Ungheria: ecco lo sfidante di Orbán
Cronaca di Andrea Tarquini
Testata: La Repubblica
Data: 19/10/2021
Pagina: 22
Autore: Andrea Tarquini
Titolo: Marki-Zay, il conservatore europeista che si candida come anti Orbán
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 19/10/2021, a pag.22, con il titolo "Marki-Zay, il conservatore europeista che si candida come anti Orbán", il commento di Andrea Tarquini.

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Andrea Tarquini

Ungheria: lo sfidante di Orban alle elezioni del 2022 sarà Peter Marki-Zay
Péter Marki-Zay

Giovanile e gentile, non alza la voce quando ci parli. Ha 49 anni che sembrano meno. Con i sette figli e la moglie Lilla va a messa ogni domenica nella città natale che dal 2018 governa, Hodmezövásárhely. Ha alle spalle studi in Economia, scienze sociali, cultura ed elettronica: è cattolico conservatore e persona del nostro tempo. Péter Marki-Zay, vincitore del ballottaggio delle primarie delle eterogenee opposizioni ungheresi unite contro il premier Viktor Orbán, lo sfiderà alle elezioni legislative della prossima primavera. Come Donald Tusk tornato in Polonia leader dell’opposizione europeista e occidentale, come Petr Fiala in Cechia, capo dei liberalconservatori Spolu (insieme) e candidato premier delle opposizioni pro-Ue e pro-Nato unite dopo la sconfitta di Andrej Babis, anche a Budapest chi lotta contro le autocrazie sovraniste punta sulla destra o sul centrodestra puliti. Molto meglio delle sinistre vecchie e nuove, su cui ancora pesano passato comunista o accuse di corruzione. «Guardiamo alla Germania», ci ha detto Marki-Zay in una recente intervista esclusiva a Repubblica , spiegandosi così: «Io sono conservatore sul piano sociale, aperto al mondo, rigorosamente fedele ai valori cristiani di cui Orbán abusa in modo menzognero. Voglio governare attraverso le larghe intese, con destre pulite, socialdemocratici, verdi, giovani, società civile». Contenuti esposti chiaramente dal candidato dell’opposizione ungherese: «Se vinceremo, il primo obiettivo sarà fare a pezzi il sistema anticristiano di corruzione, intimidazione e odio creato da Orbán, disfare le sue leggi e articoli costituzionali non in linea con i valori dell’Occidente, smetterla con omofobia e odio anti- Rom, restituire la libertà a media e giustizia, gender equality». Il suo cristianesimo «è quello vero di Papa Francesco, non il falso cristianesimo nazionalista e al fondo anticristiano del regime di Orbán. Non sarà facile contro menzogne e forza del suo apparato di propaganda ma dobbiamo farcela, per la nostra e la vostra libertà ». Quali sono le sue chance? Oggi Orbán in alcuni sondaggi è testa a testa con le opposizioni, in altri le sue chance sono calate dal 65 al 55 per cento, quelle dell’opposizione aumentate dal 29 al 40 per cento. Su altri tre punti, Marki- Zay non transige: tornare all’economia di mercato colpendo gli oligarchi, puntare all’ingresso nella eurozona e nella procura europea, tornare europeisti e atlantici senza riserve «chiudendo il tradimento delle relazioni speciali con Mosca e Pechino». Con il giovane cattolico magiaro, con il conservatore europeista erede di Vaclav Klaus a Praga, col protagonista di riforme e boom polacchi, i giochi sono di nuovo in movimento nell’Est della Ue e della Nato. Con la maggioranza decisa a restare nell’Unione e in Occidente.

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