Isaac Herzog: 'Israele casa per tutti gli ebrei'
Cronaca di David Di Segni
Testata: Shalom
Data: 13/10/2021
Pagina: 1
Autore: David Di Segni
Titolo: 'Israele per sempre la casa degli ebrei': Isaac Herzog, alla Conferenza Europea dell’European Jewish Association
Riprendiamo da SHALOM online la cronaca di David Di Segni dal titolo " 'Israele per sempre la casa degli ebrei': Isaac Herzog, alla Conferenza Europea dell’European Jewish Association".

Chi è Isaac Herzog, nuovo presidente di Israele
Isaac Herzog

"La piaga dell'antisemitismo continua a diffondersi nelle strade e online. Esorto tutti voi a utilizzare tutti gli strumenti a vostra disposizione per permettere agli ebrei europei di vivere una vita ebraica aperta, libera e sicura. Israele sarà sempre una casa per voi e sarà sempre al vostro fianco”. Questo è il messaggio che il Presidente dello Stato d’Israele, Isaac Herzog, ha inviato alla "Conferenza Europea dei Leader ebrei" organizzata dall'EJA (European Jewish Association) a Brussels, Belgio. Tema dell'evento, la lotta costante contro l'antisemitismo. "È arrivato il tempo in cui gli ebrei abbiamo un ruolo attivo per il futuro in Europa - ha detto Rabbi Shlomo Kovos, presidente APL (Action Protection League) - Dobbiamo passare dal passato storico della condizione di perseguitati, a quello futuro di parte proattiva per l'Europa". Ma come percepiscono gli ebrei la loro sicurezza nel mondo? Secondo le statistiche, in Europa, la paura di attacchi verbali e fisici a danni di ebrei oscilla entro range preoccupanti. In Svezia, ad esempio, per quelli verbali si arriva al 39%, contro il 59% in Germania, mentre quelli fisici sono al 27%, a fronte di un 47% tedesco. La percezione del pericolo, dunque, è elevata. Questo a causa anche dell'incremento di odio antisemita registrato dall'inizio della Pandemia. La precarietá economica ha risollevato gli stereotipi contro gli ebrei, permettendo ai più estremisti d'esser sdoganati. Questo spiegherebbe perché gli ebrei percepiscono un crescendo di pericolo in Europa, e perché le Aliòt - i trasferimenti di ebrei dalla diaspora a Israele - siano aumentate del 31%, secondo quanto riportato dalla più recente analisi numerica attuata dal ministero israeliano dell’Integrazione e dall’Agenzia Ebraica. Molteplici sono gli strumenti a disposizione per combattere l'antisemitismo: dalla costruzione di piani educativi nelle scuole, alla formulazione di legislazioni specifiche, per giungere infine al costante monitoraggio degli atti antisemiti. Le azioni principali, però, convergono sull'istruzione scolastica, affinché diventi la risposta più grande contro l'odio. Proprio per ufficializzare e normalizzare tali azioni, il congresso ha scritto "i dieci comandamenti" - punti fondamentali - da seguire per arginare e limitare questo violento fenomeno. "Mentre ci congratuliamo con le istituzioni europee per l'aumento di risorse, competenze e finanziamenti significativi per affrontarlo, siamo attualmente molto indietro nel tenere il passo con la sua diffusione, poiché i risultati inquietanti del sondaggio dei nostri partner mostrano che l'antisemitismo è profondamente radicato in Europa e difficile da trattare - ha detto il presidente EJA, il Rabbino Menachem Margolin - Il nostro piano per rilanciare questo processo prevede l'adozione dei nostri "dieci comandamenti" per combattere l'antisemitismo, che saranno portati avanti dai gruppi di lavoro parlamentari di tutta Europa". Libertà religiosa, educazione, supporto governativo alla sicurezza di siti ebraici, responsabilità dei Mass Media nella lotta all'odio verbale, divieto di vendita di oggetti richiamanti il nazismo, ed anche la lotta a livello nazionale contro il Boicottaggio d'Israele (BDS): perché le due metá, insegna la storia, sono inscindibili. È poi intervenuto il Presidente del Centro europeo per l'ebraismo, Joël Mergui:" La libertà di religione per gli ebrei è un barometro della libertà generale, se gli ebrei possono vivere appieno la loro identità, così possono farlo tutti gli altri” Un impegno, dunque, che dev'essere preso dal mondo ebraico e non, per favorire il proseguo e lo sviluppo dei rapporti bilaterali tra le due realtà coesistenti.

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