Netanyahu in Italia
Intervista con il ministro degli esteri israeliano
Testata: L'Opinione
Data: 20/12/2002
Pagina: 1
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: PARLA BENJAMIN NETANYAHU: IN ITALIA PERCHE' E' IL PRIMO PAESE IN EUROPA A CAPIRE CHE ARAFAT E BIN LADEN SON UGUALI
Riportiamo un articolo di Dimitri Buffa pubblicato su L'Opinione in seguito alla visita di Netanyahu in Italia:
Dieci terroristi hizbullah vivi per ogni militare e o cittadino israeliano
morto. La trattativa cui l'Iran e il Libano, il cui sud è controllato dai
terroristi dello sceicco Nasrallah, stanno costringendo Israele ha contorni
macabri. E in questo è persino stato superato il record dei nazisti.
E infatti l'unica cosa di cui ha preferito non parlare Benjamin Netanyahu,
ministro degli esteri di Israele in visita in Italia, è proprio la
trattativa con il presidente del parlamento iraniano Rezai Khatami (fratello
del presidente Muhammad) fino a ieri in Italia, attraverso la mediazione di
Berlusconi. Questo per arrivare alla riconsegna dei corpi di quattro ostaggi
israeliani, tre soldati di confine e un uomo d'affari rapito, l'unico che
potrebbe ancora essere in vita, che per dieci anni sono stati prigionieri
degli Hizbullah di Nasrallah.
Sembra che in cambio i terroristi vogliano trenta di loro in libertà dalle
civili carceri israeliane dove scontano una pena detentiva dopo regolare
processo.
Le proporzioni tra ebrei ed arabi, come si può constatare, sono tornate a
quelle dei tempi del nazismo con i cittadini della Germania di Hitler. Con
la differenza che adesso si contano anche i cadaveri.
E d'altronde i popoli arabi non democratici che circondano Israele non a
caso nell'ultima guerra erano i fedeli alleati di Hitler in Medio Oriente.
Per il resto invece Netanyahu è stato fin troppo chiaro, anzi diretto: "sono
venuto in Europa per parlare con gli uomini di governo e far capire loro
che il terrorismo da noi non è più sostenibile e che deve cambiare questa
leadership palestinese sennò non ci sarà mai la pace, perchè Arafat è come
Bin Laden, e questo il governo italiano sembra averlo capito prima degli
altri.."
Benjamin Netanyahu in visita di stato preelettorale in Italia, mercoledì
aveva già incontrato Berlusconi mentre ieri, poco prima della conferenza
stampa, stava da Frattini.
Ecco le cose più importanti che ha detto nell'occasione

Ministro Benjamin Netanyahu, lei ha parlato con Berlusconi del terrorismo
mercoledì sera. Lui ha confermato il nuovo corso italiano di chiudere le
porte in faccia ad Arafat e all'attuale dirigenza dell'Autorità nazionale
palestinese?

"Questo dovrebbe chiederlo soprattutto a lui. Se vuole io posso risponderle
che le sue idee e le nostre in materia sembrano ormai collimare in molti
punti. E quali sono le nostre idee sul terrorismo internazionale? Che
bisogna combatterlo e stroncarlo senza esitazioni perchè è una scelta di
sopravvivenza. Quanto a quel terrorismo che purtroppo ci riguarda, per noi è
logico dire che Arafat è come Bin Laden, tranne che per una cosa: ha un
migliore ufficio di pubbliche relazioni e gode qui da voi in Europa di una
buona stampa che altrove, ad esempio in America, lui di certo non ha. Se io
sono venuto a parlare con tutti questi politici europei è per convincerli
che non ci sarà mai pace con i palestinesi, con una leadership che appoggia
il terrorismo e vuole la distruzione dello stato di Israele, educando a fare
i terroristi suicidi i ragazzini fin dalla tenera età di tre anni. E
organizzando persino gli asili e i campeggi nido nel nome degli shaid.."

