La tragedia della guerra e le capriole dei Talk Show italiani 19/03/2022
Commento di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait
La tragedia della guerra e le capriole dei Talk Show italiani
Commento di Deborah Fait

A destra: Marina Ovsyannikova

Prima di scrivere dei talk show italiani, vorrei rendere omaggio a una donna coraggiosa. Il suo nome: MARINA OVSYANNIKOVA. Irrompendo negli studi del TG russo con un cartello che diceva "NO alla guerra, vi raccontano solo delle panzane", ha fatto venire a Putin un attacco di ulcera che, anche se molto ben celato cercando di non dare importanza al fatto di fronte al mondo intero, facendola punire solo con una piccola multa( ma forse il seguito verrà quando l'attenzione del mondo sarà rivolta altrove), ha sicuramente rovinato la cena del mostro russo. Marina Ovsyannikova! Non dimentichiamo questo nome, e il suo gesto che ci fa ancora sperare nel genere umano. E adesso torniamo a bomba…senza allusioni…vorrei capire che senso abbia invitare in tutti i talk show, in special modo quelli di Mediaset, ospiti russi filo Putin. Il 16 marzo, nella trasmissione Controcorrente su Rete 4, la conduttrice Veronica Gentili aveva due ospiti contrapposti, l'ucraino Vladi Maistrouk e il russo putiniano Vsevolod Gnetii che ha passato la serata a sghignazzare sull'invasione dell'Ucraina. Un personaggio odioso e cafone impegnato a giustificare il terrorismo russo, a definire Putin eroico come Stalin, ad accusare il presidente ebreo di essere un nazista. Infine ha fatto andare fuori dai gangheri il povero Vladi che gli chiedeva di essere serio, dicendo "È difficile essere seri con un presidente comico". Che senso ha dunque chiamare in una trasmissione dove si parla della tragedia di una nazione sovrana invasa da un dittatore paranoico, un personaggio così platealmente cinico. Lo fanno per l'antica amicizia con tra Putin e Berlusconi? Lo fanno forse per ravvivare la discussione? Qualunque sia il motivo è assurdo e disumano perché non si possono umiliare e offendere le vittime dando voce a chi le deride in modo scandaloso. Sarebbe come, ha aggiunto Vladi, invitare un filonazista in una trasmissione in cui si parla di Shoah. Tra gli ospiti anche il solito Toni Capuozzo che scrive anche articoli di grande pathos sulle mamme che muoiono e i bambini che piangono, il tutto per dire che la pace è l'unica via. A chi non fa schifo la guerra? Chi è che non vorrebbe sempre, eternamente la pace nel mondo? Ma chiedere la pace durante l'invasione di una nazione da parte di un'altra nazione mille volte più forte, significa chiedere l'eliminazione dell'invaso. È lo stesso giochetto immorale e pericoloso che i cosiddetti pacifisti fanno con Israele: "Non difendetevi", ci dicono, così spariremmo lasciando il paese agli arabi. All'Ucraina dicono: "Non vi diamo armi, non dovete difendervi se no andremmo di mezzo anche noi". Giusto, ma l'alternativa sarebbe la distruzione di un paese e del suo popolo. Il discorso di Putin allo stadio di Mosca strapieno di gente plaudente, di cantanti che urlavano gli inni patriottici, ha fatto paura, un incubo sia le sue parole che l'entusiasmo dei presenti. Sembrava di rivedere la folla urlante Duce, Duce, mentre Mussolini parlava dal balcone a Piazza Venezia e sappiamo come è andata a finire. Stiano attenti quelli che guidano il mondo perché alla fine potrebbero piangere lacrime di coccodrillo. L'evento allo stadio è stato chiamato "Per un mondo senza nazismo! Per la Russia! Per il presidente!" Le ovazioni della folla arrivavano al cielo, le bandiere russe sembravano un mare sventolate. Pare però che, secondo testimonianze, a centinaia sarebbero stati caricati sugli autobus e costretti a partecipare all'evento. Beh, non ho difficoltà a crederci, questa è la dittatura. Aspetto i prossimi talk show su questo discorso di guerra augurandomi che, per rispetto ai tanti morti e anche ai soldatini russi mandati, ignari, a morire, nessun fan di Putin sia più invitato a schernire un popolo coraggioso che continua a lottare per la propria libertà.

Immagine correlata

Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"