Allarme antisemitismo
Grazie alla propaganda araba siamo tornati agli anni '30 nelle università inglesi e americane
Testata: L'Opinione
Data: 04/01/2003
Pagina: 2
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: RAPPORTO SULL'ANTI SEMITISMO NEL MONDO DEL WORLD JEWISH CONGRESS
Non bastavano le sinagoghe bruciate in Francia e Germania e gli attentati
kamikaze in Medio Oriente?
Ci hanno pensato i docenti filo arabi in università e licei francesi,
inglesi e americani insieme a uomini politici di sinistra e a pacifisti a
senso unico di marca no global a guidare l'assalto propagandistico anti
israeliano più infame che la storia ricordi dagli anni '30 in poi .
Mentre dai siti internet favorevoli ai palestinesi si leggeva di tutto:
dall'invito a boicottare i prodotti israeliani alle teorie
giustificazioniste sulle azioni degli "shaid" palestinesi. Un anno che,
secondo il World Jewish Congress, ha riportato indietro l'Europa e l'America
agli anni '30, quando il solo fatto di essere ebreo faceva sentire in colpa
i giovani studenti universitari e braccati tutti gli altri. E adesso, con il
2003 alle porte, la più grande organizzazione sionista mondiale corre ai
ripari organizzando viaggi in Israele, seminari universitari e siti internet
per contrastare le balle della propaganda filo araba.

IL NEMICO IN CASA

Gli episodi più sconcertanti sono quelli avvenuti lo scorso anni nelle
università inglesi e americane, ben infiltrate di elementi filo arabi o
meglio filo fondamentalisti. il nemico ormai è in casa.
A marzo un giovane ebreo studente della Duke University in North Carolina
progettò di partecipare a una marcia che denunciava la perdita di vite umane
in Medio Oriente. Quale la sua sorpresa quando si accorse che tutti i
partecipanti che lo circondavano scagliavano slogan contro Israele e gli
ebrei.
E che dire di quando lo scorso giugno gli studenti ebrei della San
Francisco State University furono fisicamente attaccati dopo aver protestato
a seguito di una manifestazione "Pace in Medio Oriente". Furono pestati per
essersi opposti a slogan tipo "Hitler non ha finito il lavoro" e
"Tornatevene in Russia". Alla fine gli studenti ebrei dovettero essere messi
in salvo e scortati dalla polizia di San Francisco.
In Inghilterra, sempre nel 2002, i sentimenti anti-israeliani alle
università di Manchester e York hanno avuto come effetto, secondo un leader
studentesco, "la persecuzione e vittimizzazione degli studenti ebrei nel
campus". A Montreal, questo settembre, gli studenti della Concordia
University hanno bruciato le bandiere israeliane e paragonato il Magen David
alla svastica.
A Detroit, sempre lo scorso autunno, quelli dell' unione degli studenti
della Wayne State University, hanno tappezzato il compus di poster su cui
era scritto che "gli israeliani sono assassini di innocenti" e che "le tasse
USA per massacrare i palestinesi devono cessare".
E che dire della stupefacente decisione del Colorado College che aveva
invitato la portavoce di Arafat, Hanan Ashrawi, come speaker ufficiale
della giornata di commemorazione dell'11 settembre. Solo dopo pubbliche
critiche il college è stato costretto ad affiancarle il professor Daniel
Pipes come contro-relatore.

Non si contano poi le mostre itineranti a favore della Palestina, sul tipo
di quella promossa da Medici senza frontiere a Roma e in mezza Italia nelle
librerie Mondadori . In America in una di queste, gli studenti arabi hanno
sistemato un finto blocco stradale all'ingresso di molti edifici. Alla
University della California a Berkeley, un dipartimento del corso d'inglese
intitolato "La politica e la poetica della resistenza palestinese" ha
invitato un mese orsono gli studenti a discutere "la brutale occupazione
militare israeliana della Palestina occupata sin dal 1948" e ha ammonito dal
seguire i corsi nella classe quegli studenti che "pensatori conservatori,
sono incoraggiati a cercare altre sezioni".
Nel Regno Unito la situazione se possibile è anche peggiore: due accademici
israeliani sono stati recentemente rimossi dal posto di editorialisti da due
giornali di facoltà, The Translator e Translation Studies Abstracts. La
proprietaria dei giornali, Mona Baker, ha spiegato di non aver nulla di
personale contro gli israeliani, ma di "deplorare lo Stato d'Israele".
Nell'aprile del 2002, 120 accademici universitari di 13 Paesi europei, in
primis gli italiani, hanno fatto appello per il boicottaggio d'Israele,
compresa la ricerca e gli accordi culturali. Alcuni hanno preso il
boicottaggio molto sul serio. Ad esempio quando a maggio il Goldeyne Savad
Institute di Gerusalemme ha richiesto un campione di clone DNA alla
Norwegian Veterinary School con la quale era in corso una cooperazione di
routine tra ricercatori, i ricercatori israeliani sono rimasti sorpresi nel
ricevere un diniego. Su quale base? La professoressa Ingrid Harbitz ha
spiegato a Oslo che l'attività israeliana nella West Bank rendeva
"impossibile per me consegnare qualunque genere di materiale a una
università israelitica ".

ANNO NUOVO VITA NUOVA
Adesso la sfida si sposta nell'anno futuro e per non compiere gli errori di
sottovalutazione del passato "The Foundation for Jewish Campus Life", la
più grande organizzazione ebraica studentesca negli Stati Uniti, si è unita
con altri gruppi per l'addestramento alla difesa d'Israele degli studenti
ebrei . La "World Union of Jewish Students" ha anche realizzato un manuale
sulla difesa d'Israele, e lavora a stretto contatto con gli studenti ebrei
delle università da Parigi a Sydney . Molte comunità ebraiche locali hanno
approfondito i propri legami con i leader studenteschi dell'area e lavorano
strettamente su una strategia che sia allo stesso tempo puntuale e
abbastanza attraente da interessare studenti di college. E all'inizio
dell'anno, la "Jewish Students Organization" della Germania, che si occupa
anche degli ultimi immigrati dall'ex-Unione Sovietica in Israele, ha
organizzato una conferenza sull'educazione degli studenti ebrei sul Medio
Oriente.
Basterà tutto ciò a contrastare decenni di mistificazione anti israeliana?

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