Linguaggio scorretto e fotografie faziose
Gli squadroni della morte esistono nella ossesssione di De Giovannangeli. In Israele c'è soltanto un esercito democratico di difesa.
Testata:
Data: 28/12/2002
Pagina: 8
Autore: Umberto De Giovannageli
Titolo: Assalto a una colonia vicono Hebron: 6 morti
Proprio sotto il titolo appare l’ennesima fotografia faziosa e che non c’entra nulla con il titolo nè con i contenuti dell’articolo.

Ci viene il sospetto che sia una "consuetudine" della Redazione privilegiare "certe immagini" in modo da attenuare l’impatto emotivo che inevitabilmente suscita l’uccisione a sangue freddo di giovani e bambini israeliani.

Se nel titolo si parla di assalto con sei morti per quale motivo la fotografia scelta per la pubblicazione ritrae un soldato con l’elmetto, il mitra, lo sguardo duro ed il dito puntato contro una donna palestinese?

Era così complicato trovare una fotografia che testimoniasse il dolore degli israeliani? Oppure quel dolore è preferibile non mostrarlo?



L’articolo si apre con la cronaca del feroce agguato rivendicato da terroristi della Jihad islamica avvenuto vicino ad Hebron e nel quale hanno perso la vita quattro studenti del collegio rabbinico di Otniel ed altri otto sono rimasti gravemente feriti.

Ci limitiamo a commentare due frasi del giornalista sconvolgenti per i contenuti e per la scelta del linguaggio.


"L’attacco di Otniel è la sanguinosa risposta dei gruppi armati dell’Intifada al "Giovedì nero", in cui nove palestinesi sono stati uccisi dal fuoco dei soldati israeliani nei Territori".


Primo: quei palestinesi erano terroristi, uno di essi capo militare della Jihad islamica e responsabile di stragi e attentati.

Secondo: che l’attacco terroristico sia una "risposta" alle operazioni dell’esercito israeliano è un’opinione del giornalista perché in moltissime occasioni i terroristi non hanno avuto bisogno di "rispondere" a nessuno per entrare nelle case e sparare a sangue freddo ad un bimbo nel lettino, ad una donna incinta, ad un anziano che pregava.

Ci pare inoltre poco appropriato l’uso del termine "giovedì nero".

Quanti martedì, giovedì, venerdì, sabato o domeniche ben più "neri" hanno trascorso gli israeliani negli ultimi due anni, raccogliendo i pezzi dei loro cari sparsi nelle strade, senza che ad essi fosse riservata la medesima attenzione?


Squadroni della morte israeliani in azione nei Territori per eliminare attivisti dell’Intifada e far fallire così i colloqui in programma al Cairo tra Al-Fatah e Hamas, volti a porre fine agli attacchi suicidi nello Stato ebraico.
E’ possibile stravolgere i fatti fino a questo punto? Evidentemente sì perché De Giovannageli ci è riuscito.

· Gli "Squadroni della morte" – così definiti - sono in realtà soldati appartenenti all’esercito israeliano che a rischio della propria vita difendono il loro paese, Israele, unico Stato democratico in mezzo ad una schiera di barbare dittature.

· Gli "attivisti" dell’Intifada sono molto "attivi" solo nel portare a termine stragi, agguati terroristici e massacri e l’unico termine corretto per definirli è TERRORISTI.

· L’esercito israeliano è troppo impegnato a difendersi dai kamikaze (solo negli ultimi due giorni sono stati sventati più di 10 attentati ) per occuparsi anche di "far fallire" i colloqui fra i due gruppi terroristici.

Del resto dopo l’affermazione dello sceicco Yassin, capo spirituale di Hamas, pronunciata dinanzi ad una folla di 30 mila palestinesi riuniti a Gaza in occasione dell’anniversario della fondazione del movimento islamico, le speranze che quei colloqui possano portare alla cessazione degli attacchi suicidi sono praticamente nulle:


"Lo Stato di Israele cesserà di esistere intorno al 2025, pertanto vi chiedo di essere pazienti. Le operazioni di martirio proseguiranno fino al termine dell’occupazione Israeliana dei territori palestinesi".














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