Ciò che ignora il National Geographic Magazine
Le famose cartine del National Geographic Magazine lo diventano meno se si tratta di Israele
Testata:
Data: 08/12/2002
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: Medio Oriente – Crocevia di Fedi e Guerre
Allegata all’edizione italiana di "National Geographic", insieme alla ripubblicazione di un articolo uscito sullo stesso NGM nel 1927, c’è una grande mappa sul Medio Oriente dal titolo: "Medio Oriente – Crocevia di Fedi e Guerre"




Sotto l’introduzione:
CONFLITTI
Per chi non conosce la storia della regione, sarebbe difficile se non impossibile avere una chiara visione d’insieme. Per esempio ci potremmo porre dei dubbi dopo la lettura di quanto scritto:
"Ma il conflitto più aspro si è consumato in Palestina sotto gli inglesi, con l’insediamento fra i palestinesi di mezzo milione di ebrei decisi a crearvi una patria."
Dunque, il lettore, se non conosce la storia d’Israele -dall’idea di costituzione alla costituzione effettiva dello Stato- potrebbe essere indotto a prenderla come un sinonimo di ‘invasione’ anche se magari giustificata. C’è un utilizzo improprio di termini per spiegare la situazione ‘occupazionale’ israeliana. Infatti, nelle ultime righe del riquadro, si legge:
"Israele cerca la pace, ma ha impiegato la forza militare non solo per arginare gli attacchi contro i civili – terrorismo per Israele, martirio per i kamikaze palestinesi- ma anche per espandere gli insediamenti e conservare il controllo dei territori occupati."
Sarebbe più che opportuno spiegarne il motivo, e cioè che gli insediamenti e le relative occupazioni sono prettamente dettate dalla necessità di far fronte al terrorismo che si trova ovunque, non solo nelle zone di appartenenza israeliana. Quindi controllo uguale difesa.

Inoltre, nel riquadro della "CISGIORDANIA E GAZA" :
"i palestinesi, spossessati nelle guerre del 1948 e 1967 (oltrettutto provocate dalla Palestina stessa e dalle relative alleanze arabe), lottano per un proprio Stato sui territori di Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est, occupati da Israele nel 1967"
In tal contesto è importante ricordare che nei negoziati di Camp David e Tabba Barak offre ai palestinesi una vantaggiosa concessione che consiste nel rilascio del 97% del West Bank e Gaza e del 3% di terra in Israele con Gerusalemme Est: questa generosa offerta viene rifiutata da Arafat. Pertanto la frase è scritta in modo fuoriviante. Così come sarebbe necessario aggiungere alla frase seguente:
"La vita nei campi profughi, dov’è rifugiata metà della popolazione palestinese, precipita nella disperazione, e genera violenza"
il fatto che i soldi -ricevuti dall’EU e dal mondo- che dovrebbero servire a dare un po’ di benessere alla popolazione palestinese servano, invece, a finanziare il terrorismo palestinese.
Inoltre:
"Israele (…) ha anche ripreso le aree già cedute all’Autorità palestinese in seguito agli accordi di Oslo, respinto il leader Yasser Arafat e distrutto parte delle infrastrutture civili e di sicurezza."
Se per infrastrutture civili e di sicurezza si intendono abitazioni di kamikaze e fabbriche di armi, tanto per fare un esempio, allora forse il contesto con il quale la frase viene scritta cambierebbe…
"oggi Israele, con il controllo quasi totale dei territori, moltiplica gli insediamenti dei coloni israeliani, stabiliti in violazione della legge internazionale"
Non è vero. Lo sviluppo degli insediamenti è dovuto unicamente alla crescita della popolazione.

Per quanto riguarda i riquadri di altri paesi, Israele viene spesso menzionata in quanto coinvolta in diverse guerre, senza mai spiegarne le dinamiche né le modalità, né tantomeno la sua posizione.
I trattati di pace effettuati da Israele sono raramente citati.

Proviamo ad elencare, nei vari riquadri, , alcune "inosservanze", fra le più rilevanti:
- GIORDANIA: "malgrado abbia una popolazione costituita per oltre la metà da palestinesi, quasi tutti profughi dalle guerre con Israele, il Paese ha firmato la pace con Israele nel 1994"
profughi in seguito all’aggressione militare israeliana o perché hanno voluto andarsene?

- LIBANO: "… due invasioni da parte dell’esercito israeliano"
neanche un cenno che spieghi la causa di queste invasioni e relative occupazioni

- SIRIA: "nei rapporti con Israele pesa la disputa sulle Alture del Golan, occupate da Israele nel 1967 e annesse allo stato ebraico nel 1981".
Occupate in seguito alla guerra dei sei giorni e tenute per prevenire altri continui attacchi sulle valli israeliane sottostanti.



Sulla cartina, di fianco a "conflitti" troviamo delle tracce storiche di guerre ed occupazioni: la titolazione è impropria e induce il lettore a farsi un'opinione pregiudiziale. Per esempio: "Israele invade il Libano, 1978, 1982; Israele occupa il Libano meridionale, 1978-2000)". Scritto così non si può avere una visione sufficientemente chiara senza alcun richiamo storico alla luce di quel che è successo in quei periodi.

Girando la mappa, troviamo la piantina politica. Nel riquadro a sinistra, dove si vede la piantina di Gerusalemme, troviamo questa didascalia: "Israele ha dichiarato la città sua "eterna e indivisibile capitale", annettendo nel 1980 Gerusalemme Est, la parte araba della città, che i palestinesi reclamano invece quale propria capitale".
E’ vero che nell’agosto 1980 con una "legge fondamentale" Gerusalemme viene proclamata "capitale indivisibile di Israele", ma è anche vero che nel negoziato di Camp David Barak offre, insieme al 97% del West Bank e al 3% della terra israeliana, proprio Gerusalemme Est: offerta rifiutata dalla parte palestinese.

Accanto alla piantina di Israele si vede una didascalia scritta in rosso in riferimento alla Cisgiordania e Striscia di Gaza:
"Sotto occupazione israeliana dal 1967, questi territori contano circa tre milioni di palestinesi, cui si aggiungono centinaia di migliaia di coloni israeliani. Una serie di accordi raggiunti fra il 1993 e il 2000 prevedeva il ritiro delle truppe israeliane e una maggiore autonomia per i palestinesi. Di recente è stata rioccupata gran parte dei territori prima restituiti al controllo dell’Autorità palestinese"
Non si intravede neanche una spiegazione logica per questi fatti messi tutti insieme sullo stesso piano. Non sarebbe certamente male spiegare come sono andate effettivamente le cose e dire per quale motivo Israele avrebbe violato tali accordi.La parola TERRORISMO, mai sentita nominare dai cortografi del National Geographic Magazine ?

Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione del National Geographic Magazine. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.
ngforum@repubblica.it