Dagli amici mi guardi Dio
Che dagli amici... Bernardi Valli è convinto di aver scritto un articolo "dalla parte degli ebrei" ma anche lui sa che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Testata: La Repubblica
Data: 10/01/2003
Pagina: 1
Autore: Bernardo Valli
Titolo: L' antisionismo che angoscia gli ebrei francesi
Il duo Viola - Valli si è ricomposto. Tacciono entrambi, e scrivono entrambi come un tandem sputa - veleni. Viola lo ha fatto pochi giorni or sono dopo un lungo silenzio, e dopo un altrettanto lungo silenzio lo fa, oggi, Valli.
E il veleno che sputa oggi Bernardo Valli su Repubblica è forse ineguagliabile. Scrive un lunghissimo articolo per raccontare ai lettori della paura che attanaglia gli ebrei francesi, da un anno e più perseguitati da atti vandalici, aggressioni, intimidazioni, offese degne del più buio periodo nazifascista (ricordate la Notte dei Cristalli che diede inizio a tutto?), ma lo fa girando intorno al fulcro culturale di quanto descrive: l' antisemitismo.
Anzi, fa di peggio. Vi riportiamo la frase iniziale dell' articolo, quella che dovrebbe indicare il quadro culturale nell' ambito del quale l' autore si vuole muovere:

" Gli ebrei francesi vivono giorni di profondo malessere. Non pochi di loro parlano di angoscia. Da più di un anno si sentono i bersagli di un' ostilità (attentati alle sinagoghe, ai cimiteri ebraici, aggressioni individuali, accuse e denunce quotidiane della politica israeliana....) , che alcuni non esitano a chiamare antisemitismo
E trova subito l' alibi per questa odiosa affermazione:
"Anche se questa espressione, evocatrice di un razzismo all' origine di secolari tragedie, è giudicata impropria da molti intellettuali ebrei".
Già, ecco trovato l' ebreo che fa comodo, anonimo s' intende, magari di sinistra, sbandieriamolo subito per coprirci le spalle!
Dimentichiamoci della gaffe che paragona l' antisemitismo storico (cristiano e nazifascista) al razzismo, quando è noto a tutti i conoscitori della materia che , non essendo gli ebrei una razza, l' antisemitismo è altra cosa. Concentriamoci sull' essenza.
Dopo aver messo in fila in una sola frase, senza riprendere fiato, chi brucia le sinagoghe, profana i cimiteri, aggredisce bambini che vanno a scuola, e chi critica Israele, Valli mette in dubbio che bruciare sinagoghe, profanare cimiteri ebraici, aggredire bambini di una scuola ebraica siano manifestazioni di antisemitismo. Anzi

" poiché le cause della situazione di oggi vanno cercate nel lontano confronto mediorientale tra due popoli, l' israeliano e il palestinese, e non negli antichi pregiudizi razziali"
ecco che la Francia delle aggressioni contro ebrei e luoghi di culto ebraici non è che "un remoto retroterra" di quello scontro.
Valli, cioè, finge di ignorare (non riteniamo che possa realmente ignorarlo, preferiamo pensare che lui sia "solo" in malafede) che colpire un ebreo in quanto ebreo, che ritenere un ebreo francese o italiano o americano responsabile di quanto non ci piace in Israele, che bruciare sinagoghe e picchiare bambini ebrei non abbiano la benché minima connessione con l' espressione di opinioni politiche.
In Israele ci sono ebrei israeliani antisionisti, partiti filo-arabi, e metà circa dell' elettorato israeliano vota contro il governo in carica, qualunque governo esso sia. Criticare la politica dei governi israeliani non è antisemitismo, è l' esercizio di un diritto democratico elementare.
Ci avviciniamo al confine con l' antisemitismo, invece, quando la critica al sionismo diventa negazione del diritto del popolo ebraico ad avere una patria nel solo luogo al mondo in cui esso ritiene che questa patria abbia motivo di essere (un diritto che nessuno negherebbe a moltitudini di popoli meno radicati di quello ebraico!) . E senza possibilità di dubbio questo confine viene valicato da chiunque estenda agli ebrei in quanto tali (anche se israeliani!) le presunte colpe che addebita al governo israeliano al potere in quel momento.
Certo, Valli cita una opinione analoga a questa di Elie Barnavi, ma poi per l' intera pag. 13 del giornale si contorce attorno agli argomenti, per glissare su quello che fin dall' inizio ha mostrato di non voler confermare, che quanto avviene in molti paesi europei ha più sapore di antisemitismo che non di critica nei confronti di Israele (attenzione: anche l' antisionismo, nei termini descritti in precedenza, si avvicina pericolosamente all' antisemitismo classico).Ed ecco dunque che Valli va a cercare quanti degli ebrei francesi che fuggono in Israele vanno poi a risiedere nelle "colonie" (ecco, sembra dire, vedete che sono cattivi?). Ed ecco che fra gli ebrei francesi aggrediti spulcia le opinioni sul conflitto (era pacifista il rabbino pugnalato? Si, allora hanno fatto male a pugnalarlo. E se non fosse stato pacifista, avrebbe scritto che hanno fatto bene a pugnalarlo?). E, scrivendo del boicottaggio delle università israeliane e degli scienziati israeliani, scrive che in fondo le università israeliane sono notoriamente luoghi in cui si ama la pace. E se non fosse stato così? Qualcuno ha proposto di boicottare università e studiosi dell' Iraq, della Siria, della Russia, della Colombia, della Corea del Nord, e delle altre dozzine di stati illiberali, totalitari, aggressori in guerre crudeli?
Sempre più si rivela vero quel detto autoironico, per cui solo in Israele "sporco ebreo" equivale ad "ebreo che non si lava".

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