Inghilterra, Francia, Norvegia: ecco l'islam terrorista
Commenti di Andrea Morigi, Mauro Zanon
Testata: Libero
Data: 17/10/2021
Pagina: 15
Autore: Andrea Morigi - Mauro Zanon
Titolo: Amess aiutava l'islam: hanno ucciso pure lui - L'omaggio a Paty interrotto 100 volte - La polizia: l'arciere è matto, non islamico
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 17/10/2021, a pag.15 con il titolo "Amess aiutava l'islam: hanno ucciso pure lui", il commento di Andrea Morigi; con il titolo "L'omaggio a Paty interrotto 100 volte", il commento di Mauro Zanon; la breve con il titolo "La polizia: l'arciere è matto, non islamico".
Ecco gli articoli:
Andrea Morigi: "Amess aiutava l'islam: hanno ucciso pure lui"
Andrea Morigi
Benché fosse cattolico, Sir David Amess soccorreva anche le popolazioni islamiche in difficoltà. O, meglio, si prodigava per le associazioni caritative, come Islamic Relief, che ufficialmente raccolgono denaro a scopi umanitari. Eppure, il parlamentare inglese venerdì sera è stato pugnalato a morte a Leigh-on-Sea, nell'Essex, in un luogo di culto cristiano, da un 25enne musulmano immigrato dalla Somalia. Già pronte le lacrime di coccodrillo. «L'assassinio di Sir David è uri atrocità indifendibile, commessa in un luogo di preghiera, che noi condanniamo nel modo più forte possibile», si legge in una dichiarazione congiunta di tutte le moschee del Southend per condannare l'omicidio di Amess, ritenuto «amico della comunità islamica» che partecipava a cerimonie, inaugurazioni di moschee e anche alla fondazione del primo gruppo di scout islamici della cittadina. «Questo atto è stato commesso in nome di un odio cieco e noi aspettiamo con ansia che il responsabile sia portato di fronte alla giustizia», conclude la nota, pubblicata sul sito Essex Jamme Masjid. Ieri anche Islamic Relief ha ricordato il proprio benefattore diffondendo su Twitter una fotografia che lo ritrae sorridente mentre stringe fra le mani un sacco contrassegnato dal logo con una moschea, durante una campagna di raccolta fondi. I dirigenti della charity lo stimavano e si dicono sconsolati e vicini ai familiari in lutto. Salvo poi derubricare l'accaduto come una «tragica morte», manco fosse rimasto vittima di un incidente stradale. O sono eccessivamente prudenti o sono reticentissimi. La pensano invece in modo diametralmente opposto le autorità britanniche, dopo aver esaminato la personalità dell'assassino e la sua vicenda: si è trattato di un atto di terrorismo. Le prime indagini hanno rivelato «un possibile movente legato all'estremismo islamico», secondo quanto comunicato dalla Metropolitan police. L'agguato è stato dichiarato atto terroristico dal coordinatore nazionale per la politica antiterrorismo, il vice commissario Dean Haydon.
ATTACCO PROBABILE Secondo fonti del quotidiano londinese The Guardian, l'uomo attualmente in custodia cautelare sarebbe stato in precedenza segnalato come individuo a rischio radicalizzazione nel programma Prevent, che monitora le persone in grado di commettere reati gravi di terrorismo. La polizia ritiene che abbia agito da solo e ha fatto sapere che non sta cercando complici. La Bbc aggiunge che l’aggressore non figura nei database dei "soggetti di interesse" dell'Mi5, il servizio segreto interno. Le stesse fonti, tuttavia, non escludono che possano emergere legami tra l'uomo e gruppi terroristici dall'analisi dei suoi telefoni. Per ora due abitazioni sono state perquisite a Londra. Il grado di allerta terrorismo in Gran Bretagna non è stato alzato e non ci sono indicazioni che possa alzarsi dall'attuale livello tre, su una scala da uno a cinque, che indica un attacco «probabile», ma non imminente. Se la minaccia fosse alle spalle, il ministro dell'Interno, Prati Patel, non avrebbe ordinato di «rivedere la sicurezza dei parlamentari», i quali hanno denunciato un aumento del lingua. o aggressivo e degli attacchi negli ultimi tempi. Lo stesso Amess se ne mostrava preoccupato nel libro pubblicato l'anno scorso: «Questi crescenti attacchi hanno rovinato la grande tradizione britannica del popolo che incontra apertamente i propri politici eletti». Ci si interroga sull'opportunità di continuare a esercitare, in questo clima, l'attività di constituency surgery, e cioè i periodici incontri faccia a faccia con i cittadini del proprio collegio elettorale, anche se molti parlamentari desiderano portarla avanti, per non darla vinta al terrorismo, il cui scopo è spezzare i legami fra i cittadini e i loro rappresentanti.
