Israele: continua il terrorismo
Commento di Deborah Fait
L'invasione dell'Ucraina e la sporca guerra che ne è seguita hanno messo in secondo piano gli avvenimenti di Israele. A Beersheva, capoluogo del Neghev, un beduino, in pochi minuti, ha ammazzato quattro israeliani, due donne, due uomini e ne ha feriti altri 10. Avrebbe continuato se l'autista di un autobus, armato di pistola, non lo avesse affrontato. Ha provato a parlargli in attesa della polizia che lo avrebbe arrestato, ma, quando il terrorista armato di coltello, ha fatto per lanciarglisi contro, ha sparato uccidendolo. Hamas si è congratulato con i fratelli dell'uomo( in seguito arrestati con l'accusa di complicità) e il resto della famiglia, altri hanno portato dolcetti e caramelle da offrire ai passanti per gioire e congratularsi per queste morti innocenti. La solita procedura che segue ogni attentato: festeggiare. La radio ufficiale di Hamas ha rilasciato un comunicato di elogio al terrorista, anche a nome della Jihad palestinese, "Eroica operazione nella Beesheva occupata. L'occupazione deve essere combattuta con eroiche operazioni di accoltellamento, investimento con veicoli e con armi da fuoco". Dichiarazioni demenziali che nulla hanno di nuovo rispetto al passato, esattamente come sarà nel futuro perché la pace è per loro una parola sconosciuta e differenza di "morte" che è parte preponderante della loro ideologia. Oltre al grande dolore per le vittime innocenti, una giovane donna lascia tre bambini, c'è anche il dispiacere di vedere che tra i beduini si sta incancrenendo un odio che anni fa non esisteva. Hamas e l'Isis stanno facendo un ottimo, sporco lavoro di propaganda perché non vedono l'ora che anche questa popolazione araba, un tempo pacifica, si sollevi contro Israele per dare man forte agli arabi palestinesi e a quegli arabi israeliani che tradiscono il proprio paese per seguire gli ordini e i soldi di Abu Mazen. Dispiace perché i beduini sono sempre stati amici e fedeli cittadini di Israele, andavano all'esercito e, negli anni, abbiamo assistito a una forte emancipazione delle donne.
Le vittime dell'attentato
Questo grazie a Israele che con i suoi pulmini va di tribù in tribù per portare tutti i bambini nella scuola più vicina. I beduini quindi studiano, fanno il soldato, lavorano, le donne possono andare all'università, cosa impensabile prima di Israele. Vivono tanto bene che alcuni anni fa i beduini del Sinai andarono al confine con Israele per chiedere asilo politico e protezione dagli egiziani che li trattavano come schiavi. Negli ultimi anni qualcosa è cambiato. Gruppi dell'Isis si sono sistemati nel Sinai, hanno portato droga, terrorismo e paura ( chi non obbedisce viene ammazzato con tutta la famiglia), hanno preso contatto con i terroristi di Hamas e poi il passo per avere contatti con alcuni gruppi di nomadi israeliani, è stato breve. Il terrorista, Muhammad Alab Ahmed abu Alkian, non era un poveraccio, era un insegnante, quindi uno che aveva studiato, aveva un bel lavoro, una famiglia finché non è arrivato il tarlo dell'odio ad annebbiargli il cervello. Le quattro vittime, Doris Yahbas, Laura Yitzhak, Menachem Yechezkel e rabbi Moshe Kravitsky sono state sepolte mercoledì mattina a Beershva. Riposino in pace e soprattutto possano avere un po' di conforto i loro familiari, i loro figli, le loro mamme. Il 2 aprile avrà inizio il ramadan e solitamente in questo periodo gli arabi palestinesi si scatenano più del solito, non lavorano perciò cercano di tenersi occupati ammazzando ebrei. Succede ogni anno. In questo particolare periodo in cui gli occhi del mondo sono tutti rivolti all'Ucraina, si sentono trascurati da un Europa che di solito li coccola e li protegge, quindi, devono richiamare l'attenzione e quale modo migliore per farlo? Ammazzare ebrei.
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"