccisa a pistolettate. A un certo punto le chiedono per quale ragione Vladimir il Terribile continui a godere di sondaggi strepitosi. Svetova barcolla e dice: ma perché, voi credete ai sondaggi fatti in Russia? Io in realtà credo poco ai sondaggi fatti ovunque, ma a proposito di sondaggi russi, ne ricordo uno, commissionato per scoprire quale fosse l’uomo più sexy da San Pietroburgo a Vladivostok. Sì, vinse Putin. Mattia Feltri, La Stampa.

Dopo aver affermato che Giorgia Meloni è «neonazista nell’animo» […] l’aggettivo più aspro che Luciano Canfora riesce a usare per l’uomo che ha ordinato i massacri in Ucraina, eliminato gli oppositori, incarcerato i dissidenti è «goffo». Ma attenzione: non nell’animo. Sebastiano Messina, la Repubblica.

Il conflitto in corso [tra Ucraina e Russia] è iniziato nel 2013 ed è tra Usa e Cina. [???]. Titolo di Libero.

La Commissione europea e tutti gli alleati sono convinti dell’efficacia delle sanzioni. I russi stessi lo ammettono quando dicono che non riescono più a pagare le obbligazioni in scadenza perché una parte significativa delle loro riserve valutarie sono congelate. Questo vuol dire che stanno andando verso la bancarotta. Mario Draghi (Luciano Fontana, Corsera).

Partito con l’ambizione di somigliare a Pietro il Grande, Vladimir Putin rischia di chiudere la carriera come Caligola. Esortato da un collaboratore a darsi una regolata, vista l’impopolarità accumulata in soli quattro anni di regno, Caligola rispose che non voleva essere amato ma temuto. Di lì a poco una delle sue guardie pretoriane cautelò Roma uccidendolo. Francesco Damato, graffidamato.com.

Rapallo in politica ha un significato ambiguo. La cittadina ligure è sinonimo di tradimento, di un’intesa alle spalle di amici e alleati. Un secolo fa, il 16 aprile del 1922, domenica di Pasqua, Russia e Germania firmarono un trattato a due, mentre a Genova era in corso la conferenza fra 34 paesi per stipulare un accordo sul’Europa dopo la Grande Guerra. Ma russi e tedeschi si sentivano ospiti non graditi, tenuti in disparte, e decisero di trovare un accordo tra loro. Rapallo viene citata oggi per spiegare il comportamento della Germania mentre Putin attacca l’Ucraina. Roberto Giardina, Italia Oggi.

1922, la metà d’aprile. Tutte le mattine Ciccio De Rege [uno dei Fratelli De Rege, quelli di «vieni avanti, cretino»] portava Čičerin, il ministro degli Esteri sovietico, a Palazzo San Giorgio, dove si teneva un’importante conferenza mondiale. Fu lì che i sovietici strapparono i primi riconoscimenti internazionali dopo la Rivoluzione d’ottobre. Ciccio De Rege, dopo aver lasciato [l’eminente bolscevico] davanti al Palazzo sul mare, se ne andava ai moli d’imbarco. Ho letto che i colleghi teatranti, i pochissimi intimi, lo chiamavano «Cicerin», e dicevano che era comunista. Ma non era vero, è solo che sapeva le lingue. Nicola Fano, De Rege Varietà.

Gennady Gatilov, ambasciatore russo alle Nazioni Unite, ha dichiarato in conferenza stampa a Ginevra che «il Brasile ha capito gli obiettivi della nostra operazione speciale e le ragioni per cui la facciamo». ilfattoquotidiano.it.

Il Brasile continua a interrogarsi sulla spesa militare stanziata per le cure contro l’impotenza: dopo la notizia che erano state acquistate più di 35.000 pillole di Viagra per quello che un politico dell’opposizione ha definito un «oltraggio erettile», si è scoperto che il ministero della Difesa brasiliano ha approvato l’acquisto per oltre mezzo milione di sterline di protesi per il pene. The Guardian (da Dagospia).

Dirimpetto alla stirpe dei delegati sedevano, su scranne da canonici, in una grande tribuna sotto il busto di Lenin, i membri del Presidium: sedevano, per usare un’immagine di Zabolockij, dritti «come spari di fucile». Angelo Maria Ripellino, I topi del regime.

Il giorno del giudizio chissà quanti morti si daranno malati. Roberto Gervaso.

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