Periscopio 16/04/2022
A cura di Diego Gabutti
Autore: Diego Gabutti
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 16/04/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.


Joe Biden

Biden vuole la pace o intende fare la guerra alla Russia? Un conto è ottenere una tregua […] che salvi la faccia alle due parti in causa e la vita di decine di migliaia di persone. Un altro è utilizzare l’Ucraina per fare la guerra a Putin. Maurizio Belpietro, La Verità.

Ormai lo capiscono anche i paracarri che si tenta di spacciare un conflitto regionale sul Donbass per una guerra mondiale contro […] tutto l’Occidente. Marco Travaglio, il Fatto quotidiano.

Esiste una sola verità, un solo punto di vista, una sola versione dei fatti. E questa verità è decisa [a] Washington. Piero Sansonetti, il Riformista.

Profeti, riformatori e giornalisti dovrebbero, se possibile, ridurre al minimo le sciocchezze propinate al pubblico. Luigi Einaudi, Il mio piano non è quello di Keynes.

Un collega francese che ha seguito tutte le guerre degli ultimi vent’anni, comprese Siria e Libia che non sono state scampagnate, mi diceva che mai, in nessun luogo, ha visto cose come quelle che hanno fatto e stanno facendo i soldati di Putin in Ucraina. […] Poi ho acceso la tv. Un talk-show. Parlavano persone che in Ucraina non sono mai state in vita loro […]. Parlavano non sulla base di conoscenze e competenze, ma dell’ideologia e soprattutto del narcisismo: mi si nota di più se… Vi confesso che non ne posso più. La Nato non sarà la San Vincenzo, ma se dopo i popoli dell’Est pure Svezia e Finlandia corrono a ripararsi sotto il suo ombrello forse è un po’ meno peggio della Russia di Putin. Putin va fermato, ovviamente con le armi, il solo linguaggio che capisce e che può indurlo ad accettare un compromesso. Aldo Cazzullo, Corsera.

Quando il leader della Russia – un paese che attraversa undici fusi orari, con vaste risorse di petrolio, gas e minerali e più testate nucleari di chiunque altro – è un criminale di guerra, il mondo che abbiamo conosciuto finora è finito per sempre. Thomas Friedman, The New York Times.

La battaglia per l’Ucraina è innanzitutto una battaglia militare e umanitaria per la sopravvivenza di una Repubblica indipendente e di un popolo minacciato dall’ennesimo tentativo di genocidio russo, ma è anche una battaglia politica, culturale e globale in difesa della società aperta. Christian Rocca, linkiesta.it.

È stato colpito l’ospedale, devastate le scuole, il novanta per cento degli edifici è in macerie. [Ma] pensano di tenere qui la parata per la sconfitta dei nazisti nella guerra mondiale. Mosca ha ordinato all’autoproclamata amministrazione filorussa di ripulire il distretto centrale della città dai detriti e dai cadaveri per permettere la sfilata. Tutto indica che gli occupanti, in caso di successo, vogliano organizzare un carnevale della vittoria. Vadym Boichenko, sindaco di Mariupol (Carlo Valentini, Italia Oggi).

Molte immagini, diffuse dal ministero della difesa russo, mostrano colonne di veicoli blindati che avanzano in Ucraina innalzando le bandiere dell’Unione Sovietica. it.euronews.com.

La storia dell’incrociatore Moskva sarebbe piaciuta a Gogol, ucraino d’origine. Sembra uscita dalle pagine d’un suo racconto, quello in cui il condottiero cosacco Taras Bulba uccide il figlio Andrej che ha tradito la patria per amore d’una polacca. […] «Il Moskva l’abbiamo creato noi, ci siamo spaccati le reni per costruirlo. E dopo che ci si è rivoltato contro l’abbiamo affondato», dicono giù al bar mentre arriva la notizia che un altro Grad russo ha colpito all’alba una chiesa e un parco giochi proprio giù verso il porto, quello fondato dall’ammiraglio Potëmkin. Marta Serafini, Corsera.

Alla vigilia del ballottaggio delle elezioni presidenziali in Francia, Marine Le Pen ribadisce […] che in caso di vittoria su Emmanuel Macron, farà uscire Parigi dal comando integrato dalla Nato. Alla Farnesina si ricordano i legami finanziari e politici che Le Pen ha sempre avuto col regime di Putin. Marco Antonellis, Italia Oggi.

Nel tentativo di superare Marine Le Pen anche al ballottaggio, Emmanuel Macron si è messo a inseguirla sulla strada d’un sostanziale fiancheggiamento di Putin nella guerra contro l’Ucraina. Francesco Damato, graffidamato.it.

[Anche in Italia dx e sx] per tubare, tubano, come tortore in primavera, perché forse li accomuna una certa grammatica da Seconda Repubblica: presentazioni di libri, giornali, feste di partito, cose normali prima del diluvio social e dalla politica in diretta Facebook. Se lui [Letta] scrive al Foglio, giornale elitario e atlantista, per il suo manifesto neo-spinelliano, lei [Meloni] interloquisce con garbo, pubblicando sullo stesso giornale il suo manifesto, diciamo così, conservatore. Alessandro De Angelis, Huffpost.

Se neanche davanti alla croce di Cristo, nel Venerdì Santo, allora dove? Dove russi e ucraini, fratelli per storia e fede, e ora in feroce guerra perché il fratello ha aggredito il fratello, possono chiedere a Dio con una sola voce: «Liberaci dal male»? Marco Tarquinio, Avvenire.

Dall’Università cattolica di Leopoli viene espressa la considerazione che «Abele e Caino [portano] croci diverse: la croce d’Abele è quella della vittima innocente, quella di Caino rappresenta il pentimento del colpevole, e non possono essere combinate, perché ciascuno deve portare la propria croce (Matteo 16,24). Inoltre gli ucraini stanno già portando la prima croce mentre i russi devono ancora caricarsi la seconda sulle spalle». La replica di Papa Francesco […] risulta debole per due ragioni: la prima è la mancata condanna dell’aggressore. Francesco – e non subito – ha condannato l’aggressione ma non ha speso una parola sulle responsabilità dell’aggressore. […] La seconda è la permanente fratellanza col patriarca Kirill, che incita gli armati russi alla vendetta e alla conquista, e che ha addirittura esonerato i militari dell’Armata dal rispetto dei Dieci Comandamenti per tutto il periodo delle ostilità. Domenico Cacopardo, Italia Oggi.

Un giorno un tale esce senza ombrello quando s’accorge che viene giù qualche goccia. «Quasi quasi», pensa, «torno a prendere l’ombrello». Ma poi si dice: «Saranno gocce passeggere»; e continua a camminare perché ha fretta. La pioggia comincia a cadere. Lui si rifugia sotto un portone. «Aspetto che spiova», dice. È cominciato il Diluvio universale. Achille Campanile, Cantilena all’angolo della strada.

Datemi una leva e non saprò che farmene. Roberto Gervaso.

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