Il risveglio di Amnesty International
Un primo accenno di rinsavimento, che tocca persino Solana. Si leggano il "credo" dei martiri
Testata:
Data: 08/01/2003
Pagina: 1
Autore: Etty Amiras
Titolo: Il risveglio di Amnesty International
Un attentato suicida perpetrato ai danni della popolazione civile, è un crimine contro l'umanità. Lo ha stabilito ufficialmente Amnesty International.Il 6 gennaio, sul sito ufficiale dei martiri delle brigate Al Aqsa (movimento alle dirette dipendenze di Arafat) è apparsa la rivendicazione del doppio attentato suicida di Tel Aviv, nel quale sono morte 23 persone innocenti: alcuni di loro erano cittadini israeliani, altri stranieri, ma tutti esseri umani che si trovavano lì per puro caso. Ecco il testo della rivendicazione:
In nome di Allah misericordioso
le brigate dei martiri di Al Aqsa
braccio armato del Fatah
Palestina

Allah è grande, Allah è grande, Allah è grande
Comunicato militare delle brigate dei martiri di Al Aqsa
Le brigate dei martiri di Al Aqsa rivendicano la piena responsabilità delle due azioni suicide avvenute nel centro di Tel Aviv.
Continuando lotta e morte per seguire la via di Allah, con l'aiuto di Allah e fidando nel richiamo della Jihad, un'unità suicida formata da due kamikaze - Borak Rifat Abed Alrahaman Halifa e Yimad Mohammed Ibrahim El-Nuri, della città di Nablus - è riuscita ad infiltrarsi, questa sera (5-1-03) in territorio sionista e a raggiungere il cuore di chi ha confiscato, a Tel Aviv, i diritti dei musulmani e a perpetrare, una dopo l'altra, due azioni suicide.
Il primo kamikaze si è fatto saltare in aria in una strada affollata e il secondo, subito dopo, in una strada parallela.
Queste azioni suicide hanno provocato un alto numero di morti, nel centro dell'occupazione sionista della nostra terra.
Noi giuriamo, davanti al nostro popolo, che ci saranno altri attentati suicidi.
Le brigate dei martiri di Al Aqsa parlano e agiscono, promettono e attuano.
Firmato
L'armata popolare delle brigate dei martiri Al Aqsa
Palestina, 5/1/03"

Questa volta, oltre all'America, anche l'Unione Europea ha condannato l'attentato. Perfino Solana, sempre così sollecito a capire le ragioni dei palestinesi, non ha avuto altra scelta che prendere le distanzse da chi, in nome di D-o, ha tolto deliberatamente la vita ai suoi simili.
Eppure, l'Unione Europea non controlla dove vanno a finire i soldi che elargisce all'ANP. Come è possibile che, nonostante i milioni di euro che solo l'Unione Europea dà ogni mese, la popolazione civile palestinese non abbia un livello di vita dignitoso?
La risposta è abbastanza semplice: i soldi vengono utilizzati per comprare le armi, per pagare il premio alle famiglie degli attentatori e per arricchire indebitamente la dirigenza palestinese.
Il miglior aiuto che possiamo dare ai palestinesi è quello di renderli consapevoli del loro stato, di far si che si ribellino a chi li sfrutta e di far loro capire che l'unica soluzine è la via della pace, della convivenza, della fine dell'odio che, se coltivatgo fin dalla più tenera età, procura solo disperazione e lutti.