Quando non esistono terroristi
Quando non esistono terroristi
Testata: Corriere della Sera
Data: 02/03/2002
Pagina: 3
Autore: Guido Olimpio
Titolo: Fuoco e sangue nei campi profughi
Nove morti tra cui due bambini nell’attacco israeliano. Crolla la fiducia in Sharon

DAL NOSTRO INVIATO
NABLUS - Spari isolati, raffiche prolungate. Ogni tanto un’esplosione. Da tre giorni Balata è terra di scontro, come lo sono Jenin e Gaza.
Israele è terra di scontro, anzi, di aggressioni terroristiche, da decenni, ma questo sembra turbare molto meno il buon Olimpio.

I morti sono tanti. Nove solo ieri, tra cui due bambini. Il primo di 7 anni è stato ucciso a Gaza: stava giocando quando è stato falciato da militari che si trovavano a bordo di un tank.
L'immancabile dettaglio patetico per commuovere il lettore. Naturalmente non ci si chiede come mai i genitori avessero lasciato un bambino di sette anni a giocare in mezzo a operazioni di guerra.

La seconda, una bimba di 8 anni, freddata dalla mitragliatrice di un elicottero a Jenin.
Repetita iuvant!

Le altre vittime sono miliziani che tentavano di ostacolare l’avanzata degli israeliani, che lamentano la perdita di un soldato.

E se li chiamassimo terroristi che tentavano di impedire il sequestro delle loro armi di morte?

Scatenando «la guerra dei campi»
Naturalmente è Israele a scatenare la guerra ...
l’esercito voleva dimostrare che non esistono santuari per quelli che considera dei terroristi.

Olimpio, evidentemente, non condivide affatto l'idea di considerare terroristi quelli che riducono a brandelli dei civili innocenti.

E si è ritrovato invece intrappolato in zone densamente popolate. Giovedì sera i tg locali avevano celebrato i soldati per la professionalità. Ieri i primi dubbi. Certamente gli israeliani hanno conquistato Balata, tuttavia non si sentono sicuri. Ovunque sono in agguato cecchini. Quelli israeliani sono sulle palazzine più alte, quelli delle Brigate Al Aqsa si mantengono ai margini. Attorno tank e blindati.

Cecchini palestinesi che mirano alla testa di neonati e "cecchini" israeliani che cercano di beccare i terroristi: nessuna differenza.

Gli attacchi hanno provocato le furiose reazioni dei palestinesi.
Come sempre: chi attacca sono gli israeliani, e i palestinesi sono costretti a rispondere.

Arafat ha invitato la comunità internazionale a intervenire per evitare «una esplosione regionale». In serata, l’Autorità palestinese ha deciso di sospendere i contatti con Israele «finché durerà l’aggressione». E non sono mancate neppure critiche di alcuni ufficiali: l’esercito «cercava di schiacciare la testa del serpente», invece ha fallito. I palestinesi hanno ripreso a sparare su Gilo (sobborgo di Gerusalemme) ed hanno lanciato due Kassem nel sud.
Risultati che amplificano la crisi di Ariel Sharon. Lo dicono i sondaggi: il 53% degli israeliani è scontento e il 73% dice che il premier non ha mantenuto le promesse.

Olimpio "ignora" che gli israeliani sono scontenti perché Sharon non fa abbastanza, non perché faccia troppo. Ignora che, volendo, si potrebbe imitare re Hussein che la "sua" questione palestinese l'ha risolta in un paio di settimane. E non si è ripresentata mai più.
Qualcuno sospetta persino che il premier abbia lanciato l’offensiva per impallinare l’offerta negoziale saudita.

QUALCUNO CHI??
Un’idea che sembra evaporare. Il presidente egiziano Mubarak si è già rassegnato: «Non avrà successo». Riserve sono state espresse da Condoleezza Rice, il consigliere per la sicurezza nazionale Usa.
Riserve di che genere? A quale proposito? Sul piano saudita o su Sharon? Perché Olimpio butta lì mezze frasi che ognuno può interpretare a piacimento?


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