Le proposte dell’Associazione Italia-Palestina
Il giornalista dell'Unità confeziona una bella intervista in ginocchio. Aleggia l'ombra del maestro Minà.
Testata:
Data: 18/12/2002
Pagina: 4
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Non aiuta il dialogo contrapporre due diritti
L’intervistato è il senatore Rino Serri, segretario dell’Associazione Italia-Palestina che oggi terrà una riunione a Roma con lo scopo di rilanciare il negoziato.

Per capire meglio il pensiero del senatore riportiamo alcune affermazioni che rivelano una grave "ingenuità politica" per non dire "ignoranza storica" ma che lasciano assolutamente indifferente il giornalista.

Rilanciare il dialogo dunque. Ma quali obiettivi vi prefiggete?

L’assemblea vuole rilanciare una forte politica unitaria per riaprire la via del negoziato e della pace.
Con chi? Con Arafat, capo guerrigliero che ha scelto la strada della violenza e del terrore? Con Hamas? Con la Jihad islamica che predicano in ogni luogo lo sterminio di tutti gli ebrei?
Su quali basi è possibile rilanciare il dialogo?
Già su quali basi? Il senatore ha la risposta pronta.
Il ritiro delle truppe israeliane dai Territori e la lotta totale al terrorismo sono due processi che si devono realizzare contemporaneamente.
Magari se prima i terroristi smettono di fare a brandelli i civili israeliani forse c’è la possibilità che l’esercito si ritiri dai Territori. Vorremmo ricordare al solerte senatore che ogni volta che i militari hanno lasciato alcune città della Cisgiordania, "rioccupate" dopo nuove stragi, il terrorismo è esploso ancora più violento.
Auspicabilmente durante le prime fasi del negoziato e su questo occorre già da subito il sostegno della comunità internazionale
Sostegno di cui ha sempre potuto contare il "povero popolo palestinese oppresso", ma che non è mai stato assicurato ad Israele che anzi ha spesso dovuto subire il boicottaggio dei suoi prodotti che ha aggravato ancora di più un’economia distrutta dal terrorismo degli ultimi due anni.
In questo contesto cosa chiedete al governo italiano?

Chiederemo un programma straordinario per il 2003. Perché dal primo gennaio l’Italia entrerà nella troika europea e da luglio ne avrà la presidenza di turno. Secondo noi è il momento in cui l’Italia e l’Europa producano un nuovo sforzo, non contro qualcuno dei due soggetti, israeliani e palestinesi, ma recuperando fiducia nel rapporto con le due parti..

Non bisogna però perdere tempo perché l’esperienza di questi due anni ha dimostrato che il ricorso al terrorismo ha creato un danno alla stessa causa palestinese.
E più di 700 civili israeliani, donne, bambini, giovani, soldati fatti a pezzi per le strade di Israele.

Evidentemente questo è un dettaglio per il nostro senatore che non si prende neppure il disturbo di ricordarlo.

D’altro canto va anche rilevato che l’occupazione dei Territori
dopo atti di terrorismo
le distruzioni di case
di terroristi o delle loro famiglie che li avevano aiutati e nascosti
non hanno fatto fare un passo in avanti alla sicurezza d’Israele, al contrario si è aperta una crisi profonda nella società israeliana, non solo economica ma anche politica e civile.
Caro senatore, cosa avrebbe fatto l’Italia se si fosse trovata a fronteggiare un terrorismo di simili proporzioni?

Quali soluzioni dunque consiglierebbe? Che Israele stia tranquilla a guardare fino a quando l’ultimo dei suoi cittadini è stato fatto a pezzi (desiderio più volte espresso dai suoi amici palestinesi) ?

Cosa dovrebbe fare Israele per smantellare le infrastrutture terroristiche, per scovare i kamikaze che Arafat finanzia e protegge e che trovano rifugio nei campi profughi?

Sarebbe davvero interessante conoscere la risposta a queste domande.Ma De Giovannangeli non fa domande scomode, come è sua abitudine quando intervista rappresentanti palestinesi. Serri è un dirigente DS, partito al quale appartiene L'Unità, quindi solo domande che permettono a Serri di esprimere il suo pensiero.Curiosità ? Nessuna.

Come del resto sarebbe utile conoscere il pensiero dei rappresentanti dell’Associazione Italia-Israele che, a differenza di quelli dell’Associazione Italia-Palestina, non hanno mai avuto l’opportunità di dare un contributo sulle pagine dell’Unità.

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