Una visione storica di parte
Un' analisi poco obiettiva con faziosità e omissioni di carattere storico
Testata:
Data: 29/11/2002
Pagina: 28
Autore: Paolo Di Motoli
Titolo: Israeliani e arabi divisi da un numero
L’articolo ripercorre gli avvenimenti che portarono alla Risoluzione Onu di spartizione della Palestina del 29 novembre 1947.

Riteniamo opportuno commentare l’ultima parte dell’articolo in quanto evidenzia alcune faziosità e omissioni di carattere storico che denotano un’analisi poco obiettiva e sbilanciata a favore della "causa palestinese".

La difficile applicazione del piano
…………La complessità della soluzione proposta avrebbe probabilmente necessitato, oltre che della accettazione di entrambe le parti

ricordiamo al Sig. Di Motoli che gli ebrei avevano accettato con gioia quel piano, furono gli arabi ad opporre un netto rifiuto
di un intervento diretto dell’ONU e, soprattutto, della fattiva collaborazione della Gran Bretagna che, invece, continuo a perseguire i propri interessi anche dopo la nascita dello Stato di Israele..

Durò dal novembre 1947 al maggio del 1948: dopo la proclamazione dello Stato di Israele del 14 maggio ebbe inizio una guerra convenzionale tra il neonato stato ebraico e gli eserciti di cinque paesi arabi.
La guerra cui fa riferimento il giornalista non "ebbe inizio" per volontà divina ma perché quei cinque paesi arabi attaccarono il neonato stato con l’intenzione di "buttare a mare" tutti gli ebrei.
Il rifiuto arabo del compromesso era motivato dal non riconoscimento del nazionalismo ebraico assimilato al colonialismo occidentale e dalla diffidenza nei confronti degli ebrei considerati come estranei.
Gli arabi rifiutavano l’esistenza stessa degli ebrei in Palestina e più che "diffidenza" sarebbe corretto parlare di odio e intolleranza. Del resto la storia ha ampiamente dimostrato come a questo rifiuto (Spartizione del 1947) se ne siano aggiunti molti altri, tutti con l’obiettivo di eliminare la presenza ebraica in Israele. Obiettivo che nonostante gli strenui sforzi non hanno ancora raggiunto!
Gerusalemme che avrebbe dovuto essere il simbolo reale della convivenza è divenuta la pietra dello scandalo di un conflitto tutto basato sulla forza.
Ricordiamo nuovamente che Barak aveva offerto Gerusalemme Est ad Arafat due anni fa e fu il leader palestinese a rifiutare la possibilità di una "pacifica convivenza" con gli ebrei
Spartita tra Israele e la Giordania nel 1948, dal 1967 appartiene interamente allo stato ebraico.
Che consente ai fedeli di tutte e tre le religioni monoteistiche di osservare il proprio culto in uno spirito di aperta tolleranza, situazione che non si è verificata fino a quando Gerusalemme è stata sottoposta a sovranità giordana; in quel periodo infatti agli ebrei non era consentito neppure pregare al Kotel ed anche i cristiani non potevano recarsi nei luoghi di preghiera, se non a rischio della propria incolumità
Con il senno di poi, appare evidente che fin dal no alla risoluzione Onu del 1947 la mancanza di pragmatismo del mondo arabo ha finito con il penalizzare la causa palestinese.
E provocare centinaia di morti israeliani in attentati, stragi e guerre !!

In effetti quello che è mancato agli arabi non era il "pragmatismo" ma un autentico desiderio di vivere a fianco del popolo ebraico in un clima di pacifica convivenza e tolleranza reciproca.

L’odio per tutti gli ebrei ha sempre avuto la meglio in ogni momento della storia mediorientale e ha relegato in secondo piano le esigenze del popolo palestinese del quale peraltro gli arabi se ne sono sempre apertamente disinteressati.

I loro interessi economici e politici avevano la priorità sulle miserie e sul nazionalismo palestinesi.

Per quanto si possa "interpretare" la storia i fatti non possono essere cambiati.

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