Il discorso di Zelensky alla Knesset 22/03/2022
Commento di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait
Il discorso di Zelensky alla Knesset
Commento di Deborah Fait

A destra: Volodymyr Zelensky

Non era il Zelensky sicuro di sé che aveva parlato al parlamento USA quello che si è rivolto alla Knesset ieri sera. Era un uomo provato, nervoso, pallido, un uomo che da 25 giorni sta sotto le bombe e vede il suo popolo morire. Era il Zelensky che da più di tre settimane chiede aiuto, consapevole che nessuno potrà daglielo perché dall'altra parte, laggiù a Mosca, c'è una specie di automa paranoico che non esiterebbe a far scoppiare la guerra mondiale. Un uomo, Putin, che fa paura al mondo intero, che incute un terrore tale da impedire persino ai russi che vivono in Italia di avere il coraggio di nominare in Tv la parola "guerra". Ieri sera, mentre in piazza Habima, a Tel Aviv, la folla sventolava le bandiere ucraine e israeliane e si levavano ovazioni per il presidente eroe, Zelensky ha giocato disperatamente la sua ultima carta, parlare agli ebrei, lui che è ebreo, parlare ai fratelli. Purtroppo lo ha fatto, forse senza rendersene conto, in modo troppo arrogante. Ero molto nervosa anch'io perché, appena vista l'espressione serissima e tesa del suo volto, ho avuto immediatamente una strana sensazione. Forse, inconsciamente, temevo quello che poi sarebbe realmente accaduto. Zelensky ha toppato, è caduto nel tranello, ha fatto, lui in buona fede, quello che tanti fanno in cattivissima fede. Ha nominato la Shoah, ha detto che in Russia parlano di soluzione finale come quella che aveva distrutto il popolo ebraico e, peggio ancora, ha nominato Babyn Yar dicendo che tanti ucraini, all'epoca, avevano aiutato gli ebrei. Questo non doveva farlo, lui che ha avuto parte della famiglia bruciata nella Shoah, non doveva dirlo. Babyn Yar è una pagina vergognosa dell'Ucraina; la popolazione, o parte di essa, di allora aveva aiutato con entusiasmo i nazisti, aveva fatto la spia, aveva contribuito all'assassinio di 34.000 ebrei nel giro di 48 ore e lo aveva fatto con una ferocia da stupire piacevolmente persino le SS. Il presidente doveva tenersi lontano mille miglia da questi argomenti che, si sa, penetrano nell'animo ebraico come spade nel cuore, doveva parlare dell'oggi non di quello che era accaduto, a vergogna dell'Europa intera, 80 anni fa. Avrebbe dovuto parlare delle menzogne dell'URSS a danno di Israele, dell'aver inventato, proprio la nomenclatura sovietica, il popolo palestinese mai esistito, la peggiore e più oscena bufala della storia.

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Doveva ricordare che i due peggiori terroristi, Arafat e Abu Mazen, avevano entrambi studiato nella Mosca sovietica. Il primo, responsabile della morte di migliaia di ebrei e del terrorismo internazionale e il secondo, oltre al terrorismo, di aver scritto un trattato sulla falsità della Shoah. Ha fatto bene a citare Golda Meir, ebrea ucraina, Madre di Israele, ancora adorata, ha fatto bene a ricordare come Israele sappia con estremo coraggio difendersi da milioni di arabi e musulmani che vogliono eliminarlo dalla carta geografica del mondo. Ha fatto male, malissimo ad accusare Israele di non aiutarlo. Israele ha mandato in Ucraina tonnellate illimitate con ogni ben di Dio, non appena scoppiata la guerra, ha mandato e costruito un ospedale immenso da campo del costo di 6 milioni di $, Bennett, il primo ministro, è stato il primo ad andare da Putin nel tentativo di mediare. Israele, pur non essendo un paese in Europa, ha dato più di quanto si possa immaginare. Zelensky sa perfettamente che Israele di più non può fare, sa che se gli aerei da guerra israeliani possono andare in Siria a bombardare le postazioni Hezbollah e il loro depositi di migliaia di missili, è perché Putin guarda dall'altra parte. Sa che tra Israele Russia c'è un accordo segreto su questo, accordo che Israele non può e non deve rompere senza mettere in pericolo la sua propria sopravvivenza. Zelensky era toppo nervoso e ha fatto infuriare anche alcuni ministri della Knesset. Il ministro della comunicazione, Yoaz Hendel ha detto che "Israele apprezza il Presidente dell’Ucraina e sostiene il popolo ucraino nel cuore e nei fatti, ma è impossibile riscrivere la terribile storia dell’Olocausto. Genocidio che fu commesso anche sul suolo ucraino. La guerra è terribile, ma il confronto con gli orrori dell’Olocausto e la soluzione finale è scandaloso».

Yuval Steinitz, del Likud, è stato ancora più duro. Sui social si sono scatenate le tante, tantissime "casalinghe di Voghera", quelli che stanno dalla parte di Putin per partito preso e non par loro vero, nella loro crassa ignoranza, che non riceva gli aiuti che desidera, lui ebreo, da altri ebrei. Per non parlare di alcuni parlamentari italiani che chiedono la par condicio: "Venga anche Putin a dire le sue ragioni!" Follia pura, pretese di chi è talmente dalla parte dell'invasore da non riuscire a ragionare come ogni degna persona dovrebbe fare, cioè difendere l'aggredito. Da quando in qua si chiama un tiranno a spiegare perché ammazza, stupra, affama un altro popolo? Domani, 22 marzo, il presidente ucraino parlerà al Parlamento Italiano e molti hanno già annunciato il loro boicottaggio. Zelensky, con Israele, ha sbagliato e si notava lontano un miglio che era teso come una corda di violino, infatti il risultato è stato negativo se togliamo le centinaia di persone che in piazza lo acclamavano con amore e ammirazione. Comunque sia, Israele sarà sempre pronto ad aiutarlo , nei limiti della sua stessa sicurezza, e io, personalmente sarò sempre dalla sua parte. Poteva scappare, godersi i soldi, poteva mandare la famiglia in Svizzera, come ha fatto il tiranno russo, invece è rimasto là, sotto le bombe, la sua famiglia è rimasta con lui. Non sono fuggiti come tanti capi di stato hanno fatto nella storia. È la, nella sua Kiev bombardata, con il suo popolo che lo sostiene totalmente. Del resto se, nella lunga storia di guerre combattute dall'uomo, non fossero esistiti anche gli eroi, forse incoscienti ma pur sempre eroi, tutto si sarebbe risolto in racconti spietati di aggressioni seguite da fughe e morti senza alcun tipo di resistenza. Il motto dei giovani ucraini è: "Meglio morire in piedi che in ginocchio".

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Deborah Fait
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