Un nuovo esempio di disinformazione
Una assoluta equiparazione fra gli arresti di terroristi e i tentativi di infiltrazione di palestinesi armati nei Moshav israeliani.
Testata:
Data: 13/01/2003
Pagina: 12
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Commando in una cooperativa agricola: 3 morti"
Il titolo è già un primo fulgido esempio di disinformazione: chi sono i morti? Israeliani o palestinesi?

Commentiamo alcuni stralci dell’articolo nel quale emerge una assoluta equiparazione fra gli attacchi terroristici e le eliminazioni mirate, fra gli arresti di terroristi e i tentativi di infiltrazione di palestinesi armati nei Moshav israeliani.

Eliminazioni mirate a Gaza,
di capi terroristi appartenenti ad Hamas, alla Jihad islamica o alle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa
rastrellamenti in Cisgiordania
di sospetti terroristi
scontri a fuoco nel Negev, tentativi di infiltrazione nel Moshav Gadish e a Nizana ai confini con l’Egitto. Una lunga interminabile scia di sangue unisce i Territori palestinesi e Israele,
è un’opinione del giornalista: il sangue in Israele è versato a causa dell’odio che il popolo palestinese nutre nei confronti di ogni cittadino israeliano, mentre non è vero il contrario.
nell’ennesima giornata impregnata di odio e di violenza, con un popolo – quello palestinese – costretto a vivere in città e villaggi trasformati in prigioni a cielo aperto
perché la sua dirigenza (leggi Arafat) non vuole fermare il terrore che dilaga proprio dai Territori palestinesi costringendo l’esercito ad impedire gli spostamenti della popolazione civile allo scopo di impedire il più possibile le infiltrazioni dei kamikaze: è troppo chiedere ad un popolo – "quello israeliano" – il diritto di difendersi?
E un altro popolo, l’israeliano, incollato con le orecchie alla radio in angosciante attesa della notizia di una nuova strage di innocenti.
Che nessuno e ribadiamo nessuno se non l’esercito israeliano fa nulla per prevenire!
Sullo sfondo le schermaglie tra due dirigenze impegnate a tempo pieno in una campagna di delegittimazione reciproca,
per la verità una delle due dirigenze – quella palestinese – è impegnata costantemente nel finanziamento del terrorismo e nel "condannare" a parole le stragi che i Kamikaze (da essa finanziati) provocano nelle strade di Israele
mentre sul terreno restano i corpi senza vita di sette palestinesi e di due civili israeliani.

Khan Yunes, sud della Striscia di Gaza.

Silenzioso, implacabile
gli effetti cinematografici sono quelli che riescono meglio al giornalista
l’elicottero Apache appare dal nulla
dal nulla ?? E’ un extraterrestre?
E punta il suo obiettivo: la Subaru su cui viaggiano due miliziani
Terroristi
Di Ezzedine al-Qassam, il braccio armato di Hamas. Sono loro, Raed Attar e Muhammed Abu Shamala i palestinesi da eliminare. Ma i due miliziani si accorgono del pericolo e fanno in tempo a catapultarsi fuori dalla vettura e cercare rifugio in un vicino uliveto . L’Apache scende a bassa quota e mitraglia tra gli alberi. Le raffiche centrano due giovani palestinesi, ambedue quindicenni che muoiono sul colpo.

L’"eliminazione mirata" dei due terroristi di Hamas è fallita, ammette un portavoce dell’esercito israeliano; un fallimento che è costato la vita a due ragazzi palestinesi colpevoli solo di trovarsi al momento sbagliato nel luogo sbagliato.
In questo caso si è trattato di una disgraziata fatalità perché non era sicuramente nelle intenzioni dei piloti dell’elicottero uccidere quei giovani.

Invece quante decine e decine di giovani, bambini, adolescenti israeliani si trovano nella pizzeria "sbagliata", nella discoteca "sbagliata", sull’autobus "sbagliato", dinanzi ad una vetrina "sbagliata" e solo per questo finiscono fatti a pezzi da un kamikaze che difficilmente sbaglia il suo obiettivo perché in ogni strada, cinema, bar di Israele c’è sempre qualche povero giovane israeliano che si trova nel "luogo sbagliato al momento sbagliato" !

Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione dell'Unità. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.
lettere@unita.it