Mauro Zanon: "L'omaggio a Paty interrotto 100 volte"
Mauro Zanon
Novantotto è il numero di incidenti che si è verificato venerdì nelle scuole francesi durante l'omaggio nazionale a Samuel Paty, il professore di storia e geografia decapitato il 16 ottobre 2020 dall'islamista Abdoullaldi Anzorov per aver mostrato le vignette di Charlie Hebdo su Maometto in dasse. «Abbiamo individuato 98 incidenti di varia natura: interruzioni durante le commemorazioni, studenti che hanno disturbato i momenti di ricordo e altri che hanno rivolto delle minacce», ha dichiarato ieri mattina il ministro dell'Istruzione francese Jean-Michel Blanquer, prima di aggiungere: «I 7 casi di minacce, individuali e collettive, saranno oggetto di sanzioni più severe. Convocheremo le famiglie per vedere cosa si nasconde dietro queste situazioni». Come durante i minuti di silenzio per le vittime di Charlie Hebdo e del Batadan, la Francia assiste nuovamente a episodi di separatismo islamico e di odio anti-repubblicano, che insozzano la memoria di Samuel Paty, martire della laicità, ucciso per avere insegnato ai suoi allievi l'amore per la libertà e per i valori della République. Antoine, insegnante di scuola elementare a Montreuil, nella regione parigina, ha raccontato al settimanale Marianne fino a che punto l'ideologia islamista si è incuneata negli istituti scolastici francesi: «Quando chiediamo ad alcuni bambini perché vogliono imparare a leggere, abbiamo questa risposta: "E per poter leggere il Corano"». Lo stesso ha poi citato un episodio che ha visto protagonista una sua studentessa di dieci anni che voleva diventare presidente della Repubblica per «imporre il burqa».
"La polizia: l'arciere è matto, non islamico"
Stanno aumentando in queste ore i dubbi della polizia norvegese sulla possibile matrice islamista dell'attacco a Kongsberg, a sud-ovest di Oslo, dove mercoledì un 37enne danese, Espen Andersen Bràthen, ha ucciso cinque persone armato di arco, frecce e altre armi. L'ispettore di polizia Thomas Omholt ha dichiarato che sembra probabile che l'uomo, attualmente detenuto, non si sia in realtà convertito all'islam come si riteneva in precedenza Anzi, tra gli inquirenti si starebbe facendo largo l'ipotesi che la strage sia legata ai disturbi mentali di Brathen. Nulla peraltro vieta a chi è affetto da patologie psichiatriche di farsi musulmano. Comunque, rivela al Verdens Gang il capo dell'unità antiterrorismo delle forze di sicurezza Pst, Ame Christian Haugstoyl, già nel 2015 erano giunte segnalazioni sul cittadino danese. All'epoca, ha a: unto, non si riteneva probabile che avrebbe commesso un attacco motivato politicamente. Poi, nel 2017 l'uomo aveva postato un video in cui si descriveva come un musulmano e preannunciava una sua missione. Nemmeno in quel caso fu considerato una potenziale minaccia perché troppo vago, ha spiegato all'agenzia Ntb Martin Bemsen, del Pst.
Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante
lettere@liberoquotidiano.it