Un passato che non passa 16/03/2022
Analisi di Antonio Donno
Autore: Antonio Donno
Un passato che non passa
Analisi di Antonio Donno

La Nato a Est: la falsa teoria dei putiniani - Corrado Ocone
Vladimir Putin

Nel marzo del 2021 George Stephanopoulos di “Abc” chiese a Biden: “Lei conosce Vladimir Putin. Pensa che sia un killer?”, “Lo penso”, gli rispose il presidente americano. I fatti odierni di Ucraina gli danno ragione. Sulla “Repubblica” di lunedì, la studiosa inglese Catherine Merridale, intervistata da Antonello Guerrera, ha affermato che, benché Putin non sia un nuovo Stalin, tuttavia ha costruito negli anni una Russia così sottomessa e impotente da consentirgli una conduzione del potere che si avvicina sempre più al clima dello stalinismo. Sul “foglio” dello stesso lunedì, lo storico italiano dell’Est europeo, Francesco M. Cataluccio, ha pubblicato un prezioso saggio sulla morte per fame (Holodomor) imposta da Stalin agli ucraini negli 1931-1933 per mezzo della requisizione sistematica del grano. La crisi economica dell’Unione Sovietica dette a Stalin l’occasione per infliggere un colpo mortale ai riottosi ucraini.

Questi tre riferimenti ci consentono di capire meglio la politica devastante di Putin nei confronti di Kiev. L’Ucraina è la bestia nera della Russia, per la sua posizione strategica nell’Est europeo e per essere il granaio di una Russia in gravi difficoltà economiche. E oggi anche militari, tanto che Putin ha chiesto alla Cina un sostegno di armi per completare la conquista dell’Ucraina. La storia della Russia si ripete nel tempo, con ossessiva regolarità. Se si eccettuano gli anni di Gorbacev, anni fallimentari da ogni punto di vista, dai secoli della Russia zarista a oggi la storia russa presenta un dato di una ripetitività impressionante: la mancanza di democrazia. È ciò che distingue, separa, allontana storicamente la Russia dall’Occidente senza soluzione di continuità. Da questo punto di vista, la Russia continua a essere “un mondo a parte”, che è il titolo di quello straordinario libro di Gustaw Herling che racconta la sua vita nel gulag sovietico e che è stato una lettura illuminante nella mia vita di studioso. Allora era il gulag il “mondo a parte”, oggi lo è la Russia per tutti quei Paesi dell’Europa orientale che si sono liberati dal comunismo e che sono minacciati nella loro libertà dalla Russia di Putin. L’Ucraina di oggi rischia di far parte nuovamente di quel “mondo a parte” che è la Russia putiniana nemica della democrazia.

La grande carestia. La guerra di Stalin all'Ucraina : Applebaum, Anne,  Parizzi, Massimo: Amazon.it: Libri

Il progetto di Putin, con la conquista dell’Ucraina, è di rimodulare l’assetto complessivo dell’Europa orientale, nella quale l’Occidente ha messo piede. Questa presenza è una minaccia costante per la Russia, perché il richiamo della democrazia può essere fatale per la sopravvivenza dell’autoritarismo russo. Nel 2017 la grande storica americana naturalizzata polacca Anne Applebaum pubblicò un libro fondamentale, tradotto due anni dopo in italiano con il titolo La grande carestia. La guerra di Stalin all’Ucraina, in cui scriveva a conclusione della sua analisi: “Oggi, per minare la sovranità ucraina, il governo russo utilizza la disinformazione, la corruzione e la forza militare, esattamente come fecero i governi sovietici in passato” (p. 446). Che cosa è cambiato oggi nell’atteggiamento di Putin nei confronti dell’Ucraina? L’Ucraina è ancora considerata dal potere di Mosca come un Paese ribelle e, per di più, legato al sistema di vita occidentale e aperto alla cultura della democrazia, pericolo, quest’ultimo, che Putin vuole neutralizzare.

Quando Gustaw Herling pubblicò Un mondo a parte, i comunisti lo accusarono di falsità e il suo libro restò sottotraccia per molti anni in Italia. Se lo si legge oggi, si resta sconvolti. La tragedia ucraina del 1931-1933, voluta da Stalin per domare gli ucraini, fa parte della storia dei rapporti di quel Paese con la Russia, rapporti spesso segnati dal crimine, come nei giorni che stiamo vivendo. Quando Enzo Bettiza lesse il libro di Herling, gli apparve come “catapultato da un firmamento lontano e misterioso sulle pagine del ‘Mondo’ di Pannunzio e del ‘Tempo presente’ di Silone e Chiaromonte”. Oggi, per fortuna, quel libro ci insegna molto sull’invasione russa dell’Ucraina e sulla tradizione autoritaria di cui è erede Putin e i suoi sottoposti. “Ogni ucraino – scrive Cataluccio – ha in famiglia vittime degli anni Trenta e Quaranta: morti per guerre, fucilazioni, deportazioni e, soprattutto, per fame”.

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