Il presidente eroe di una nazione che non si arrende 11/03/2022
Commento di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait
Il presidente eroe di una nazione che non si arrende
Commento di Deborah Fait

A destra: Zelensky visto da Dry Bones

Il pacifismo con i suoi cieli azzurri dove svolazzano colombe bianche e i fiorellini e gessetti colorati per scrivere "voglio la pace nel mondo", è il veleno che ammorba questa società. I social ne sono pieni, gente che maledice Zelensky, che lo deride, che lo chiama comico o guitto, che attribuisce a lui la colpa di questa guerra perché "il maledetto" non vuole arrendersi al tiranno russo e manda a morire la sua gente per fare il figo. Lo chiamano pupazzo di Soros e dell'America, ogni offesa è lecita per questi "ghandiani" che odiano la libertà e la democrazia. Leggo messaggi da far venire i brividi e mi riportano alla realtà israeliana. È colpa di Israele quando i palestinesi ammazzano gli ebrei e adesso è tutta colpa di Zelensky…ebreo, se gli ucraini muoiono ammazzati dai russi. Probabilmente se si fosse arreso e fosse scappato all'estero avrebbero detto "Ecco il vigliacco, abbandona il suo popolo per andare a godersi la vita". Qualcuno ha addirittura scritto che Zelensky "si è appropriato della presidenza dell'Ukraina" dimenticando che il presidente è stato eletto con il 73% dei consensi. Le offese e i dileggi contro Zelensky che dimostra di essere un fine politico, un uomo deciso, un patriota coraggioso, superano di gran lunga quelli contro il mostro in cui si è trasformato Putin. Il motivo sta tutto là, nel rifiutare la resa… in nome della pace sognata dai pacifinti, una pace con un'Ucraina divorata dalla Russia. L'invasione è avvenuta in barba al "Memorandum di Budapest" del 1994 quando venne firmato un trattato in cui l'Ucraina accettava di smaltire tutte le armi nucleari ereditate dalla dissoluzione dell'URSS. In cambio aveva ottenuto garanzie per la sua sicurezza, indipendenza e integrità territoriale. L'intesa fu firmata dagli USA, dall'Inghilterra e dalla RUSSIA. Sono passati trent'anni e quegli accordi valgono meno di niente, la dittatura sovietica, guidata da un novello Stalin, ha invaso e sta distruggendo quello stato sovrano e indipendente. Già nel 2014 Putin aveva disatteso gli impegni presi invadendo e poi annettendosi la Crimea. Adesso, per potersi annettere un altro pezzo dell'ex URSS, Putin e i suoi simpatizzanti accusano gli ucraini di essere nazisti. Certo, e sarebbe ingenuo negarlo, in Ucraina vi sono gruppi neonazisti e antisemiti esattamente come in Russia, in Polonia, in Francia, in Italia e in tutta Europa dove le svastiche non mancano e i nipotini di Hitler hanno nostalgia di Auschwitz. È del tutto inutile, in momenti del genere, riaprire vecchie ferite di un passato in cui non vi furono nazioni prive di colpe, oggi si parla di un aggressore, la Russia, e di un aggredito, l'Ucraina, si parla di morti innocenti e di un paese sovrano ridotto in macerie senza motivo.

Dopo due settimane di guerra molte città e villaggi ucraini sono stati polverizzati dai bombardamenti russi, hanno avuto il coraggio di sparare missili anche durante un primo cessate il fuoco uccidendo chi cercava di scappare lungo i corridoi umanitari. Ma l'Ucraina non si arrende, i giovani, ragazze e ragazzi, cittadini di tutte le età, sono sulle barricate a combattere contro altri ragazzi, quelli di leva russi mandati a fare la guerra senza dir loro dove sarebbero andati e cosa avrebbero dovuto fare. Una strage dall'una e dall'altra parte, due milioni di profughi tra cui un'enormità di bambini e giovanissimi, molti bambini soli che non sanno dove andare, sono attoniti e disperati. Israele ne ha salvati a centinaia, ebrei e non ebrei. Medici israeliani hanno organizzato ospedali da campo, ragazzi israeliani sono nei campi profughi a distribuire coperte, maglioni, scarpe e minestre calde insieme a volontari di altri paesi corsi ad aiutare. Zelensky è là, con i suoi ministri, a guidare la resistenza e il popolo ucraino è con lui. Il bandito russo ha dato ordine di colpire gli ospedali, già quattro sono stati rasi al suolo, hanno colpito e distrutto anche un ospedale pediatrico, sotto le macerie mamme, bambini e personale medico. I crimini di guerra russi non si contano più.

Le mamme scappano con i bambini in braccio, i più grandicelli, terrorizzati, per mano, con i loro orsacchiotti di peluche sporchi di fango. I vecchi arrancano nella neve, appoggiandosi ai loro bastoni, aiutati da chi è più forte di loro, portano con sé anche i loro animali, i cani al guinzaglio, le gabbiette con i gatti. Sono allo stremo, piangono di paura e di dolore, ma nessuno parla di arrendersi, sono un popolo forte e indomito che non si piega. Gridano "Slava Ukraini- Gloria all'Ucraina". E gloria sia per questo popolo eroico come il suo presidente che non lo abbandona, che sta là, che dice al parlamento britannico in piedi ad applaudirlo: "Lottiamo insieme e moriremo insieme". Per la dignità e l'onore del proprio paese si può anche morire.

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Deborah Fait
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