Perchè Arafat è un ostacolo alla pace?
"Le risponderò con una metafora: la pace è una meta che va raggiunta da un
conducente israeliano e da uno palestinese. Il nostro problema con Arafat è
che lui sta guidando la macchina in un'altra direzione, quella dello
sterminio degli ebrei in Israele e fuori, con l'obiettivo di braccarli, di
cacciarli di lì per metterci al loro posto il suo sanguinario regime. In
queste condizioni sarebbe ipocrita dire che con questa dirigenza palestinese
potrà mai esserci una pace."

Quali altri interlocutori? Non fate un regalo ad Hamas così?
"Non è questa l'alternativa, così come viene dipinta dalla propaganda
dell'Anp. Esistono, eccome, altri interlocutori, ma se ne facessi i nomi
oggi li condannerei a morte. Però ci stanno, sono tanti e rappresentano la
gran parte dei palestinesi stufi di guerra e terrorismo, stufi di vedere i
figli indottrinati a questo sin dall'asilo e stufi anche di Arafat.
Bisogna aiutarli, come con l'Iraq di Saddam Hussein, bisogna che qualcuno
faccia il lavoro per loro, perchè finalmente nasca uno stato democratico
nella regione, cosa che eliminerebbe di colpo ogni problema con Israele. Le
persone esistono quindi, ma bisogna aiutarle a venire elette
democraticamente dai palestinesi e finchè ci sarà questa attuale dirigenza
tutto ciò rimarrà un ' utopia."

Però Arafat continua a essere ricevuto da tutti, Papa compreso, non solo in
Italia, ma in Europa..
"Arafat è stato ricevuto anche a Washington, sono esigenze della diplomazia
e questo non cambia il mio giudizio sull'America.
Però Bush oltre a ricevere Arafat ha anche detto che chi è coinvolto nel
terrorismo non può essere un partner credibile per la pace, e questo è
quello che a noi interessa. Questo approccio sta ora arrivando poco a poco
anche in Europa, e l'Italia è al riguardo stata la prima a rompere il tabù.
Ne abbiamo parlato anche con Berlusconi di questo: per sconfiggere il
terrorismo occorrono decisioni strategiche tra le quali quella di accettare
o meno il terrorismo, per qualunque fine esso sia nato o vada avanti. Non ci
sono terrorismi buoni e cattivi, esiste solo il terrorismo e noi dobbiamo
essere contro. E io sono soddisfatto in questo senso delle risposte che ho
avuto dal vostro premier.
Il concetto è che non si possono dare premi o concessioni a chi promuove la
lotta armata, perchè inviterebbe altri a farlo.
I regimi che lo sostengono,come quello afghano dei talebani o quello di
Saddam Hussein, vanno sradicati e questo vale anche per Arafat.
L'unica alternativa è un cambio di rotta a 180 gradi ma deve essere una cosa
seria.."

Ci saranno mai buoni rapporti tra Israele e gli stati arabi?
"Con quelli i cui leader dicono in arabo al loro popolo le stesse cose che
raccontano in inglese all'estero sì. Con quelli come la Siria che fomentano
il terrorismo e ospitano decine di formazioni armate nel loro suolo
ovviamente no. Io non potrò mai dimenticare quando re Hussein di Giordania
andò a piangere davanti alle case di sei famiglie i cui ragazzi erano stati
uccisi da un soldato giordano: si inginocchiò davanti a ciascun genitore e
chiese perdono piangendo. Con arabi così la pace c'è stata, con quelli che
in inglese parlano di piani di pace e in arabo fomentano alla jihad il
discorso non si pone neppure.."

E della guerra all'Iraq che ne pensa?
"Noi siamo favorevoli all'abbattimento di quel regime ma questo provocherà
molti pericoli pratici al nostro popolo: siamo pronti a difenderci e abbiamo
anche inaugurato un piano di difesa dei velivoli civili da attacchi
missilistici da terra come quello di Mombasa, stiamo lavorando con partner
europei e americani alla costruzione di questo sistema di difesa dei
velivoli civili dagli attacchi esterni e siamo all'avanguardia come lo fummo
negli anni '70 in materia di prevenzione dei dirottamenti."
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