Sembra proprio non sia cambiato nulla. Il meccanismo è sempre lo stesso e sarebbe difficile trovarne un altro che funzioni subito. Una fiera è una fiera, si tratti di opere d'arte, design o libri: il pubblico ci va per curiosare, comprare e aldilà del giro d'affari serve a capire lo stato di salute e di attenzione nella cultura del nostro tempo. Da ieri a lunedì 18 ottobre toma a Torino il Salone del Libro, edizione numero 33 escludendo quella tutta virtuale del 2020, posizionata a settembre rispetto alla calendarizzazione solita di maggio, ma d'altra parte c'era urgenza di far partire subito il motore. Aldilà dei corridoi più ampi, di stand più spaziosi e distanziati altre novità particolari non ne vediamo. Le persone sono le stesse di due anni fa, qualche centinaia di addetti ai lavori che in Italia "fa" il sistema cultura, preoccupatissimo che il grande pubblico risponda. «Le scolaresche ci sono», «guarda le file, è stata una gran risposta», i commenti più gettonati come ci fosse bisogno di autorassicurazione, quando invece ci sarebbe da lavorare in prospettiva per nuove utenze da fidelizzare, ragazzi che leggono poco o nulla mentre qui l'età media continua a essere alta. Prima o poi qualcuno sarà costretto ad affrontare la questione, per il momento è giusto godersi la festa del Salone del libro ritrovato, con un'ampia partecipazione di autori italiani e una discreta rappresentanza internazionale nonostante i limiti. Bello ed evocativo il titolo «Vita Supemova» che accompagna il manifesto disegnato dall'illustratrice Elisa Seitzinger, di cui è già stata notata la somiglianza con la copertina dell'album Mellon Collie and The Infinite Sadness degli Smashing Pumpkins uscito nel 1995, ma si sa le immagini hanno ancora meno memoria delle parole ed è forse per questo che una delle iniziative più interessanti ripercorre la storia letteraria degli ultimi secoli attraverso figure controverse come Burroughs, Simenon, Dostoevskij, persino Stephen King riletti da scrittori del presente. Tanta attualità, ovviamente, il rapporto sessuale secondo Massimo Recalcati, l'autobiografia di Romano Prodi, il primo romanzo di Pierluigi Battista per una partenza abbastanza in folle in attesa dei big che saranno in scena nel fine settimana, tra ricerca (poca) e mainstream (tanto): Joyce Carol Oates, Hervé Le Tellier, Valerie Perrin, Paula Hawkins, Matthias Enard, Zerocalcare, André Aciman, Alessandro Piperno, Roberto Saviano e il più atteso di tutti, Michel Houellebecq. In questi stessi giorni Torino andrà al ballottaggio per l'elezione del nuovo sindaco. Potrebbe dipendere da lui il destino di Nicola Lagioia, la cui direzione scade nel 2021 ma che i ben informati danno la riconferma di almeno un giro, avendo di fatto perso il 2020. Stupisce invece che per una volta il Salone non sia stato accompagnato da una qualche polemica su editori neofascisti che andrebbero esclusi. Ora il dibattito si è spostato alla politica, che come sempre arriva tardi. Tutto tranquillo insomma, neppure le scemenze di Sally Rooney che boicotta Israele hanno turbato il clima amichevole e conciliante del libro ritrovato. Intanto si ricomincia, per il resto vedremo poi.
Per inviare la propria opinione ai quotidiani, telefonare:
La Repubblica 06/49621
Libero 02/999666
Oppure cliccare sulle e-mail sottostanti