Il boomerang del boicottaggio
Gli otto mesi di boicottaggio "accademico" comincia a rivelarsi un'arma a doppio taglio
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Data: 23/12/2002
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: Il boomerang del boicottaggio
Gli otto mesi di boicottaggio accademico che gli europei si sono inventati per colpire Israele incomincia a rivelarsi un'arma a doppio taglio. Un bel autogol che potrebbe mettere in pericolo anche la vita delle persone e allora ecco che un campanellino d'allarme incomincia a suonare nelle teste ancora pensanti di alcuni europei. Le azioni di odio proseguono invariate portate avanti dagli irriducibili nemici di Israele incuranti di tutto se non della loro avversione per lo stato ebraico ma il campanellino suona e allora incominciano i primi timidi borbottamenti:
Che questo boicottaggio alla fine gli si rivolti contro?

Il Jerusalem Post informa che il Prof. Paul Zinger dell'Associazione Scientifica Israeliana ha detto al Sunday Telegraph che piu' di 7000 ricerche scientifiche vengono mandate da Israele all'estero ogni anno e in quest'ultimo anno la maggior parte di esse e' tornata indietro con la motivazione: " Ci rifiuitiamo di esaminare questi documenti".

La Baronessa Greenfield, eminente neurobiologa e direttore del Royal Insitution, dichiara, senza troppi complimenti, di essere stressata dal boicottaggio e la International Agency for Research on Cancer ( IARC ) fa dire ai suoi portavoce di essere molto preoccupata per le conseguenze del boicottaggio degli accademici israeliani, se questo dovesse continuare.
Il Guardian, giornale filopalestinese che diede inizio a questa forma incivile di lotta pacifista che colpisce la scienza e la cultura, scrive che gli accademici inglesi continuano a umiliare i loro colleghi israeliani e Colin Blakemore, professore di psicologia a Oxford, si dichiara soddisfatto perche' negli ultimi 6 mesi nessun ricercatore inglese e' andato in Israele.
Ma ci sono notizie peggiori, notizie di ricatti come il caso del Dr. Oren Yiftachel, dell'Universita' Ben Gurion, il quale si e' visto rifiutare una ricerca con una nota che lo informava che il giornale, il Political Geography, non accettava niente che provenisse da Israele. Dopo alcuni mesi pero' la ricerca fu accettata in cambio di una dichiarazione dell'accademico israeliano, in cui paragonava Israele al Sud Africa. Ricatto riuscito!
Basta trovare le persone adatte,disposte a uggiolare come cagnolini in attesa di un buon bocconcino e il dott. Yiftachel, un cagnolino scodinzolante, si e' venduto in cambio del suo nome su un giornale.
Che grande soddisfazione! Israele come il Sud Africa, Israele come i nazisti, questi sono i ritornelli preferiti dagli irriducibili pacifisti odiatori di Israele e pare che gli inglesi siano i portabandiera di questa nuova forma di razzismo.
Ma vediamo cosa potrebbe succedere in Europa a causa del boicottaggio.
Sempre la Greenfield, che e' anche professore di farmacologia a Oxford, ha dichiarato al Sunday Telegraph che la logica conseguenza del boicottaggio sara' la cessazione dell' informazione sulla ricerca israeliana, fra le migliori del mondo, con l'inevitabile arresto dello sviluppo delle cure mediche e relativo pericolo per le vite umane.
"Se continuera', dice la scienziata, tutto questo andra' a danno delle persone. Cosa vogliono dimostrare col boicottaggio? E' una situazione in cui siamo tutti perdenti!"
e continua con una logica ferrea:
"Se l'inghilterra fara'la guerra all'Iraq allora significa che gli accademici inglesi dovranno boicottare se stessi ed essere boicottati dal mondo intero".
Sara' interessante vedere se ha ragione.
La campagna antiisraeliana fu iniziata da due accademici inglesi Steven Rose, biologo e sua moglie Hilary, sociologa dell'universita' di Bradford. In aprile mandarono al Guardian, nota testata antiisraeliana, una lettera con 123 firme e il proclama ufficiale dell'inizio del boicottaggio contro Israele.
Tre mesi dopo due professori dell'Universita' di Tel Aviv furono licenziati dal loro datore di lavoro Mona Baker un'egiziana dell'universita' di Manchester.
I membri del Consiglio Europeo dell'Univerista' di Ben Gurion hanno rilasciato questa dichiarazione:
" I ricercatori dell'U.B.G. sono all'avanguardia negli studi sul deserto, la desertificazione, l'agricoltura in zone di siccità, e i loro studi sono importanti per tutto il M.O e il Terzo Mondo. L'Universita' e' aperta a ricercatori di tutto il mondo e le sue tecnologie sono applicate nelle zone piu' povere del globo. Boicottare tutto questo sarebbe un danno immenso. Il boicottaggio accademico e' sbagliato nella teoria e nella pratica. E' assurdo immaginare che questo tipo di lotta, che alla fin fine danneggia tutti, possa portare alla pace".

Questi dunque sono i fatti che si potrebbero riassumere in un solo poco rassicurante pensiero: l'Europa è ancora tanto antisemita da accettare il rischio di un danno non indifferente pur di colpire Israele e rafforzare il terrorismo palestinese.

Cambierà mai qualcosa nel Vecchio Continente?