I palestinesi "disarmati" attaccano gli israeliani
Il sangue ebraico passa senza lasciare traccia nella memoria di Guido Olimpio
Testata: Corriere della Sera
Data: 07/12/2002
Pagina: 14
Autore: Guido Olimpio
Titolo: Gaza, sangue sulla festa del Ramadan
Contestiamo, tanto per cominciare, il titolo: sembrerebbe, a dirla così, che Israele abbia scelto una festività islamica per seminare distruzione e morte; sappiamo che, in realtà, sono sempre stati nazisti e arabi a scegliere le più sacre festività ebraiche per colpire nel modo più sanguinoso e feroce.
"Gaza, sangue sulla festa del Ramadan"

Raid israeliano in un campo profughi: dieci vittime. I palestinesi: «Ci vendicheremo»
di Guido Olimpio

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME - Dieci palestinesi uccisi nella notte tra giovedì e venerdì a Gaza.
E già dalla prima riga partiamo malissimo: sarebbe stato opportuno - per un MINIMO di correttezza professionale - dire prima che cosa è successo, e poi le conseguenze.
Per gli israeliani si è trattato di una «operazione mirata» e le vittime erano in maggioranza miliziani di Hamas, circostanza confermata dalla stessa organizzazione. L’Autorità palestinese ha invece parlato di «civili disarmati»
certo che erano civili: i terroristi sono tutti civili! Quanto al "disarmati", ne riparliamo più avanti.
e di «terrorismo di stato». Sicuramente due dei morti - un bidello e una insegnante di 31 anni - erano dipendenti dell’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi.
L'agenzia Onu che ha profuso uomini e mezzi per permettere ai palestinesi di trasformare i campi in centri di terrorismo.

Alle due di notte una colonna di blindati ha attaccato il campo profughi di Burej, una distesa di case fatiscenti, senza fogne, dove vivono da decenni 30 mila rifugiati.
Dove da decenni i fratelli arabi tengono i palestinesi in queste condizioni: non sarebbe male ricordarlo, ogni tanto.
L’obiettivo israeliano era Aiman Shasnjeh, accusato di aver distrutto due tank Merkava, simbolo della potenza israeliana.
Strumento di difesa, più che altro. E, piccolo dettaglio, in quell'occasione erano anche stati uccisi tre soldati israeliani. Ma il sangue ebraico passa senza lasciare traccia nella memoria di Guido Olimpio, a quanto pare.

Ma i palestinesi erano pronti.
Pronti in che senso? Non erano tutti disarmati?
Non appena la colonna si è inoltrata nel campo è esplosa la battaglia.
Tra i Merkava simbolo della potenza israeliana e i civili palestinesi disarmati?
Dai minareti delle moschee sono stati lanciati appelli alla resistenza e le vie di Burej si sono trasformate in un inferno. Veemente la reazione israeliana. I soldati hanno sparato con mitragliatrici e cannoni. Una casa è stata demolita: sotto le macerie sono stati trovati più tardi quattro cadaveri. Altre 4 persone sono state uccise da un missile di un «Apache». Gli scontri si sono protratti per ore, concludendosi poi all’alba.
Forti però, 'sti palestinesi disarmati!

Alla paura della notte è seguita la rabbia. A Burej, i funerali hanno oscurato la festa del Eid Al Fitr, cerimonia che chiude il mese di Ramadan. Il raid è stato visto come una dissacrazione di una ricorrenza molto sentita.
Proprio a loro, che si preoccupano tanto di rispettare le ricorrenze religiose ebraiche!
I gruppi radicali hanno promesso l’inevitabile vendetta: due degli uccisi erano membri delle Brigate Al Kassam, responsabili di gravi attentati, altri facevano parte dell’ala politica di Hamas.
Cioè di coloro che studiano a tavolino come distruggere Israele, e reclutano quelli da mandare a morire.
L’incursione in una zona abitata ha riacceso le polemiche sui rischi di queste azioni. In pochi giorni i militari hanno ucciso un funzionario britannico dell’Onu a Jenin e una donna di 95 anni a Ramallah. In entrambi i casi il comportamento dell’esercito è apparso grave. Il cittadino britannico è stato centrato da un cecchino israeliano «che ha scambiato il telefonino della vittima per un’arma».
Se non ricordiamo male - dopotutto sono passati solo pochi giorni - il funzionario britannico si trovava all'interno di un edificio dal quale i palestinesi sparavano sugli israeliani: difficile che qualcuno, da fuori, possa aver visto un telefonino. Se non ricordiamo male, il telefono c'entra in quanto da quel telefono il funzionario stava denunciando l'irruzione dei terroristi palestinesi nell'edificio. Se non ricordiamo male non c'erano cecchini israeliani, ma solo soldati bene in vista. Come mai Olimpio invece non ricorda tutte queste cose? Forse avrebbe bisogno di un po' di riposo?
La donna invece è stata ammazzata su un taxi. Il soldato ha affermato di aver sparato alle ruote, ma sul veicolo sono stati trovati i segni di 17 proiettili. Fine assurda che ha spinto a chiedersi quanto valga la vita di un palestinese.
Peccato che Olimpio non si chieda mai quanto vale la vita di un israeliano.
"Le fonti ufficiali israeliane respingono la tesi di atti deliberati e accusano gli estremisti palestinesi di farsi scudo di civili."

Non solo le "fonti ufficiali israeliane", Olimpio, non solo loro! Lo sanno tutti, ed è ampiamente documentato, che i palestinesi usano farsi scudo dei civili. Anche il padre di Mohammed ad Dura - ricorda, Olimpio? - se ne stava rannicchiato nel punto più protetto, lasciando il figlio all'esterno, nel punto più esposto - e infatti il bambino è morto e il padre no.

"Gaza poi viene presentata come un covo del terrore."

Viene presentata??!! Ma dove vive Olimpio?

"Giovedì il premier Sharon ha denunciato la presenza di Al Qaeda."

Tutti l'hanno denunciata: tutti meno Olimpio.

"La rete di Osama, nell’intento di cavalcare l’intifada, ha quasi confermato le accuse annunciando la creazione di una sezione palestinese. In un sito Internet ha promesso nuove azioni anti-israeliane, dopo il duplice attacco di Mombasa in Kenia. Un documento che equivale ad una dichiarazione di guerra."

E questo si chiama "quasi confermato"?

"In questo clima d’assedio l’opinione pubblica israeliana reagisce premiando Ariel Sharon. I sondaggi del fine settimana confermano che il premier gode della fiducia degli elettori: alle elezioni in programma per il 28 gennaio il suo partito, il Likud, dovrebbe avere 38 seggi contro i 21 dei laburisti. I commentatori sottolineano come gli israeliani si fidino della linea «centrista» assunta dal premier."

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